Si scrive BIM (Building Information Modelling) ma si legge “gestione delle informazioni” lungo tutto il processo e la filiera. Come tutti gli acronimi di successo sono oramai più quelli che lo citano e ne parlano che quelli che lo usano e ne traggono gli indubbi benefici. Essendo una rivoluzione metodologica, oltre e prima che strumentale, il passaggio da un approccio tradizionale, il cui strumento simbolo era il CAD, ad uno digitale compiuto, il cui strumento utile è il database con i software di BIM Authoring e lo specchietto per le allodole il 3D, il BIM rappresenta un divenire che ci occuperà per i prossimi 5-10 anni con costanti e continue evoluzioni. È una rivoluzione che non dipende dal settore delle costruzioni ma dall’elettronica e l’informatica (come dal fax all’e-mail) e quindi per il settore inarrestabile quanto ineludibile. Conviene allora cominciare, il prima possibile, a prenderne le misure, per non risultarne travolti anziché coinvolti. Questo testo vuole essere una iniziale introduzione (ragionata) all’opportunità che si presenta (piccoli e grandi, imprese e professionisti, committenti e utenti) anziché al problema che si teme. Una prima parte introduttiva al metodo, una seconda più applicativa verso gli strumenti, una terza di ragionamento trasversale: open BIM e interoperabilità di software e di operatori. Chiude uno sguardo alla ricca realtà italiana, con piccoli esempi nella ricerca universitaria e tra i giovani BIM manager locali. Perché il BIM, quello davvero innovativo, espressione della creatività e dell’inventiva che ci distinguono nel mondo in tutti gli altri settori, non è all’estero ma nei nostri BIM boys and girls nazionali. E quando lo troverete in giro per il mondo, non temete, avrà sì un cappello internazionale nei mezzi, ma parlerà sempre più Italiano nella sostanza.

Il BIM: introduzione alle costruzioni digitali

a. pavan
2017-01-01

Abstract

Si scrive BIM (Building Information Modelling) ma si legge “gestione delle informazioni” lungo tutto il processo e la filiera. Come tutti gli acronimi di successo sono oramai più quelli che lo citano e ne parlano che quelli che lo usano e ne traggono gli indubbi benefici. Essendo una rivoluzione metodologica, oltre e prima che strumentale, il passaggio da un approccio tradizionale, il cui strumento simbolo era il CAD, ad uno digitale compiuto, il cui strumento utile è il database con i software di BIM Authoring e lo specchietto per le allodole il 3D, il BIM rappresenta un divenire che ci occuperà per i prossimi 5-10 anni con costanti e continue evoluzioni. È una rivoluzione che non dipende dal settore delle costruzioni ma dall’elettronica e l’informatica (come dal fax all’e-mail) e quindi per il settore inarrestabile quanto ineludibile. Conviene allora cominciare, il prima possibile, a prenderne le misure, per non risultarne travolti anziché coinvolti. Questo testo vuole essere una iniziale introduzione (ragionata) all’opportunità che si presenta (piccoli e grandi, imprese e professionisti, committenti e utenti) anziché al problema che si teme. Una prima parte introduttiva al metodo, una seconda più applicativa verso gli strumenti, una terza di ragionamento trasversale: open BIM e interoperabilità di software e di operatori. Chiude uno sguardo alla ricca realtà italiana, con piccoli esempi nella ricerca universitaria e tra i giovani BIM manager locali. Perché il BIM, quello davvero innovativo, espressione della creatività e dell’inventiva che ci distinguono nel mondo in tutti gli altri settori, non è all’estero ma nei nostri BIM boys and girls nazionali. E quando lo troverete in giro per il mondo, non temete, avrà sì un cappello internazionale nei mezzi, ma parlerà sempre più Italiano nella sostanza.
2017
BIM, UNI 11337, digitalizzazione costruzioni,
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