La dicotomia tra teoria e pratica, tra nozione e applicazione, tra conoscenza e competenza tecnica è ciò che definisce la specificità del mestiere di archi-tetto. Contrapposizione retorica che accende i dibattiti e le agende delle Scuole di Architettura le quali, ciclicamente, si interrogano sul peso specifico delle due componenti, sulle metodologie più adatte alla loro trasmissione e sui mutamen-ti del panorama professionale al quale il percorso formativo deve mirare al fine di aggiornare il proprio statuto. Educare i giovani alle discipline dell’architettura è compito ambizioso e arduo, vieppiù nell’epoca ove la velocità dell’informazione e la facilità di assorbimento di un elevato numero di conoscenze, tende a indebolire il rapporto maestro-allievo a favore di modalità di reperimento dei saperi collocate in ambiti altri e in differenti dimensioni fisiche. Il riprodursi delle competenze tecniche e specialistiche rende arduo il lavoro di trasferimento di quell’azione di sintesi che, per definizione, storia e ruolo, distingue il compito del docente quale figura di guida ed esperienza. Nei solchi tematici, ora di grande attualità, che internamente alle discipline di matrice architettonica, caratterizzano la sfera del rapporto insegnamento/appren-dimento, emerge con ciclicità e nitidezza lo scenario dell’insegnamento quale azio-ne nobile e insostituibile: pratica che oggi reclama l’esigenza di revisione critica e attualizzazione delle sue forme, anche per mezzo di un confronto internazionale interpretato come motore del dibattito. L’insegnamento rappresenta, infatti, un’attività tra le più auliche e al contempo delicate dell’attività umana: azione strategica per la creazione di una cultura diffusa e consapevole quale fondamenta per la conferma e il progresso di una civiltà. “Inse-gnare l’architettura”, al pari di altri ambiti disciplinari che individuano l’uomo e il suo modello comportamentale al centro dell’operato, sottende attitudini non diffu-se. Docenti e cultori nella materia devono, infatti, essere in grado di coniugare, con equilibrio, competenze ampie, raramente solo specialistiche, affiancate da qualità pedagogiche particolari.

Insegnare l'architettura

E. Faroldi
2020-01-01

Abstract

La dicotomia tra teoria e pratica, tra nozione e applicazione, tra conoscenza e competenza tecnica è ciò che definisce la specificità del mestiere di archi-tetto. Contrapposizione retorica che accende i dibattiti e le agende delle Scuole di Architettura le quali, ciclicamente, si interrogano sul peso specifico delle due componenti, sulle metodologie più adatte alla loro trasmissione e sui mutamen-ti del panorama professionale al quale il percorso formativo deve mirare al fine di aggiornare il proprio statuto. Educare i giovani alle discipline dell’architettura è compito ambizioso e arduo, vieppiù nell’epoca ove la velocità dell’informazione e la facilità di assorbimento di un elevato numero di conoscenze, tende a indebolire il rapporto maestro-allievo a favore di modalità di reperimento dei saperi collocate in ambiti altri e in differenti dimensioni fisiche. Il riprodursi delle competenze tecniche e specialistiche rende arduo il lavoro di trasferimento di quell’azione di sintesi che, per definizione, storia e ruolo, distingue il compito del docente quale figura di guida ed esperienza. Nei solchi tematici, ora di grande attualità, che internamente alle discipline di matrice architettonica, caratterizzano la sfera del rapporto insegnamento/appren-dimento, emerge con ciclicità e nitidezza lo scenario dell’insegnamento quale azio-ne nobile e insostituibile: pratica che oggi reclama l’esigenza di revisione critica e attualizzazione delle sue forme, anche per mezzo di un confronto internazionale interpretato come motore del dibattito. L’insegnamento rappresenta, infatti, un’attività tra le più auliche e al contempo delicate dell’attività umana: azione strategica per la creazione di una cultura diffusa e consapevole quale fondamenta per la conferma e il progresso di una civiltà. “Inse-gnare l’architettura”, al pari di altri ambiti disciplinari che individuano l’uomo e il suo modello comportamentale al centro dell’operato, sottende attitudini non diffu-se. Docenti e cultori nella materia devono, infatti, essere in grado di coniugare, con equilibrio, competenze ampie, raramente solo specialistiche, affiancate da qualità pedagogiche particolari.
2020
Insegnare l'architettura. Due scuole a confronto
978-88-6242-441-7
insegnamento
architettura
progetto di architettura
progettare
didattica
formazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1139183
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