La basilica palatina di Santa Barbara, edificata nel contesto del Palazzo Ducale di Mantova, costituisce sicuramente un unicum del panorama architettonico del secondo Cinquecento. Definita da Jacopo Strada “la più bella che io abbia visto in tutta Italia”, menzionata nella Scrittura sopra il duomo di Brescia (7 maggio 1567) da Andrea Palladio, costituisce un interessante esperimento di edificio basilicale maturato in concomitanza e negli anni immediatamente all’indomani del Concilio di Trento. Il saggio, alla luce di documenti editi e inediti, dei dati geometrici, materiali e strutturali emersi in occasione dei recenti restauri, restituisce la genesi dell’edificio e le tappe di una costruzione avvenuta per parti e non senza ripensamenti ed incidenti. Accidenti che, in ultima istanza, hanno però consegnato alla storia dell’architettura un edificio che non conosce precedenti e filiazioni. Ispirata dal cardinale Ercole Gonzaga, voluta dal duca Guglielmo, ideata dal pittore e architetto Giovanni Battista Bertani, eretta, fra gli altri, dagli architetti Paolo Covo, Cesare e Pompeo Pedemonte, fu fregiata dalle pale dipinte da Domenico Brusasorci, Ippolito Andreasi, Lorenzo Costa, Luigi Costa, Teodoro Ghisi e Giovan Battista Giacarollo, delle “coltrine” di Giulio Rubone, Felice Faggiani e Giovanni Francesco Mierini (tutti allievi o cresciuti in un contesto artistico impregnato della lezione di Giulio Romano) e impreziosita dallo straordinario organo di Graziadio Antegnati per essere chiesa, mausoleo e luogo di specifiche, coreografiche e scenografiche liturgie. In un vasto e luminoso ambiente, che è sintesi di impianto longitudinale e centrale, sotto due inedite, grandi lanterne finestrate, sull’alto podio che cela la cripta, dotata di uno straordinario tesoro reliquiario, vi si celebrarono, se non le glorie dell’intero casato, perlomeno quelle di chi la volle fortemente, il duca Guglielmo Gonzaga, che vi fu sepolto.

"Templum et turrem extruxit". La gonzaghesca basilica palatina di Santa Barbara

C. Togliani
2017-01-01

Abstract

La basilica palatina di Santa Barbara, edificata nel contesto del Palazzo Ducale di Mantova, costituisce sicuramente un unicum del panorama architettonico del secondo Cinquecento. Definita da Jacopo Strada “la più bella che io abbia visto in tutta Italia”, menzionata nella Scrittura sopra il duomo di Brescia (7 maggio 1567) da Andrea Palladio, costituisce un interessante esperimento di edificio basilicale maturato in concomitanza e negli anni immediatamente all’indomani del Concilio di Trento. Il saggio, alla luce di documenti editi e inediti, dei dati geometrici, materiali e strutturali emersi in occasione dei recenti restauri, restituisce la genesi dell’edificio e le tappe di una costruzione avvenuta per parti e non senza ripensamenti ed incidenti. Accidenti che, in ultima istanza, hanno però consegnato alla storia dell’architettura un edificio che non conosce precedenti e filiazioni. Ispirata dal cardinale Ercole Gonzaga, voluta dal duca Guglielmo, ideata dal pittore e architetto Giovanni Battista Bertani, eretta, fra gli altri, dagli architetti Paolo Covo, Cesare e Pompeo Pedemonte, fu fregiata dalle pale dipinte da Domenico Brusasorci, Ippolito Andreasi, Lorenzo Costa, Luigi Costa, Teodoro Ghisi e Giovan Battista Giacarollo, delle “coltrine” di Giulio Rubone, Felice Faggiani e Giovanni Francesco Mierini (tutti allievi o cresciuti in un contesto artistico impregnato della lezione di Giulio Romano) e impreziosita dallo straordinario organo di Graziadio Antegnati per essere chiesa, mausoleo e luogo di specifiche, coreografiche e scenografiche liturgie. In un vasto e luminoso ambiente, che è sintesi di impianto longitudinale e centrale, sotto due inedite, grandi lanterne finestrate, sull’alto podio che cela la cripta, dotata di uno straordinario tesoro reliquiario, vi si celebrarono, se non le glorie dell’intero casato, perlomeno quelle di chi la volle fortemente, il duca Guglielmo Gonzaga, che vi fu sepolto.
2017
Architettura e urbanistica nei carteggi gonzagheschi. Contributi per l'età moderna
9788893591300
Giovanni Battista Bertani, pittore e architetto
Mantova, Basilica di Santa Barbara
Mantova, Palazzo Ducale
Storia dell'Architettura
Cesare Pedemonte, pittore e architetto
Pompeo Pedemonte, pittore e architetto
Guglielmo Gonzaga, duca di Mantova
Ercole Gonzaga, cardinale
Domenico Brusasorci, pittore
Lorenzo Costa, pittore
Giulio Rubone, pittore
Felice Faggiani, pittore
Ippolito Andreasi, pittore
Luigi Costa, pittore
Teodoro Ghisi, pittore
Giovanni Battista Giacarollo, pittore
Giovanni Francesco Mierino, pittore
Paolo Covo, architetto
Baldassarre Preti, sovrastante
"Mastro Copino", muratore
Giovanni Barozzi, muratore
Giovanni Maria Onger, sovrastante
Giovanni Mazzaglia da Brescia, fabbro ferraio
Giovanni Anteo "dalle Feriate", fabbro ferraio
Bernardino Nannini, tagliapietre e scultore
Giulio Anastasi, pittore
Giovanni Benagli, scultore e intagliatore
Francesco Pandino, doratore
Felice Faggiani, doratore
Sebastiano Fontanella, tagliapietra e scultore
Lorenzo di Bernardi, tagliapietra e scultore
Anteo Mola, scultore e intagliatore
Giulio Fontanella, tagliapietra e scultore
Andrea Palladio, architetto
Jacopo Strada, pittore e architetto
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