Così come non è possibile separare l’azione (le mani) dal pensiero (l’intelletto), allo stesso modo non possiamo relegare le mani a un ruolo ancillare rispetto al linguaggio. L’interazione con l’ambiente – fra cui annovero anche il “corpo altrui” – non avviene infatti attraverso il linguaggio, ma attraverso il corpo, il quale ha come organi di contatto e di esplorazione innanzitutto le mani. La “forza” dell’uomo non sta solamente nell’avere un linguaggio, sta anche, e per certi versi soprattutto, nel saper trasformare la materia e le cose del mondo attraverso le mani: attraverso la manipolazione. Questa trasformazione porta alla produzione di artefatti e strumenti, e quindi alla costruzione del senso e di sistemi semiotici senza i quali nessuna cultura è possibile. Si propone qui una visione della semiosi (la produzione del senso) che vede come primaria l’attività delle mani, le quali, da strumenti di un linguaggio mancato o trascurato possiamo iniziare a vedere come attività semiotica di manipolazione e di trasformazione, capace di dare non solo alla materia nuova forma (come nella modellazione dei vasi), ma anche nuova possibilità di vita (come nella riabilitazione o nella guarigione).

Le mani come strumento di produzione del senso. Un’ipotesi semiotica

ZINGALE, S.
2017-01-01

Abstract

Così come non è possibile separare l’azione (le mani) dal pensiero (l’intelletto), allo stesso modo non possiamo relegare le mani a un ruolo ancillare rispetto al linguaggio. L’interazione con l’ambiente – fra cui annovero anche il “corpo altrui” – non avviene infatti attraverso il linguaggio, ma attraverso il corpo, il quale ha come organi di contatto e di esplorazione innanzitutto le mani. La “forza” dell’uomo non sta solamente nell’avere un linguaggio, sta anche, e per certi versi soprattutto, nel saper trasformare la materia e le cose del mondo attraverso le mani: attraverso la manipolazione. Questa trasformazione porta alla produzione di artefatti e strumenti, e quindi alla costruzione del senso e di sistemi semiotici senza i quali nessuna cultura è possibile. Si propone qui una visione della semiosi (la produzione del senso) che vede come primaria l’attività delle mani, le quali, da strumenti di un linguaggio mancato o trascurato possiamo iniziare a vedere come attività semiotica di manipolazione e di trasformazione, capace di dare non solo alla materia nuova forma (come nella modellazione dei vasi), ma anche nuova possibilità di vita (come nella riabilitazione o nella guarigione).
2017
mani, linguaggio, artefatti, semiotica, semiosi
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1062279
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact