Nel XX secolo la fotografia entra a pieno titolo nel settore delle costruzioni come mezzo di diffusione e affermazione dei nuovi principi espressivi dell’architettura, divenendo col passare degli anni strumento di indagine e interpretazione. “Traccia artificiale della realtà” in forma di vista spazialmente definita, la fotografia permette di comunicare e condividere sensazioni visive proprie di chi fotografa. Ma pur rimanendo uno strumento intenzionale, essa consente di condividere sensazioni visive permettendo l’interpretazione del suo contenuto anche a distanza di tempo. In particolare, il rapporto tra fotografia e costruzione va oltre l’immagine architettonica evidenziando, della condizione propriamente tangibile dell’architettura, sia gli aspetti figurativi della tettonica di un corpo di fabbrica sia la fisicità materiale delle sue componenti e superfici. I possibili attraversamenti della iconografia del cantiere nella modernità, che svelano i processi costruttivi di architetture esemplari, sanciscono il cantiere in una sorta di dispositivo didattico. La fotografia caratterizza profondamente il “restauro del moderno”: il primo settore di studi e applicazione progettuale della storia a essere accompagnato con continuità dalla sua presenza evidente. In assenza di paradigmi interpretativi assoluti e univoci per decidere l’attendibilità dell’immagine fotografica come documento operativo, la fotografia può essere presa in considerazione all’interno di percorsi di riscontro critico orientati alla sua “contestualizzazione” di prodotto documentale.
Fotografia e costruzione: da strumento di conoscenza a documento operativo
P. Galliani
2017-01-01
Abstract
Nel XX secolo la fotografia entra a pieno titolo nel settore delle costruzioni come mezzo di diffusione e affermazione dei nuovi principi espressivi dell’architettura, divenendo col passare degli anni strumento di indagine e interpretazione. “Traccia artificiale della realtà” in forma di vista spazialmente definita, la fotografia permette di comunicare e condividere sensazioni visive proprie di chi fotografa. Ma pur rimanendo uno strumento intenzionale, essa consente di condividere sensazioni visive permettendo l’interpretazione del suo contenuto anche a distanza di tempo. In particolare, il rapporto tra fotografia e costruzione va oltre l’immagine architettonica evidenziando, della condizione propriamente tangibile dell’architettura, sia gli aspetti figurativi della tettonica di un corpo di fabbrica sia la fisicità materiale delle sue componenti e superfici. I possibili attraversamenti della iconografia del cantiere nella modernità, che svelano i processi costruttivi di architetture esemplari, sanciscono il cantiere in una sorta di dispositivo didattico. La fotografia caratterizza profondamente il “restauro del moderno”: il primo settore di studi e applicazione progettuale della storia a essere accompagnato con continuità dalla sua presenza evidente. In assenza di paradigmi interpretativi assoluti e univoci per decidere l’attendibilità dell’immagine fotografica come documento operativo, la fotografia può essere presa in considerazione all’interno di percorsi di riscontro critico orientati alla sua “contestualizzazione” di prodotto documentale.File | Dimensione | Formato | |
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