Lo studio esamina la concezione del progetto di architettura secondo gli studi intorno al contributo, culturale e operativo, della tecnica, che agisce verso la “trasformazione” delle finalità espressive e funzionali, delle condizioni operative, produttive e costruttive all’interno della realtà. L'azione progettuale è indagata come “atto trasformativo” (risultato di “procedimenti tecnologici”), condotto come sintesi di “architectural design” e di “product design”, che integra le pratiche dell’“agire tecnologico”, sviluppandosi sia quale strumento di conoscenza, mediante l’acquisizione dei “processi di esplorazione” della realtà, sia quale processo “rivelativo”, come supporto per la “trascendenza” della realtà fenomenica in forma osservabile e verificabile. Nello specifico, la “téchne”, come riferimento nell’opera di “mediazione” verso la conoscenza, da una parte, e verso l’azione, dall’altra, si esplicita all’interno del progetto di architettura in forma “funzionale”, secondo la disposizione di conoscenze sulla realtà per individuare, elaborare e rappresentare gli strumenti e le modalità di intervento. L’apporto della “téchne” si struttura a partire dall’opera di “disvelamento” (in accordo alla teorizzazione di Martin Heidegger), intesa come capacità di apprendere e di “disporre” quanto offerto e reso possibile dalla realtà di riferimento, oltre che come capacità nella “con-duzione” delle conoscenze, delle procedure e dei mezzi verso la “pro-duzione”: su queste basi, l’analisi approfondisce l’apporto della “téchne” rispetto sia alla funzione razionale, in accordo al carattere operativo di tipo “calcolante”, sia alla funzione “finalistica” diretta alla “pro-duzione”. Lo studio considera il progetto di architettura quale strumento di previsione e di anticipazione della realtà dell’opera, affermando l’apporto della “téchne” verso il procedimento di formazione e di “guida” dei contenuti nella loro attuazione pratica, “educazione empirica” e “materializzazione”. La disposizione della “téchne” offre al progetto i modi orientati all’“anticipazione conoscitiva” e alla “previsione dei fenomeni”, caratterizzati attraverso gli strumenti (ovvero, i dispositivi progettuali) diretti alla modellazione “predittiva” e alla simulazione della realtà mediante forme di “previsione esplorativa”. Lo studio si focalizza, poi, sull’espressione e sulla composizione del progetto di architettura definite nella capacità tecnico-operativa e nel sapere pratico-strumentale: a tale proposito, l’analisi contempla i caratteri dell’acquisizione e dell’applicazione della capacità “poietica” tesa alla “manipolazione” dei contenuti, dei dati e delle finalità progettuali, alla sperimentazione, anticipata e “calcolata”, del momento pratico dell’azione, e alla pianificazione esecutiva, per mezzo dell’espressione della “ragione calcolante” e dell’“astuzia” prometeica.
Téchne e progetto d’architettura
Massimiliano Nastri
2017-01-01
Abstract
Lo studio esamina la concezione del progetto di architettura secondo gli studi intorno al contributo, culturale e operativo, della tecnica, che agisce verso la “trasformazione” delle finalità espressive e funzionali, delle condizioni operative, produttive e costruttive all’interno della realtà. L'azione progettuale è indagata come “atto trasformativo” (risultato di “procedimenti tecnologici”), condotto come sintesi di “architectural design” e di “product design”, che integra le pratiche dell’“agire tecnologico”, sviluppandosi sia quale strumento di conoscenza, mediante l’acquisizione dei “processi di esplorazione” della realtà, sia quale processo “rivelativo”, come supporto per la “trascendenza” della realtà fenomenica in forma osservabile e verificabile. Nello specifico, la “téchne”, come riferimento nell’opera di “mediazione” verso la conoscenza, da una parte, e verso l’azione, dall’altra, si esplicita all’interno del progetto di architettura in forma “funzionale”, secondo la disposizione di conoscenze sulla realtà per individuare, elaborare e rappresentare gli strumenti e le modalità di intervento. L’apporto della “téchne” si struttura a partire dall’opera di “disvelamento” (in accordo alla teorizzazione di Martin Heidegger), intesa come capacità di apprendere e di “disporre” quanto offerto e reso possibile dalla realtà di riferimento, oltre che come capacità nella “con-duzione” delle conoscenze, delle procedure e dei mezzi verso la “pro-duzione”: su queste basi, l’analisi approfondisce l’apporto della “téchne” rispetto sia alla funzione razionale, in accordo al carattere operativo di tipo “calcolante”, sia alla funzione “finalistica” diretta alla “pro-duzione”. Lo studio considera il progetto di architettura quale strumento di previsione e di anticipazione della realtà dell’opera, affermando l’apporto della “téchne” verso il procedimento di formazione e di “guida” dei contenuti nella loro attuazione pratica, “educazione empirica” e “materializzazione”. La disposizione della “téchne” offre al progetto i modi orientati all’“anticipazione conoscitiva” e alla “previsione dei fenomeni”, caratterizzati attraverso gli strumenti (ovvero, i dispositivi progettuali) diretti alla modellazione “predittiva” e alla simulazione della realtà mediante forme di “previsione esplorativa”. Lo studio si focalizza, poi, sull’espressione e sulla composizione del progetto di architettura definite nella capacità tecnico-operativa e nel sapere pratico-strumentale: a tale proposito, l’analisi contempla i caratteri dell’acquisizione e dell’applicazione della capacità “poietica” tesa alla “manipolazione” dei contenuti, dei dati e delle finalità progettuali, alla sperimentazione, anticipata e “calcolata”, del momento pratico dell’azione, e alla pianificazione esecutiva, per mezzo dell’espressione della “ragione calcolante” e dell’“astuzia” prometeica.File | Dimensione | Formato | |
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NASTRI - Téchne e progetto d’architettura - Op. cit. - n. 160 - 2017.pdf
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