“ L’intervento di San Polo è stato a lungo studiato quale primo caso in Italia di intervento sinergico fra pubblico e privato, con la chiamata alla realizzazione di migliaia di nuovi alloggi, col coordinamento del Comune di Brescia, di Iacp, cooperative ed imprese di costruzione.”1 Il quartiere San Polo di Brescia è stato progettato dall’architetto Leonardo Benevolo (1923-2017) nel corso degli anni ’70 come un grande intervento architettonico e urbanistico autonomo dal centro della città, un sistema reso autosufficiente da una pianificazione avanguardista che trovava il suo cardine nelle unità di abitazione.2 Le unità si compongono, secondo il disegno originario, di 500/600 alloggi - declinati in diversi tipi edilizi (torri, case a schiera, case a spina) - e accolgono servizi e spazi ricreativi: un’organizzazione che mirava a soddisfare e far dialogare diversi modi di abitare. Al contempo, realizzando San Polo si cercava di declinare, dalla macro scala del quartiere a quella dei blocchi residenziali, un’idea di città inclusiva, offrendo alloggi e spazi collettivi agli abitanti che venivano allontanati in quegli anni dal centro storico di Brescia per l’attuazione dei piani di risanamento urbano. 3 Il progetto è stato edificato tra il 1978 e il 1990 su 390 ettari di terreno agricolo, un lungo processo che ha portato il quartiere ad essere percepito dai suoi primi abitanti come un’area non solo periferica, ma pure indefinita. I primi alloggi - nelle torri - vennero assegnati ai cittadini iscritti alle liste ERP del Comune e a coloro che provenivano da complessi fatiscenti in altre zone della città; successivamente sono confluite qui anche famiglie di immigrati stranieri (principalmente dagli stati africani). 4 Oggi San Polo ospita quasi 20.000 abitanti. Si è creato nei decenni, e specialmente negli ultimi anni, un sentimento di conflitto tra il senso di appartenenza e di identificazione con la storia del quartiere, da un lato e, dall’altro, il malessere causato dal declino delle condizioni strutturali e ambientali del comparto.
Stretti intorno a un bosco che cresce
Gotti Francesca
2020-01-01
Abstract
“ L’intervento di San Polo è stato a lungo studiato quale primo caso in Italia di intervento sinergico fra pubblico e privato, con la chiamata alla realizzazione di migliaia di nuovi alloggi, col coordinamento del Comune di Brescia, di Iacp, cooperative ed imprese di costruzione.”1 Il quartiere San Polo di Brescia è stato progettato dall’architetto Leonardo Benevolo (1923-2017) nel corso degli anni ’70 come un grande intervento architettonico e urbanistico autonomo dal centro della città, un sistema reso autosufficiente da una pianificazione avanguardista che trovava il suo cardine nelle unità di abitazione.2 Le unità si compongono, secondo il disegno originario, di 500/600 alloggi - declinati in diversi tipi edilizi (torri, case a schiera, case a spina) - e accolgono servizi e spazi ricreativi: un’organizzazione che mirava a soddisfare e far dialogare diversi modi di abitare. Al contempo, realizzando San Polo si cercava di declinare, dalla macro scala del quartiere a quella dei blocchi residenziali, un’idea di città inclusiva, offrendo alloggi e spazi collettivi agli abitanti che venivano allontanati in quegli anni dal centro storico di Brescia per l’attuazione dei piani di risanamento urbano. 3 Il progetto è stato edificato tra il 1978 e il 1990 su 390 ettari di terreno agricolo, un lungo processo che ha portato il quartiere ad essere percepito dai suoi primi abitanti come un’area non solo periferica, ma pure indefinita. I primi alloggi - nelle torri - vennero assegnati ai cittadini iscritti alle liste ERP del Comune e a coloro che provenivano da complessi fatiscenti in altre zone della città; successivamente sono confluite qui anche famiglie di immigrati stranieri (principalmente dagli stati africani). 4 Oggi San Polo ospita quasi 20.000 abitanti. Si è creato nei decenni, e specialmente negli ultimi anni, un sentimento di conflitto tra il senso di appartenenza e di identificazione con la storia del quartiere, da un lato e, dall’altro, il malessere causato dal declino delle condizioni strutturali e ambientali del comparto.File | Dimensione | Formato | |
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