I diversi saperi e le differenti pratiche, che complessivamente siamo soliti nominare urbanistica, sembrano essere lentamente mutate nel corso degli ultimi decenni. La cultura del “piano”, esito del progetto moderno della città, ha ormai lasciato il posto ad una pratica centrata sul progetto di paesaggio come immagine portante e inclusiva della trasformazione dello spazio e della società. Questa è la tesi principale, ricordata nel sottotitolo, che il volume, Visiones Urbanas, curato da Carmen Díez Medina e Xavier Monclùs propone. Uno sguardo storico e tematico allo stesso tempo appare oggi l'unica possibilitàà per rilanciare un'efficace dibattito sulle relazioni tra, tra 'visioni' d'insieme e pratiche progettuali locali, tra processi e progetti, tra strumenti e sfondi ideologici, ed in definitiva tra modi e stili del progetto che non sono tra loro equivalenti, uscendo infine da una immagine del governo della città che vede nei progetti semplici momenti attuativi finali, neutri e quasi esornativi, rispetto ai processi economici alle scelte politiche e ideologiche che informano le immagini d’insieme. È la prospettiva progettuale di trasformazione della città e dei paesaggi esistenti ad accomunare le pratiche che il libro raccoglie come fondanti nella costruzione del sapere dell’urbanistica L’urbanistica, la progettazione urbana e, nella sua più recente declinazione, l'urbanistica del paesaggio servono a costruire "visioni", ovvero concrete ed efficaci immagini di trasformazione del territorio. Una definizione ostensiva che resta molto aperta ed inclusiva e che tuttavia consente oggi di ricostruire la dimensione operativa della progettazione urbana.
Visioni Urbane. Una definizione ostensiva della natura e utilità del progetto urbanistico
Secchi, Marialessandra
2019-01-01
Abstract
I diversi saperi e le differenti pratiche, che complessivamente siamo soliti nominare urbanistica, sembrano essere lentamente mutate nel corso degli ultimi decenni. La cultura del “piano”, esito del progetto moderno della città, ha ormai lasciato il posto ad una pratica centrata sul progetto di paesaggio come immagine portante e inclusiva della trasformazione dello spazio e della società. Questa è la tesi principale, ricordata nel sottotitolo, che il volume, Visiones Urbanas, curato da Carmen Díez Medina e Xavier Monclùs propone. Uno sguardo storico e tematico allo stesso tempo appare oggi l'unica possibilitàà per rilanciare un'efficace dibattito sulle relazioni tra, tra 'visioni' d'insieme e pratiche progettuali locali, tra processi e progetti, tra strumenti e sfondi ideologici, ed in definitiva tra modi e stili del progetto che non sono tra loro equivalenti, uscendo infine da una immagine del governo della città che vede nei progetti semplici momenti attuativi finali, neutri e quasi esornativi, rispetto ai processi economici alle scelte politiche e ideologiche che informano le immagini d’insieme. È la prospettiva progettuale di trasformazione della città e dei paesaggi esistenti ad accomunare le pratiche che il libro raccoglie come fondanti nella costruzione del sapere dell’urbanistica L’urbanistica, la progettazione urbana e, nella sua più recente declinazione, l'urbanistica del paesaggio servono a costruire "visioni", ovvero concrete ed efficaci immagini di trasformazione del territorio. Una definizione ostensiva che resta molto aperta ed inclusiva e che tuttavia consente oggi di ricostruire la dimensione operativa della progettazione urbana.File | Dimensione | Formato | |
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