Il contributo riflette sul ruolo e sui limiti del progetto urbanistico e di paesaggio nel contesto di una urbanizzazione costiera abusiva meridionale, a partire da alcune sperimentazioni svolte all’interno di un laboratorio didattico condotto sulle ‘marine’ di Lecce. In un contesto ricco di elementi ambientali e naturalistici di valore e di un patrimonio storico minore risalente alle stagioni della bonifica, il progetto compie alcune scelte che trovano le proprie argomentazioni nel senso e nel ruolo (potenziale) assegnati a tali elementi del paesaggio. L’urbanizzazione abusiva viene riorganizzata e demolita selettivamente per ricostruire connessioni fisiche e percettive tra alcuni ambiti di naturalità (da recuperare) e alcune testimonianze della storia della bonifica (da riscoprire). Sono questi gli elementi attorno a cui si tenta di strutturare una trama di naturalità diffusa e spazi collettivi accoglienti che possano rispondere a una domanda espressa sia da utenti stagionali, sia da una non trascurabile popolazione ormai stabilmente residente. Tali spazi sono anche dispositivi per riassegnare valore – in modo selettivo – a un patrimonio residenziale privato oggi in declino e bisognoso di manutenzione. Il contributo cerca di mettere a fuoco alcune ‘mosse’ progettuali di valenza più generale che potrebbe innescare un processo di valorizzazione del territorio a partire dal riconoscimento del paesaggio come bene comune e che possono essere messe alla prova in altri contesti del Mezzogiorno caratterizzati da simili condizioni insediative.
Il progetto nei territori dell’abusivismo III. Diradare l’edificato per riconnettere ambiti di naturalità e spazi pubblici: il caso delle “marine” di Lecce.
A. Kërçuku;F. Zanfi
2020-01-01
Abstract
Il contributo riflette sul ruolo e sui limiti del progetto urbanistico e di paesaggio nel contesto di una urbanizzazione costiera abusiva meridionale, a partire da alcune sperimentazioni svolte all’interno di un laboratorio didattico condotto sulle ‘marine’ di Lecce. In un contesto ricco di elementi ambientali e naturalistici di valore e di un patrimonio storico minore risalente alle stagioni della bonifica, il progetto compie alcune scelte che trovano le proprie argomentazioni nel senso e nel ruolo (potenziale) assegnati a tali elementi del paesaggio. L’urbanizzazione abusiva viene riorganizzata e demolita selettivamente per ricostruire connessioni fisiche e percettive tra alcuni ambiti di naturalità (da recuperare) e alcune testimonianze della storia della bonifica (da riscoprire). Sono questi gli elementi attorno a cui si tenta di strutturare una trama di naturalità diffusa e spazi collettivi accoglienti che possano rispondere a una domanda espressa sia da utenti stagionali, sia da una non trascurabile popolazione ormai stabilmente residente. Tali spazi sono anche dispositivi per riassegnare valore – in modo selettivo – a un patrimonio residenziale privato oggi in declino e bisognoso di manutenzione. Il contributo cerca di mettere a fuoco alcune ‘mosse’ progettuali di valenza più generale che potrebbe innescare un processo di valorizzazione del territorio a partire dal riconoscimento del paesaggio come bene comune e che possono essere messe alla prova in altri contesti del Mezzogiorno caratterizzati da simili condizioni insediative.File | Dimensione | Formato | |
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