Leggere le trasformazioni dell’urbano a partire dalle pratiche di mobilità costituisce una prospettiva tra le più efficaci per far emergere nuove questioni urbane e scenari di innovazione. Questo non solo in relazione alla intensità e alla rilevanza delle relazioni materiali e immateriali che attraversano e strutturano i territori della contemporaneità e che pongono sfide impegnative alle politiche urbane, chiamate a garantire efficienza, vivibilità ed equità nell’accesso alle risorse di un territorio. Vi è una ragione sostanziale che va oltre la dimensione fisica della mobilità – intesa cioè come spostamento – e che abbraccia una interpretazione della stessa come «parte del processo di produzione sociale di tempo e di spazio» (Cresswell, 2006, p. 5). In questa interpretazione la mobilità, in quanto capace di descrivere la variabilità spazio-temporale delle pratiche urbane, diventa strumento euristico, utile per restituire le trasformazioni della città contemporanea, perché la stessa consente di passare attraverso diverse scale dei fenomeni osservati, permette di tenere insieme dimensione spaziale e temporale delle dinamiche urbane, consente di leggere la città a partire dai ritmi delle pratiche che in essa si svolgono. Questo è lo sguardo proposto in questo testo che intende descrivere le trasformazioni della città contemporanea a partire da una lettura della riorganizzazione e ristrutturazione delle geografie dei movimenti nei tasselli oggetto della ricerca e con un approfondimento sulla Regione Urbana Milanese.
Post-metropoli: una città in movimento
PUCCI, PAOLA
2017-01-01
Abstract
Leggere le trasformazioni dell’urbano a partire dalle pratiche di mobilità costituisce una prospettiva tra le più efficaci per far emergere nuove questioni urbane e scenari di innovazione. Questo non solo in relazione alla intensità e alla rilevanza delle relazioni materiali e immateriali che attraversano e strutturano i territori della contemporaneità e che pongono sfide impegnative alle politiche urbane, chiamate a garantire efficienza, vivibilità ed equità nell’accesso alle risorse di un territorio. Vi è una ragione sostanziale che va oltre la dimensione fisica della mobilità – intesa cioè come spostamento – e che abbraccia una interpretazione della stessa come «parte del processo di produzione sociale di tempo e di spazio» (Cresswell, 2006, p. 5). In questa interpretazione la mobilità, in quanto capace di descrivere la variabilità spazio-temporale delle pratiche urbane, diventa strumento euristico, utile per restituire le trasformazioni della città contemporanea, perché la stessa consente di passare attraverso diverse scale dei fenomeni osservati, permette di tenere insieme dimensione spaziale e temporale delle dinamiche urbane, consente di leggere la città a partire dai ritmi delle pratiche che in essa si svolgono. Questo è lo sguardo proposto in questo testo che intende descrivere le trasformazioni della città contemporanea a partire da una lettura della riorganizzazione e ristrutturazione delle geografie dei movimenti nei tasselli oggetto della ricerca e con un approfondimento sulla Regione Urbana Milanese.File | Dimensione | Formato | |
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