L’architetto Francesco Milizia (Oria 1725 - Roma 1798) deve la sua celebrità soprattutto all’attività di teorico e storico dell’arte. Il periodo formativo in “belle lettere”, logica, geometria e metafisica fu tormentato e tortuoso, tanto che, durante il soggiorno a Roma (frequentando Giovanni Gaetano Bottari, curatore della riedizione delle "Vite" di Giorgio Vasari, 1759-60 ) “maturò la decisione di proseguire gli studi e di interessarsi all’architettura ‘senza saper neppure disegnare’ […]”. Scrisse e pubblicò allora i "Principij di architettura civile" (Finale 1781) per poi entrare in contatto con l’editore Giuseppe Remondini di Bassano al quale si devono le riedizioni economiche di questi ultimi (Bassano 1785) e delle "Memorie" (Bassano 1785) . Le "Memorie" costituiscono la revisione e riscrittura di una precedente opera di Milizia, intrapresa in forma anonima e intitolata "Le Vite de’ più celebri architetti d’ogni nazione e d’ogni tempo precedute da un saggio sopra l’architettura" (Roma 1768). Concepita come una trattazione meno prolissa ed estesa di quella vasariana, ricevette alla sua uscita la pesante stroncatura dall’architetto e teorico Massimiliano de Vegni che accusò l’anonimo estensore di aver plagiato pedissequamente il "Recueil historique de la via et des ouvrages des plus celebres architectes" di Jean-François Félibien (1687) . Nella revisione e integrazione delle" Memorie" Milizia fu coadiuvato dal vicentino conte Francesco di Sangiovanni, al quale si devono gran parte delle informazioni sui numerosi architetti veneti del XVIII secolo, quasi tutti appartenenti alla classe dei gentiluomini dilettanti . Per quanto riguarda la vita di Giulio Romano (Tomo I, pp. 297-299), Milizia prende a riferimento quella compilata da Giorgio Vasari, lodando le qualità del pittore e soprattutto dell’architetto.
Francesco Milizia … Memoria degli architetti antichi e moderni. Terza edizione accresciuta e corretta dallo stesso autore, dalla Stamperia Reale, Parma, 1781 [scheda 131]
C. Togliani
2019-01-01
Abstract
L’architetto Francesco Milizia (Oria 1725 - Roma 1798) deve la sua celebrità soprattutto all’attività di teorico e storico dell’arte. Il periodo formativo in “belle lettere”, logica, geometria e metafisica fu tormentato e tortuoso, tanto che, durante il soggiorno a Roma (frequentando Giovanni Gaetano Bottari, curatore della riedizione delle "Vite" di Giorgio Vasari, 1759-60 ) “maturò la decisione di proseguire gli studi e di interessarsi all’architettura ‘senza saper neppure disegnare’ […]”. Scrisse e pubblicò allora i "Principij di architettura civile" (Finale 1781) per poi entrare in contatto con l’editore Giuseppe Remondini di Bassano al quale si devono le riedizioni economiche di questi ultimi (Bassano 1785) e delle "Memorie" (Bassano 1785) . Le "Memorie" costituiscono la revisione e riscrittura di una precedente opera di Milizia, intrapresa in forma anonima e intitolata "Le Vite de’ più celebri architetti d’ogni nazione e d’ogni tempo precedute da un saggio sopra l’architettura" (Roma 1768). Concepita come una trattazione meno prolissa ed estesa di quella vasariana, ricevette alla sua uscita la pesante stroncatura dall’architetto e teorico Massimiliano de Vegni che accusò l’anonimo estensore di aver plagiato pedissequamente il "Recueil historique de la via et des ouvrages des plus celebres architectes" di Jean-François Félibien (1687) . Nella revisione e integrazione delle" Memorie" Milizia fu coadiuvato dal vicentino conte Francesco di Sangiovanni, al quale si devono gran parte delle informazioni sui numerosi architetti veneti del XVIII secolo, quasi tutti appartenenti alla classe dei gentiluomini dilettanti . Per quanto riguarda la vita di Giulio Romano (Tomo I, pp. 297-299), Milizia prende a riferimento quella compilata da Giorgio Vasari, lodando le qualità del pittore e soprattutto dell’architetto.File | Dimensione | Formato | |
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