Il contributo mette al centro una ridefinizione del ruolo del progetto urbano nelle “città medie”, soprattutto a partire dalla presenza di un patrimonio edilizio esistente “in eccesso” che può incidere sulla attrattività urbana. Tre i passaggi significativi. Anzitutto l’immaginario della “città media”, intesa come luogo in cui si abita bene, ben dotato di servizi, sicurezza, identità, ecc.: una rappresentazione persistente, che tende a orientare progetti e politiche urbane rischiando talvolta di mettere in ombra rilevanti processi di mutamento. In secondo luogo la sproporzione tra l’abbondanza di risorse spaziali e la limitatezza delle risorse economiche: anche nelle città medie dotate di forte identità si aprono situazioni di incertezza legate a fenomeni di sottoutilizzo e dismissione, che costringono a ripensare i temi della loro attrattività. Infine il progetto urbanistico, che nelle forme assunte nei decenni passati per rigenerare i vuoti e promuovere strategie di valorizzazione mostra alcuni limiti. Al fine di mantenere quelle condizioni di attrattività e abitabilità che vogliono essere la cifra, anche competitiva, delle città medie, il progetto dovrà dotarsi di alcuni requisiti. Tra questi: una capacità di selezionare le priorità e di lavorare per modificazione dell’esistente più che per radicali sostituzioni; una consapevolezza della dimensione del tempo, per evitare i rischi del progetto interrotto; un nuovo dialogo tra pubblico e privati; una attenzione a forme di riuso temporaneo; una eventuale gestione di “rovine contemporanee” nei casi in cui le trasformazioni urbane non si attivino.
Questioni di rigenerazione urbana nelle città medie. Immaginari persistenti, nuove condizioni e requisiti del progetto urbano
C. Merlini
2017-01-01
Abstract
Il contributo mette al centro una ridefinizione del ruolo del progetto urbano nelle “città medie”, soprattutto a partire dalla presenza di un patrimonio edilizio esistente “in eccesso” che può incidere sulla attrattività urbana. Tre i passaggi significativi. Anzitutto l’immaginario della “città media”, intesa come luogo in cui si abita bene, ben dotato di servizi, sicurezza, identità, ecc.: una rappresentazione persistente, che tende a orientare progetti e politiche urbane rischiando talvolta di mettere in ombra rilevanti processi di mutamento. In secondo luogo la sproporzione tra l’abbondanza di risorse spaziali e la limitatezza delle risorse economiche: anche nelle città medie dotate di forte identità si aprono situazioni di incertezza legate a fenomeni di sottoutilizzo e dismissione, che costringono a ripensare i temi della loro attrattività. Infine il progetto urbanistico, che nelle forme assunte nei decenni passati per rigenerare i vuoti e promuovere strategie di valorizzazione mostra alcuni limiti. Al fine di mantenere quelle condizioni di attrattività e abitabilità che vogliono essere la cifra, anche competitiva, delle città medie, il progetto dovrà dotarsi di alcuni requisiti. Tra questi: una capacità di selezionare le priorità e di lavorare per modificazione dell’esistente più che per radicali sostituzioni; una consapevolezza della dimensione del tempo, per evitare i rischi del progetto interrotto; un nuovo dialogo tra pubblico e privati; una attenzione a forme di riuso temporaneo; una eventuale gestione di “rovine contemporanee” nei casi in cui le trasformazioni urbane non si attivino.File | Dimensione | Formato | |
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