L’esistenza di un’autocoscienza del territorio collettiva presuppone il riconoscimento dei caratteri identitari, ossia delle prerogative e delle condizioni che connotano una realtà storica e geografica in termini unici, differenziandola da altre in maggiore o minor grado. Il caso delle signorie gonzaghesche d’oltre Oglio ben si presta ad alcune considerazioni, alimentate e sollecitate dalla consapevolezza di trovarsi di fronte alla rapida alterazione e progressiva perdita del patrimonio materiale (edilizio e ambientale) e immateriale (tradizioni e ricordi) di questi luoghi; perdita resa ancor più grave dalla colpevole distruzione di gran parte dei dati documentali, decretata dall’autorità austriaca nel 1831. L’ordine di eliminare l’archivio di antico regime, attuato in piena Restaurazione, ha certamente contribuito ad affievolire, complice il trascorrere del tempo, la ‘coscienza di sé’ degli ex sudditi gonzagheschi anche perché ha ostacolato e scoraggiato gli storici contemporanei e gli interessati al recupero di un’identità locale oggi tanto lontana e appannata da sembrare irrimediabilmente perduta. Chi però percorra e osservi con qualche competente attenzione, o anche solo con critica curiosità, le campagne e le borgate che furono vanto dei Gonzaga di ramo cadetto, non può non avvertire l’intima peculiarità e l’eccezionale qualità di taluni episodi urbanistici e architettonici, Sabbioneta in primis. L’oltre Oglio è infatti ancor oggi diverso da altri contesti territoriali mantovani e tale diversità è rivelatrice della comune, seppur non contestuale, origine e delle strategiche intenzioni degli antichi governanti. Intenzioni attuate secondo specifiche modalità, che sta appunto allo storico, interprete del paesaggio (da intendere come costruzione urbana ed extraurbana), decifrare e divulgare. Il saggio, alla luce dei documenti d'archivio e dell'indagine sul costruito, restituisce il quadro storico circa l'origine e l'evoluzione dell'assetto dei centri urbani del cosiddetto Mantovano Nuovo, di quei borghi murati che furono vanto della politica insediativa gonzaghesca tra la fine del XV e del XVI secolo. Una percorso attraverso il secolo di massima edificazione e dei successivi quattro di lenta e progressiva decadenza, alla ricerca dei principi e delle regole architettoniche che ne sono all'origine e alla luce del quadro legislativo che contribuiva a determinarne le forme e a garantire il funzionamento e la manutenzione nel tempo di insediamenti che hanno piegato la concezione di città ideale alle specifiche e peculiari contingenze geografiche, politiche, sociali ed economiche in cui sono sorti .
La città come identità delle signorie dell'oltre Oglio. Dal mito di fondazione al recinto urbano
C. Togliani
2019-01-01
Abstract
L’esistenza di un’autocoscienza del territorio collettiva presuppone il riconoscimento dei caratteri identitari, ossia delle prerogative e delle condizioni che connotano una realtà storica e geografica in termini unici, differenziandola da altre in maggiore o minor grado. Il caso delle signorie gonzaghesche d’oltre Oglio ben si presta ad alcune considerazioni, alimentate e sollecitate dalla consapevolezza di trovarsi di fronte alla rapida alterazione e progressiva perdita del patrimonio materiale (edilizio e ambientale) e immateriale (tradizioni e ricordi) di questi luoghi; perdita resa ancor più grave dalla colpevole distruzione di gran parte dei dati documentali, decretata dall’autorità austriaca nel 1831. L’ordine di eliminare l’archivio di antico regime, attuato in piena Restaurazione, ha certamente contribuito ad affievolire, complice il trascorrere del tempo, la ‘coscienza di sé’ degli ex sudditi gonzagheschi anche perché ha ostacolato e scoraggiato gli storici contemporanei e gli interessati al recupero di un’identità locale oggi tanto lontana e appannata da sembrare irrimediabilmente perduta. Chi però percorra e osservi con qualche competente attenzione, o anche solo con critica curiosità, le campagne e le borgate che furono vanto dei Gonzaga di ramo cadetto, non può non avvertire l’intima peculiarità e l’eccezionale qualità di taluni episodi urbanistici e architettonici, Sabbioneta in primis. L’oltre Oglio è infatti ancor oggi diverso da altri contesti territoriali mantovani e tale diversità è rivelatrice della comune, seppur non contestuale, origine e delle strategiche intenzioni degli antichi governanti. Intenzioni attuate secondo specifiche modalità, che sta appunto allo storico, interprete del paesaggio (da intendere come costruzione urbana ed extraurbana), decifrare e divulgare. Il saggio, alla luce dei documenti d'archivio e dell'indagine sul costruito, restituisce il quadro storico circa l'origine e l'evoluzione dell'assetto dei centri urbani del cosiddetto Mantovano Nuovo, di quei borghi murati che furono vanto della politica insediativa gonzaghesca tra la fine del XV e del XVI secolo. Una percorso attraverso il secolo di massima edificazione e dei successivi quattro di lenta e progressiva decadenza, alla ricerca dei principi e delle regole architettoniche che ne sono all'origine e alla luce del quadro legislativo che contribuiva a determinarne le forme e a garantire il funzionamento e la manutenzione nel tempo di insediamenti che hanno piegato la concezione di città ideale alle specifiche e peculiari contingenze geografiche, politiche, sociali ed economiche in cui sono sorti .File | Dimensione | Formato | |
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