Vincenzo Scamozzi (Vicenza 1548 - Venezia 1616) occupa un posto di rilievo nel quadro complesso e articolato della cultura italiana del tardo Cinquecento. Per lungo tempo rimasto nell’ombra di Andrea Palladio, suo più anziano e illustre concittadino, le cui opere incompiute è sovente incaricato di portare a termine, Scamozzi ha costruito nel tempo una propria idea di architettura - insieme posizione teorica e pratica progettuale - autonoma e distaccata. Ha preso progressivamente le distanze dall’eredità di Palladio, per definire un punto di vista personale e ambizioso, intransigente e teoricamente fondato, che aspira alla definizione di una scienza d’architettura. Il volume, è organizzato in due parti distinte ma legate da una tensione e un’attenzione comune ai temi della storia e alla loro attualità e necessità nel discorso d’architettura. La prima, intitolata “Scamozzi e il suo tempo”, raccoglie il punto di vista di sette storici che appartengono al dibattito italiano e internazionale, tra i quali: Aurora Scotti, John Pinto, Andrew Hopkins, Monica Resmini, Stefano Mazzoni, Carlo Togliani. I loro testi aprono un’ampia riflessione sul pensiero e sulle opere di Vicenzo Scamozzi, su Sabbioneta, sul tema della città ideale e sul progetto del Teatro all’antica, opera ancora aperta a molteplici interpretazioni. La seconda parte del volume, intitolata “Sabbioneta, Scamozzi e il progetto di architettura”, introduce temi legati alla lettura della struttura urbana di Sabbioneta e al suo ruolo emblematico dentro la ricerca d’architettura. Questa sezione del libro raccoglie i testi degli architetti/progettisti. Il ragionamento parte da Sabbioneta e si sviluppa quindi in tre racconti di architettura di Emilio Faroldi, Antonio Monestiroli, Paolo Zermani che estendono la riflessione al loro lavoro, al lavoro del progetto nella condizione contemporanea.
Sabbioneta, Teatro all'Antica. Onmaggio a Scamozzi
Loi;A. Lorenzi;V. Uccelli
2017-01-01
Abstract
Vincenzo Scamozzi (Vicenza 1548 - Venezia 1616) occupa un posto di rilievo nel quadro complesso e articolato della cultura italiana del tardo Cinquecento. Per lungo tempo rimasto nell’ombra di Andrea Palladio, suo più anziano e illustre concittadino, le cui opere incompiute è sovente incaricato di portare a termine, Scamozzi ha costruito nel tempo una propria idea di architettura - insieme posizione teorica e pratica progettuale - autonoma e distaccata. Ha preso progressivamente le distanze dall’eredità di Palladio, per definire un punto di vista personale e ambizioso, intransigente e teoricamente fondato, che aspira alla definizione di una scienza d’architettura. Il volume, è organizzato in due parti distinte ma legate da una tensione e un’attenzione comune ai temi della storia e alla loro attualità e necessità nel discorso d’architettura. La prima, intitolata “Scamozzi e il suo tempo”, raccoglie il punto di vista di sette storici che appartengono al dibattito italiano e internazionale, tra i quali: Aurora Scotti, John Pinto, Andrew Hopkins, Monica Resmini, Stefano Mazzoni, Carlo Togliani. I loro testi aprono un’ampia riflessione sul pensiero e sulle opere di Vicenzo Scamozzi, su Sabbioneta, sul tema della città ideale e sul progetto del Teatro all’antica, opera ancora aperta a molteplici interpretazioni. La seconda parte del volume, intitolata “Sabbioneta, Scamozzi e il progetto di architettura”, introduce temi legati alla lettura della struttura urbana di Sabbioneta e al suo ruolo emblematico dentro la ricerca d’architettura. Questa sezione del libro raccoglie i testi degli architetti/progettisti. Il ragionamento parte da Sabbioneta e si sviluppa quindi in tre racconti di architettura di Emilio Faroldi, Antonio Monestiroli, Paolo Zermani che estendono la riflessione al loro lavoro, al lavoro del progetto nella condizione contemporanea.File | Dimensione | Formato | |
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