A seguito della crisi sanitaria la discussione disciplinare si sta dimostrando ampia e molto accesa, ma con valutazioni a volte estemporanee e scenari molteplici e spesso divergenti. Tra gli scenari ipotizzati come possibili effetti del distanziamento imposto dalla pandemia, posizioni disciplinari più radicali suggeriscono il possibile manifestarsi di un cambiamento nelle forme insediative, che porterebbero a un allontanamento dalla densità della città compatta, a favore di soluzioni insediative più disperse e isolate. Si rischia però di riportare in auge il modello insediativo della dispersione, che è stato in questi decenni tra le cause principali dei processi più intensi di consumo di suolo, di frammentazione ecologica del territorio e di inefficacia nel funzionamento del sistema dei servizi (con le successive concentrazioni), e con il ritorno anche massivo a una mobilità privata su gomma, che possa garantire spostamenti in maggiore sicurezza. Di fronte ai rischi di arretramento connessi a questi modelli di ritorno è necessario contrapporre una sfida più sottile, ma coerente con obiettivi e strategie di azione che si orientino alla valorizzazione delle capacità resilienti dei territori (fisici e antropici).
Nuove priorità per una pianificazione resiliente dei servizi e del territorio
A. Arcidiacono;L. Pogliani
2019-01-01
Abstract
A seguito della crisi sanitaria la discussione disciplinare si sta dimostrando ampia e molto accesa, ma con valutazioni a volte estemporanee e scenari molteplici e spesso divergenti. Tra gli scenari ipotizzati come possibili effetti del distanziamento imposto dalla pandemia, posizioni disciplinari più radicali suggeriscono il possibile manifestarsi di un cambiamento nelle forme insediative, che porterebbero a un allontanamento dalla densità della città compatta, a favore di soluzioni insediative più disperse e isolate. Si rischia però di riportare in auge il modello insediativo della dispersione, che è stato in questi decenni tra le cause principali dei processi più intensi di consumo di suolo, di frammentazione ecologica del territorio e di inefficacia nel funzionamento del sistema dei servizi (con le successive concentrazioni), e con il ritorno anche massivo a una mobilità privata su gomma, che possa garantire spostamenti in maggiore sicurezza. Di fronte ai rischi di arretramento connessi a questi modelli di ritorno è necessario contrapporre una sfida più sottile, ma coerente con obiettivi e strategie di azione che si orientino alla valorizzazione delle capacità resilienti dei territori (fisici e antropici).File | Dimensione | Formato | |
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