La fama della basilica di San Michele maggiore a Pavia non si lega solo ai sui caratteri storici e artistici, che ne fanno una delle architettura più significative dell'alto medioevo lombardo, ma anche a quelle vicende costruttive che segnano le tappe dei diversi restauri che l'hanno interessata nel tempo. Fra questi, quello più recente è l'intervento attuato da Sanpaolesi per la conservazione dei bassorilievi in pietra della facciata. Il presente lavoro, senza cercare di approfondire da un punto di vista tecnico (ossia chimico, mineralogico e petrografico) gli effetti dell'applicazione dei fluosilicati di zinco e magnesio utilizzati come ~~solidanti dei materiali lapidei, si propone di analizzare il dibattito L ' non sempre favoryvole al "metodo Sanpaolesi" negli anni Settanta del Novecento circa, ~ si originò attorno ali' impiego di tecnologie adatte alla conservazione della materia. Lo scopo è di indagare il contesto storico in cui ha origine, nella cultura nella pratica restaurativa italiane, la necessità di conservare la materia e il significato che questa conservazione ha nel dibattito della disciplina del restauro. L'attività di Sanpaolesi ha inizio nel periodo immediatamente precedente alla seconda guerra mondiale in chiusura dell'era del nazionalismo fascista il quale, nei diversi Paesi interessati, aveva perseguito, nell’ambito della tutela del patrimonio storico e artistico, una politica improntata sull’internazionalizzazione dei valori culturali.

I restauri della facciata della Basilica di San Michele Maggiore a Pavia nella cultura italiana del secondo dopoguerra

N. Lombardini
2018-01-01

Abstract

La fama della basilica di San Michele maggiore a Pavia non si lega solo ai sui caratteri storici e artistici, che ne fanno una delle architettura più significative dell'alto medioevo lombardo, ma anche a quelle vicende costruttive che segnano le tappe dei diversi restauri che l'hanno interessata nel tempo. Fra questi, quello più recente è l'intervento attuato da Sanpaolesi per la conservazione dei bassorilievi in pietra della facciata. Il presente lavoro, senza cercare di approfondire da un punto di vista tecnico (ossia chimico, mineralogico e petrografico) gli effetti dell'applicazione dei fluosilicati di zinco e magnesio utilizzati come ~~solidanti dei materiali lapidei, si propone di analizzare il dibattito L ' non sempre favoryvole al "metodo Sanpaolesi" negli anni Settanta del Novecento circa, ~ si originò attorno ali' impiego di tecnologie adatte alla conservazione della materia. Lo scopo è di indagare il contesto storico in cui ha origine, nella cultura nella pratica restaurativa italiane, la necessità di conservare la materia e il significato che questa conservazione ha nel dibattito della disciplina del restauro. L'attività di Sanpaolesi ha inizio nel periodo immediatamente precedente alla seconda guerra mondiale in chiusura dell'era del nazionalismo fascista il quale, nei diversi Paesi interessati, aveva perseguito, nell’ambito della tutela del patrimonio storico e artistico, una politica improntata sull’internazionalizzazione dei valori culturali.
2018
Tipografia PI-ME Editrice s.r.l. - Pavia copyright 2018 Il Bel San Michele
978-88-7963-387-1
Restauro della pietra, basilica di San Michele Maggiore -Pv, Sanpaolesi Piero, Secondo dopoguerra
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