Roberto Pane propone, a noi osservatori del neo-terzo millennio, un punto di vista sul progetto molto articolato, per la capacità realmente originale di affrontare il tema peculiare del restauro architettonico con un’ottica straordinariamente ricca e innovativa. Egli ha introdotto, infatti, già a metà del secolo scorso, il valore psicologico della connessione alla memoria e il riconoscimento e la necessità della conservazione della bellezza, quali aspetti imprescindibili alla fruizione degli spazi modellati dall’uomo, nel tempo e nella storia. Luoghi capaci di divenire, grazie alla cura e alla loro intelligente conservazione, fonti inesauribili di un benessere percepito che trascende senz’altro la funzione, sia essa solo monumentale o congiuntamente pratica. Logiche che oggi, per chi sviluppa ricerca e progetto per gli spazi urbani in grande trasformazione – in piena era postmoderna e nell’ambito della cosiddetta società dell’informazione – ritengo vitali e in grado, se ben ideate, di attivare quel circolo virtuoso fra memoria, territorio, design, uso e valore che consente di restituire ai luoghi quel senso di bene comune troppo spesso andato perso e la virtù di essere realmente ospitali per tutti.
Roberto Pane e la sua lezione.
G. Piccinno
2017-01-01
Abstract
Roberto Pane propone, a noi osservatori del neo-terzo millennio, un punto di vista sul progetto molto articolato, per la capacità realmente originale di affrontare il tema peculiare del restauro architettonico con un’ottica straordinariamente ricca e innovativa. Egli ha introdotto, infatti, già a metà del secolo scorso, il valore psicologico della connessione alla memoria e il riconoscimento e la necessità della conservazione della bellezza, quali aspetti imprescindibili alla fruizione degli spazi modellati dall’uomo, nel tempo e nella storia. Luoghi capaci di divenire, grazie alla cura e alla loro intelligente conservazione, fonti inesauribili di un benessere percepito che trascende senz’altro la funzione, sia essa solo monumentale o congiuntamente pratica. Logiche che oggi, per chi sviluppa ricerca e progetto per gli spazi urbani in grande trasformazione – in piena era postmoderna e nell’ambito della cosiddetta società dell’informazione – ritengo vitali e in grado, se ben ideate, di attivare quel circolo virtuoso fra memoria, territorio, design, uso e valore che consente di restituire ai luoghi quel senso di bene comune troppo spesso andato perso e la virtù di essere realmente ospitali per tutti.File | Dimensione | Formato | |
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