The theory herein proposed that today’s city is nothing but the superimposition of ‘texts’ of varying nature, belonging even to other worlds which, when necessary, take us well beyond the realm of architecture. This is a composite reality where all its pieces are placed on a single plane of perspective that cancel out time and space, like a vast plankton of different styles and shapes, customs, places, environments, enclaves, technologies, services, information, languages, images scenes, spatial control, brands, publicity and economy. Physical space is eroded in favour of new lands to conquer that are heterogeneous, transversal, multidisciplinary, spread-out, introverted and at times immaterial, corresponding to specialised uses, perceptive frameworks, information networks, artificial climates, commercial information, various communication systems, all dimensions contained within architecture, yet hard to describe using formal classical codes of architecture itself. The described examples should be read in this sense, that is, in the sense of good practices that outline partial solutions which can be considered strong fractions often marked by weak connections, but which show exceptional perspicacity. Italiano: L’ipotesi qui formulata è che la città oggi non è altro che la sovrapposizione di “testi” di diversa natura, appartenenti anche ad altri mondi che ci portano, se necessario, anche parecchio fuori dall’architettura. È una realtà composita dove tutti i pezzi sono posti su un unico piano prospettico che annulla il tempo e lo spazio, come un vasto plancton di stili e forme diverse, di usi, di luoghi, di ambienti, di enclave, di tecnologie, di servizi, di informazioni, di linguaggi, di immagini, di scene, di regie spaziali, di marchi, di pubblicità, di economia. Lo spazio fisico si erode a favore di nuovi territori di conquista, eterogenei, trasversali, multidisciplinari, dispersi, introflessi e talvolta immateriali, ai quali corrispondono usi specialistici, impalcature percettive, reti di informazioni, climi artificiali, informazioni commerciali, sistemi comunicativi di varia natura, dimensioni tutte contenute nell’architettura, ma difficilmente descrivibili con i codici formali classici dell’architettura stessa. In questo senso vanno letti gli esempi che seguono, come buone pratiche che tracciano soluzioni parziali considerabili come frazioni forti contrassegnate spesso da connessioni deboli, ma di eccezionale perspicacia.
The Continuous Present of the Contemporary City, Ideas and Practices
Pierluigi Salvadeo
2020-01-01
Abstract
The theory herein proposed that today’s city is nothing but the superimposition of ‘texts’ of varying nature, belonging even to other worlds which, when necessary, take us well beyond the realm of architecture. This is a composite reality where all its pieces are placed on a single plane of perspective that cancel out time and space, like a vast plankton of different styles and shapes, customs, places, environments, enclaves, technologies, services, information, languages, images scenes, spatial control, brands, publicity and economy. Physical space is eroded in favour of new lands to conquer that are heterogeneous, transversal, multidisciplinary, spread-out, introverted and at times immaterial, corresponding to specialised uses, perceptive frameworks, information networks, artificial climates, commercial information, various communication systems, all dimensions contained within architecture, yet hard to describe using formal classical codes of architecture itself. The described examples should be read in this sense, that is, in the sense of good practices that outline partial solutions which can be considered strong fractions often marked by weak connections, but which show exceptional perspicacity. Italiano: L’ipotesi qui formulata è che la città oggi non è altro che la sovrapposizione di “testi” di diversa natura, appartenenti anche ad altri mondi che ci portano, se necessario, anche parecchio fuori dall’architettura. È una realtà composita dove tutti i pezzi sono posti su un unico piano prospettico che annulla il tempo e lo spazio, come un vasto plancton di stili e forme diverse, di usi, di luoghi, di ambienti, di enclave, di tecnologie, di servizi, di informazioni, di linguaggi, di immagini, di scene, di regie spaziali, di marchi, di pubblicità, di economia. Lo spazio fisico si erode a favore di nuovi territori di conquista, eterogenei, trasversali, multidisciplinari, dispersi, introflessi e talvolta immateriali, ai quali corrispondono usi specialistici, impalcature percettive, reti di informazioni, climi artificiali, informazioni commerciali, sistemi comunicativi di varia natura, dimensioni tutte contenute nell’architettura, ma difficilmente descrivibili con i codici formali classici dell’architettura stessa. In questo senso vanno letti gli esempi che seguono, come buone pratiche che tracciano soluzioni parziali considerabili come frazioni forti contrassegnate spesso da connessioni deboli, ma di eccezionale perspicacia.File | Dimensione | Formato | |
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