We can investigate interiors from many perspectives, such as: perception (Arnheim 1974, 1977), psychology (Hall 1966), poetics (Bachelard 1964), fiction (Perec 1998) and – obviously – the history of design. This essay is about how first year interior design students envision the future. This involves a four-month design-studio project, worked on by 60 students and guided by 5 teachers, at Politecnico di Milano in 2017. Italian designers have always made use of models or mock-ups of interiors for predicting future lifestyles (e.g. the “rooms” at Triennale di Milano since 1936 or Andrea Branzi’s mirrored dioramas). Our students were made to use a similar approach, and design a 1:20 scale model of a 20 m2 square room as part of a hypothetical exhibition about how we will live/work/ shop in 2027. To understand the features of space, preliminary work was done on mock-ups of the room. Substantial data were collected about future trends. Several hypotheses were scrutinized. We expected the students to move – in Henchey’s words – from possible (any future) to preferable futures (the best that can be); they moved instead from probable (most likely to happen) to plausible (that make sense) futures (Henchey 1978). What we found in this young generation is not only imagination and abundance, but also concreteness.

Possiamo analizzare uno spazio interno da più punti di vista: quello percettivo ((Arnheim 1974, 1977), psicologico (Hall 1966), poetico (Bachelard 1964), narrativo (Perec 1998) e – ovviamente – storico. Questo saggio riguarda il modo in cui studenti di un primo anno di corso in Design degli Interni prefigurano il futuro. È il risultato di un Laboratorio di progetto che ha coinvolto 60 studenti e 5 docenti presso il Politecnico di Milano nel 2017. I designer italiani hanno sempre fatto uso di modelli e simulazioni al vero di ambienti interni per descrivere spazi abitativi futuri (ad esempio la serie delle “stanze” alla Triennale di Milano, sin dal 1936, oppure i modelli “specchiati” di Andrea Branzi). I nostri studenti hanno adottato un approccio simile, utilizzando modelli (in scala 1:20 e al vero) per progettare uno spazio a pianta quadrata di 20 mq che fosse parte di una ipotetica mostra dal tema: abitare/lavorare/consumare nel 2027. Per comprendere le caratteristiche dello spazio e stato svolto un lavoro preliminare su modelli al vero; è stata raccolta una consistente base-dati sui trend futuri e sono state vagliate numerose ipotesi. Il corpo decente si aspettava che gli studenti prefigurassero – per usare le parole di Henchey (1978) – futuri “possibili” (ogni possibilità aperta) o futuri “preferibili” (i migliori in assoluto); al contrario essi hanno scelto di indirizzarsi verso futuri “probabili” (quelli che ci si aspetta) o “ragionevoli”. Pertanto, in questa giovane generazione, abbiamo scoperto non è solo immaginazione e ricchezza di idee, ma anche una notevole dose di concretezza.

Envisioning the Future: Report on a First Year Design-studio Project

Guerrini, L.
2018-01-01

Abstract

We can investigate interiors from many perspectives, such as: perception (Arnheim 1974, 1977), psychology (Hall 1966), poetics (Bachelard 1964), fiction (Perec 1998) and – obviously – the history of design. This essay is about how first year interior design students envision the future. This involves a four-month design-studio project, worked on by 60 students and guided by 5 teachers, at Politecnico di Milano in 2017. Italian designers have always made use of models or mock-ups of interiors for predicting future lifestyles (e.g. the “rooms” at Triennale di Milano since 1936 or Andrea Branzi’s mirrored dioramas). Our students were made to use a similar approach, and design a 1:20 scale model of a 20 m2 square room as part of a hypothetical exhibition about how we will live/work/ shop in 2027. To understand the features of space, preliminary work was done on mock-ups of the room. Substantial data were collected about future trends. Several hypotheses were scrutinized. We expected the students to move – in Henchey’s words – from possible (any future) to preferable futures (the best that can be); they moved instead from probable (most likely to happen) to plausible (that make sense) futures (Henchey 1978). What we found in this young generation is not only imagination and abundance, but also concreteness.
2018
Cumulus Conference Proceedings Bengaluru 2017: Letters to the Future
978-952-60-0087-9
Possiamo analizzare uno spazio interno da più punti di vista: quello percettivo ((Arnheim 1974, 1977), psicologico (Hall 1966), poetico (Bachelard 1964), narrativo (Perec 1998) e – ovviamente – storico. Questo saggio riguarda il modo in cui studenti di un primo anno di corso in Design degli Interni prefigurano il futuro. È il risultato di un Laboratorio di progetto che ha coinvolto 60 studenti e 5 docenti presso il Politecnico di Milano nel 2017. I designer italiani hanno sempre fatto uso di modelli e simulazioni al vero di ambienti interni per descrivere spazi abitativi futuri (ad esempio la serie delle “stanze” alla Triennale di Milano, sin dal 1936, oppure i modelli “specchiati” di Andrea Branzi). I nostri studenti hanno adottato un approccio simile, utilizzando modelli (in scala 1:20 e al vero) per progettare uno spazio a pianta quadrata di 20 mq che fosse parte di una ipotetica mostra dal tema: abitare/lavorare/consumare nel 2027. Per comprendere le caratteristiche dello spazio e stato svolto un lavoro preliminare su modelli al vero; è stata raccolta una consistente base-dati sui trend futuri e sono state vagliate numerose ipotesi. Il corpo decente si aspettava che gli studenti prefigurassero – per usare le parole di Henchey (1978) – futuri “possibili” (ogni possibilità aperta) o futuri “preferibili” (i migliori in assoluto); al contrario essi hanno scelto di indirizzarsi verso futuri “probabili” (quelli che ci si aspetta) o “ragionevoli”. Pertanto, in questa giovane generazione, abbiamo scoperto non è solo immaginazione e ricchezza di idee, ma anche una notevole dose di concretezza.
interior design
teaching methods
mock-ups
design degli interni
metodi di insegnamento
modelli in scala al vero
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