Attraverso il racconto dell’esperienza di «ascolto attivo e progettazione partecipata» svolta nell’ambito del processo di trasformazione urbana della Caserma Mameli a Milano, il contributo intende mettere a fuoco alcune criticità e alcuni punti di forza di una consultazione popolare avviata a progetto già maturo. In particolare, ci si concentra sulla pratica partecipativa come risorsa per la trasformazione della città; sulla necessità di temperare la domanda locale e attuale a confronto con la rilevanza urbana e di lungo periodo della trasformazione luoghi; sulla potenziale migrazione dalla nozione di ‘partecipazione’ a quella di ‘progetto d’uso’; sul punto di vista del progettista. Ciò che ha reso ‘sperimentale’ “Open Mameli” è stata la ‘scoperta’ che i vincoli dati all’avviamento dell’esperienza possono essere assunti come risorsa, consentendo di pervenire a una sintesi di richieste, raccomandazioni e auspicii piuttosto precisa e che le competenze tecniche relative alle discipline del progetto, messe a servizio dell’intelligenza della società civile, possano avere un ruolo centrale per pervenire a tale sintesi. Il contributo intende offrire una riflessione sull’importanza della terzietà e sulla qualità della relazione fiduciaria tra cittadini e ‘mediatori’; sul rapporto tra ascolto attivo e progetto aperto; sul ruolo delle competenze tecniche nella produzione di un immaginario urbano e, insieme, nella traduzione dei desideri dei cittadini.
Costruzione dei luoghi/costruzione del consenso. Una riflessione a partire dal caso studio della trasformazione della Caserma Mameli a Milano
L. Montedoro
2017-01-01
Abstract
Attraverso il racconto dell’esperienza di «ascolto attivo e progettazione partecipata» svolta nell’ambito del processo di trasformazione urbana della Caserma Mameli a Milano, il contributo intende mettere a fuoco alcune criticità e alcuni punti di forza di una consultazione popolare avviata a progetto già maturo. In particolare, ci si concentra sulla pratica partecipativa come risorsa per la trasformazione della città; sulla necessità di temperare la domanda locale e attuale a confronto con la rilevanza urbana e di lungo periodo della trasformazione luoghi; sulla potenziale migrazione dalla nozione di ‘partecipazione’ a quella di ‘progetto d’uso’; sul punto di vista del progettista. Ciò che ha reso ‘sperimentale’ “Open Mameli” è stata la ‘scoperta’ che i vincoli dati all’avviamento dell’esperienza possono essere assunti come risorsa, consentendo di pervenire a una sintesi di richieste, raccomandazioni e auspicii piuttosto precisa e che le competenze tecniche relative alle discipline del progetto, messe a servizio dell’intelligenza della società civile, possano avere un ruolo centrale per pervenire a tale sintesi. Il contributo intende offrire una riflessione sull’importanza della terzietà e sulla qualità della relazione fiduciaria tra cittadini e ‘mediatori’; sul rapporto tra ascolto attivo e progetto aperto; sul ruolo delle competenze tecniche nella produzione di un immaginario urbano e, insieme, nella traduzione dei desideri dei cittadini.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Workshop_8_Atti_XX_Conferenza_Nazionale_SIU_Roma_Planum_Publisher_2017.pdf
accesso aperto
Descrizione: Contributo completo
:
Publisher’s version
Dimensione
12.64 MB
Formato
Adobe PDF
|
12.64 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Indice_Atti_XX_Conferenza_Nazionale_SIU_Roma_Planum_Publisher_2017.pdf
accesso aperto
Descrizione: Indice del volume
:
Publisher’s version
Dimensione
287.74 kB
Formato
Adobe PDF
|
287.74 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.