Le forme e le espressioni dell’attivazione civica nelle metropoli contemporanee sono oggi soggette a cambiamenti sostanziali. La consistente riduzione delle risorse dedicate ai servizi sociali e urbani avvenuta negli ultimi decenni, da un lato ha diminuito le opportunità per molte famiglie di accedere ai servizi, dall’altro ha stimolato inedite esperienze di capacitazione individuale e collettiva per far fronte a problemi e bisogni irrisolti o non ancora intercettati dagli attori deputati alla loro soddisfazione. In un’epoca caratterizzata dalla liquidità e dalla precarietà quali condizioni esistenziali, lo spazio per la partecipazione pubblica, l’aggregazione spontanea, il confronto e il dibattito sono sempre più contaminati, e talvolta sostituiti, da una dimensione virtuale e a-spaziale. Questo fenomeno può essere osservato come una pericolosa riduzione di interazioni e scambi reali ma può aprire al contempo nuovi spazi di inclusione, con conseguenze esperibili anche alla scala urbana. In questa prospettiva, il paper analizza il fenomeno delle Social Street, gruppi informali nati su Facebook per promuovere un ritorno alla socialità. Milano è la città italiana che presenta il numero più elevato di Social Street, distribuite in maniera più o meno omogenea su tutto il territorio comunale. L’ amministrazione milanese ha colto il potenziale generativo di queste realtà e ha intrapreso un percorso inclusivo volto alla loro formalizzazione, non sempre incontrandone il consenso. I paragrafi seguenti ricostruiscono questo processo e tentano di annoverare le Social Street quali attori di una rinnovata governance territoriale.
Quartieri virtuali e social/i. Nuove forme dell’attivazione civica Milanese: verso una e-governance territoriale?
B. Marani
2019-01-01
Abstract
Le forme e le espressioni dell’attivazione civica nelle metropoli contemporanee sono oggi soggette a cambiamenti sostanziali. La consistente riduzione delle risorse dedicate ai servizi sociali e urbani avvenuta negli ultimi decenni, da un lato ha diminuito le opportunità per molte famiglie di accedere ai servizi, dall’altro ha stimolato inedite esperienze di capacitazione individuale e collettiva per far fronte a problemi e bisogni irrisolti o non ancora intercettati dagli attori deputati alla loro soddisfazione. In un’epoca caratterizzata dalla liquidità e dalla precarietà quali condizioni esistenziali, lo spazio per la partecipazione pubblica, l’aggregazione spontanea, il confronto e il dibattito sono sempre più contaminati, e talvolta sostituiti, da una dimensione virtuale e a-spaziale. Questo fenomeno può essere osservato come una pericolosa riduzione di interazioni e scambi reali ma può aprire al contempo nuovi spazi di inclusione, con conseguenze esperibili anche alla scala urbana. In questa prospettiva, il paper analizza il fenomeno delle Social Street, gruppi informali nati su Facebook per promuovere un ritorno alla socialità. Milano è la città italiana che presenta il numero più elevato di Social Street, distribuite in maniera più o meno omogenea su tutto il territorio comunale. L’ amministrazione milanese ha colto il potenziale generativo di queste realtà e ha intrapreso un percorso inclusivo volto alla loro formalizzazione, non sempre incontrandone il consenso. I paragrafi seguenti ricostruiscono questo processo e tentano di annoverare le Social Street quali attori di una rinnovata governance territoriale.File | Dimensione | Formato | |
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