Il lavoro di ricerca sul territorio ticinese, nella sua estensione dal Lago Maggiore alla confluenza del Ticino nel Po, ha rappresentato l’occasione per la costruzione di una modalità di analisi in grado di intessere relazioni dirette con il progetto e ha permesso la messa a punto di alcuni dispositivi di orientamento critico, che si sono dimostrati fondamentali per indirizzare i numerosi progetti sviluppati su quest’area. La costruzione del territorio e i fatti che lo contraddistinguono sono l’esito di un processo di lungo periodo, che si è tentato di identificare nei suoi caratteri essenziali ricorrendo alle categorie del continuo e del discreto. Se, infatti, da un lato, la regione ticinese, con i sistemi insediativi discreti delle circoscrizioni militari longobarde e franche prima e delle ville di delizia poi, si connota come una struttura discontinua, l’equilibrio dei diversi elementi fisici e antropici, ricomposti all’interno dei reticoli centuriali romani, produce un’evidente compiutezza formale. A partire da tali considerazioni, si ritiene di poter interpretare il territorio ticinese come un possibile ancorché provvisorio luogo di progetti, attraverso i quali si tenta di precisare l’idea architettonica su cui si costruisce il paesaggio fluviale e di chiarire le ragioni della articolata fenomenologia formale delle terre del fiume. In tal senso la nozione di patrimonio si alimenta delle capacità previsionali del progetto, dal momento che l’architettura stessa e l’atto performativo che essa opera nei confronti della realtà tende al futuro, con uno sguardo rivolto al passato, entro i limiti e i vincoli della condizione presente. Il progetto e la teoria – intendendo il primo come espressione concreta dell’architettura e la seconda come suo necessario sistema di riferimento – sono infatti, per loro stessa natura, strumenti di conoscenza e di trasformazione degli ordini fisici attraverso i quali operano e consentono di produrne una ri-significazione a lungo termine.

A chi discende nello stesso fiume sopraggiungono acque sempre nuove

F. Belloni
2019-01-01

Abstract

Il lavoro di ricerca sul territorio ticinese, nella sua estensione dal Lago Maggiore alla confluenza del Ticino nel Po, ha rappresentato l’occasione per la costruzione di una modalità di analisi in grado di intessere relazioni dirette con il progetto e ha permesso la messa a punto di alcuni dispositivi di orientamento critico, che si sono dimostrati fondamentali per indirizzare i numerosi progetti sviluppati su quest’area. La costruzione del territorio e i fatti che lo contraddistinguono sono l’esito di un processo di lungo periodo, che si è tentato di identificare nei suoi caratteri essenziali ricorrendo alle categorie del continuo e del discreto. Se, infatti, da un lato, la regione ticinese, con i sistemi insediativi discreti delle circoscrizioni militari longobarde e franche prima e delle ville di delizia poi, si connota come una struttura discontinua, l’equilibrio dei diversi elementi fisici e antropici, ricomposti all’interno dei reticoli centuriali romani, produce un’evidente compiutezza formale. A partire da tali considerazioni, si ritiene di poter interpretare il territorio ticinese come un possibile ancorché provvisorio luogo di progetti, attraverso i quali si tenta di precisare l’idea architettonica su cui si costruisce il paesaggio fluviale e di chiarire le ragioni della articolata fenomenologia formale delle terre del fiume. In tal senso la nozione di patrimonio si alimenta delle capacità previsionali del progetto, dal momento che l’architettura stessa e l’atto performativo che essa opera nei confronti della realtà tende al futuro, con uno sguardo rivolto al passato, entro i limiti e i vincoli della condizione presente. Il progetto e la teoria – intendendo il primo come espressione concreta dell’architettura e la seconda come suo necessario sistema di riferimento – sono infatti, per loro stessa natura, strumenti di conoscenza e di trasformazione degli ordini fisici attraverso i quali operano e consentono di produrne una ri-significazione a lungo termine.
2019
Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio, Atti dell’VIII Forum ProArch
978-88-909054-9-0
progetto, continuo/discreto, valle del Ticino
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
VIII Forum ProArch_ATTI_Belloni.pdf

Accesso riservato

: Publisher’s version
Dimensione 1.68 MB
Formato Adobe PDF
1.68 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1124795
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact