«Forse in questa chiesa, per l’eccellenza dello schema architettonico e per il fortunato contributo di eccellenti artisti quali Silva, Barberini, Pozzi e Carloni, l’arte ticinese ha creato il suo capolavoro» (Simona 1949). Questo complesso (ed eccezionale) apparato decorativo presente nella chiesa parrocchiale di Castel San Pietro ha purtroppo risentito del passare del tempo. Infiltrazioni d’acqua dalla copertura, presenza di umidità nelle murature, efflorescenze saline, dilatazioni termiche, ossidazione degli elementi metallici e tensioni differenziali tra i diversi strati, sono state alcune delle cause delle problematiche di degrado più o meno gravi che oggi – come già in passato – hanno reso necessario trovare un rimedio e una soluzione per poter tramandare queste opere alle generazioni future. Questo volume racconta il percorso conoscitivo preliminare al progetto di conservazione, che si è articolato lungo un arco temporale di cinque anni (per certi aspetti ancora in corso). Descrive le scelte di progetto per la conservazione dei manufatti in stucco e il cantiere pilota dove queste operazioni sono state testate prima di essere estese a tutta la chiesa. Le diverse problematiche presenti sono state affrontate secondo un approccio multi/transdisciplinare in cui numerose competenze si sono intrecciate (architetti, storici, storici dell’arte, ingegneri, chimici, petrografi, geometri, restauratori) nella consapevolezza che tutti gli interventi eseguiti nella chiesa in periodi diversi – compresi quelli novecenteschi – siano una delle tante stratificazioni che nel tempo si sono sovrapposte e, quindi, siano portatrici di una pluralità di valori. Rimuoverle o demolirle sarebbe una perdita in termini di cultura e di sapere, nonché un’operazione irrispettosa di quel passato che definisce quel luogo per come è adesso. Si tratta di “storie” diverse e articolate fatte di tante domande e poche risposte i cui protagonisti sono artisti, maestranze, parroci, comunità. Poter leggere (o ri-leggere) queste storie senza che paragrafi importanti – magari a volte anche mal scritti ma comunque figli del loro tempo – vengano cancellati, permette di non appiattire l’edificio a un unico periodo mantenendo la complessità presente nella chiesa conosciuta ed amata da oltre un secolo nell’aspetto attuale.

La chiesa di Castel San Pietro in Canton Ticino. Studi, Restauri, Conservazione

Francesca Albani
2017-01-01

Abstract

«Forse in questa chiesa, per l’eccellenza dello schema architettonico e per il fortunato contributo di eccellenti artisti quali Silva, Barberini, Pozzi e Carloni, l’arte ticinese ha creato il suo capolavoro» (Simona 1949). Questo complesso (ed eccezionale) apparato decorativo presente nella chiesa parrocchiale di Castel San Pietro ha purtroppo risentito del passare del tempo. Infiltrazioni d’acqua dalla copertura, presenza di umidità nelle murature, efflorescenze saline, dilatazioni termiche, ossidazione degli elementi metallici e tensioni differenziali tra i diversi strati, sono state alcune delle cause delle problematiche di degrado più o meno gravi che oggi – come già in passato – hanno reso necessario trovare un rimedio e una soluzione per poter tramandare queste opere alle generazioni future. Questo volume racconta il percorso conoscitivo preliminare al progetto di conservazione, che si è articolato lungo un arco temporale di cinque anni (per certi aspetti ancora in corso). Descrive le scelte di progetto per la conservazione dei manufatti in stucco e il cantiere pilota dove queste operazioni sono state testate prima di essere estese a tutta la chiesa. Le diverse problematiche presenti sono state affrontate secondo un approccio multi/transdisciplinare in cui numerose competenze si sono intrecciate (architetti, storici, storici dell’arte, ingegneri, chimici, petrografi, geometri, restauratori) nella consapevolezza che tutti gli interventi eseguiti nella chiesa in periodi diversi – compresi quelli novecenteschi – siano una delle tante stratificazioni che nel tempo si sono sovrapposte e, quindi, siano portatrici di una pluralità di valori. Rimuoverle o demolirle sarebbe una perdita in termini di cultura e di sapere, nonché un’operazione irrispettosa di quel passato che definisce quel luogo per come è adesso. Si tratta di “storie” diverse e articolate fatte di tante domande e poche risposte i cui protagonisti sono artisti, maestranze, parroci, comunità. Poter leggere (o ri-leggere) queste storie senza che paragrafi importanti – magari a volte anche mal scritti ma comunque figli del loro tempo – vengano cancellati, permette di non appiattire l’edificio a un unico periodo mantenendo la complessità presente nella chiesa conosciuta ed amata da oltre un secolo nell’aspetto attuale.
2017
Gangemi Editore International
9788849235425
conservation, religious heritage, stuccos, preservation
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1041917
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