In occasione del bicentenario della morte di Giuseppe Piermarini (1734-1808), l’Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze, Lettere e Arti di Mantova ha affidato all’autore, Carlo Togliani, l’allestimento di una mostra documentaria dedicata alla storia plurisecolare dell’istituzione e della sua storica sede, rinnovata fra 1770 e 1775 su progetto dell’architetto folignate e con la collaborazione del veronese Paolo Pozzo. La ricerca, condotta in Mantova nell’archivio e nella biblioteca dell’Accademia Nazionale Virgiliana, in quelli di Stato e di Palazzo Ducale, e a Foligno nella locale Biblioteca Comunale, ha restituito documenti parzialmente o integralmente inediti relativi al cantiere accademico. Ne sono emerse interessanti notizie circa i rapporti con i committenti (i conti Carlo di Firmian e Carlo Colloredo), coi consulenti (l’abate Giovanni Girolamo Carli e il barone Giuseppe de Sperges), coi revisori (gli architetti Nikolaus von Pacassi e Gaetano Crevola), con gli artefici coinvolti (l’architetto Pozzo, i pittori Hubert Maurer e Giuseppe Bottani, lo stuccatore Stanislao Somazzi). Dai carteggi sono emersi anche un inedito autografo piermariniano, attestante la nomina ad accademico virgiliano (sino ad oggi ignorata), e materiale bibliografico ed iconografico noto e meno noto. Il saggio, oltre ad illustrare quanto esposto in occasione della mostra, raccoglie, in un’apposita appendice, i Documenti piermariniani nell’Archivio di Stato di Mantova, conservati nel Fondo Documenti Patrii Carlo D’Arco, b. 45, offrendone un’inedita, integrale trascrizione in forma di raccolta. Si tratta di copie di lettere scritte da Piermarini, o a lui dirette fra 1773 e 1784, nell’ambito dell’attività mantovana, rinvenute da Carlo D’Arco presso Giuliano Pozzo, figlio dell’architetto Paolo che dell’architetto folignate fu il braccio operativo in terra virgiliana, copiate dal dicembre 1842 e l’aprile 1843. Fra i corrispondenti di Pozzo, oltre a Piermarini (ma in relazione con quest’ultimo e in quegli anni impegnato a Milano nelle fabbriche del Palazzo Reale e nell’allestimento della chiesa di San Fedele per la morte dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria), figurano lo scultore Giuseppe Franchi e l’incisore Giacomo Frey. Dalle lettere si evincono scambi di opinioni e consulenze in materia artistica e architettonica (soprattutto riguardo al Palazzo Accademico e agli altri cantieri diretti da Pozzo in Mantova: il Palazzo di Corte già Ducale, la Biblioteca Comunale, la chiesa di Santa Maria del Popolo, il Ginnasio, l’Orfanotrofio, l’adattamento dell’ex Collegio Gesuitico, Palazzo Te), ma anche cortesie, confidenze e critiche, queste ultime riservate soprattutto all’architetto Giocondo Albertolli e al pittore Giovanni Bottani.
L'Accademia in onore di Piermarini. In mostra i documenti degli archivi mantovani
C. Togliani
2016-01-01
Abstract
In occasione del bicentenario della morte di Giuseppe Piermarini (1734-1808), l’Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze, Lettere e Arti di Mantova ha affidato all’autore, Carlo Togliani, l’allestimento di una mostra documentaria dedicata alla storia plurisecolare dell’istituzione e della sua storica sede, rinnovata fra 1770 e 1775 su progetto dell’architetto folignate e con la collaborazione del veronese Paolo Pozzo. La ricerca, condotta in Mantova nell’archivio e nella biblioteca dell’Accademia Nazionale Virgiliana, in quelli di Stato e di Palazzo Ducale, e a Foligno nella locale Biblioteca Comunale, ha restituito documenti parzialmente o integralmente inediti relativi al cantiere accademico. Ne sono emerse interessanti notizie circa i rapporti con i committenti (i conti Carlo di Firmian e Carlo Colloredo), coi consulenti (l’abate Giovanni Girolamo Carli e il barone Giuseppe de Sperges), coi revisori (gli architetti Nikolaus von Pacassi e Gaetano Crevola), con gli artefici coinvolti (l’architetto Pozzo, i pittori Hubert Maurer e Giuseppe Bottani, lo stuccatore Stanislao Somazzi). Dai carteggi sono emersi anche un inedito autografo piermariniano, attestante la nomina ad accademico virgiliano (sino ad oggi ignorata), e materiale bibliografico ed iconografico noto e meno noto. Il saggio, oltre ad illustrare quanto esposto in occasione della mostra, raccoglie, in un’apposita appendice, i Documenti piermariniani nell’Archivio di Stato di Mantova, conservati nel Fondo Documenti Patrii Carlo D’Arco, b. 45, offrendone un’inedita, integrale trascrizione in forma di raccolta. Si tratta di copie di lettere scritte da Piermarini, o a lui dirette fra 1773 e 1784, nell’ambito dell’attività mantovana, rinvenute da Carlo D’Arco presso Giuliano Pozzo, figlio dell’architetto Paolo che dell’architetto folignate fu il braccio operativo in terra virgiliana, copiate dal dicembre 1842 e l’aprile 1843. Fra i corrispondenti di Pozzo, oltre a Piermarini (ma in relazione con quest’ultimo e in quegli anni impegnato a Milano nelle fabbriche del Palazzo Reale e nell’allestimento della chiesa di San Fedele per la morte dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria), figurano lo scultore Giuseppe Franchi e l’incisore Giacomo Frey. Dalle lettere si evincono scambi di opinioni e consulenze in materia artistica e architettonica (soprattutto riguardo al Palazzo Accademico e agli altri cantieri diretti da Pozzo in Mantova: il Palazzo di Corte già Ducale, la Biblioteca Comunale, la chiesa di Santa Maria del Popolo, il Ginnasio, l’Orfanotrofio, l’adattamento dell’ex Collegio Gesuitico, Palazzo Te), ma anche cortesie, confidenze e critiche, queste ultime riservate soprattutto all’architetto Giocondo Albertolli e al pittore Giovanni Bottani.File | Dimensione | Formato | |
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