La variabile spazio, declinata secondo le condizioni di prossimità o distanza, è al centro della gran parte dei provvedimenti che hanno scandito le nostre vite nel corso degli ultimi tre mesi, sia nel pieno del lockdown, sia oggi, pochi giorni dopo l’avvio della cosiddetta fase due. Pur in attesa di disposizioni ulteriori, in corso di emanazione da Stato e Regioni, il distanziamento è alla base di tutti i tentativi che, in particolare le amministrazioni comunali, stanno disegnando per programmare la ripresa di molte delle attività ridotte o sospese fino al 4 maggio 2020. Tuttavia, già nel periodo di confinamento, si è cominciato a discutere di quale sarebbe stata la sorte degli spazi pubblici, sia aperti che costruiti. È possibile adeguarli? Nel caso di uno spazio aperto ed ampio, sarà sufficiente onorare individualmente le regole, mantenendo la giusta distanza, ma cosa succede nel caso dei mezzi del trasporto pubblico, delle scuole, delle sale cinematografiche, dei teatri, dei centri civici, degli oratori, dei luoghi di culto? Questi sono gli interrogativi con cui sono alle prese dunque non solo gli amministratori, ma anche tutti coloro che a vario titolo sono implicati nella organizzazione e nella erogazione di servizi pubblici (o di interesse collettivo) che si sono sempre svolti in presenza, nello spazio materiale.

Distanziamento spaziale e prossimità dei servizi: verso una commutabilità degli spazi

Savoldi, Paola
2020-01-01

Abstract

La variabile spazio, declinata secondo le condizioni di prossimità o distanza, è al centro della gran parte dei provvedimenti che hanno scandito le nostre vite nel corso degli ultimi tre mesi, sia nel pieno del lockdown, sia oggi, pochi giorni dopo l’avvio della cosiddetta fase due. Pur in attesa di disposizioni ulteriori, in corso di emanazione da Stato e Regioni, il distanziamento è alla base di tutti i tentativi che, in particolare le amministrazioni comunali, stanno disegnando per programmare la ripresa di molte delle attività ridotte o sospese fino al 4 maggio 2020. Tuttavia, già nel periodo di confinamento, si è cominciato a discutere di quale sarebbe stata la sorte degli spazi pubblici, sia aperti che costruiti. È possibile adeguarli? Nel caso di uno spazio aperto ed ampio, sarà sufficiente onorare individualmente le regole, mantenendo la giusta distanza, ma cosa succede nel caso dei mezzi del trasporto pubblico, delle scuole, delle sale cinematografiche, dei teatri, dei centri civici, degli oratori, dei luoghi di culto? Questi sono gli interrogativi con cui sono alle prese dunque non solo gli amministratori, ma anche tutti coloro che a vario titolo sono implicati nella organizzazione e nella erogazione di servizi pubblici (o di interesse collettivo) che si sono sempre svolti in presenza, nello spazio materiale.
2020
servizi, prossimità, scuole, emergenza sanitaria
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