Nel corso del Quattrocento, a Milano come nelle altre città, i maestri delle diverse professioni e arti scelsero di riunirsi e di essere rappresentati da una corporazione. Queste scuole, paratici, confraternite, o università erano aggregate a chiese e a cappelle, e i loro nomi riprendevano quelli del santo protettore dell’arte. I regolamenti e le norme di ammissione e di adesione erano tra loro simili, e analogo era l’obiettivo per il quale erano state create: il carattere del sodalizio era, infatti, solo in apparenza religioso, perché prevedeva forme di aiuto ai maestri in caso di bisogno e finalità nel tempo sempre più legate al riconoscimento e alla tutela della propria arte. La Scuola dei Santi Quattro Coronati accolse per oltre tre secoli i lapicidi e gli scultori impegnati nella costruzione del Duomo di Milano, e tra questi anche quelli poi nominati architetti o ingegneri. Il volume è l’esito di una ricerca che, grazie agli atti di convocazione conservati nel fondo Notarile dell’Archivio di Stato di Milano o in copia presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo, ha documentato l’organizzazione del cantiere e quella della Scuola, che non aspirò mai allo status di università o di paratico cittadino, oltre alle presenze dei maestri attivi nella costruzione. Queste vicende descrivono dunque un interessante capitolo di storia economica e di storia delle tecniche costruttive, e rafforzano l’ipotesi che Milano abbia rappresentato un significativo “luogo di passaggio” verso altre regioni italiane e altri stati, soprattutto per gli artisti della “regione dei laghi” che, come apprendisti o maestri affermati, qui si formarono o lavorarono per poi migrare nei più importanti cantieri europei.
La Scuola dei Santi Quattro Coronati Architetti, scultori e lapicidi del Duomo di Milano (1451-1786)
REPISHTI, FRANCESCO
2017-01-01
Abstract
Nel corso del Quattrocento, a Milano come nelle altre città, i maestri delle diverse professioni e arti scelsero di riunirsi e di essere rappresentati da una corporazione. Queste scuole, paratici, confraternite, o università erano aggregate a chiese e a cappelle, e i loro nomi riprendevano quelli del santo protettore dell’arte. I regolamenti e le norme di ammissione e di adesione erano tra loro simili, e analogo era l’obiettivo per il quale erano state create: il carattere del sodalizio era, infatti, solo in apparenza religioso, perché prevedeva forme di aiuto ai maestri in caso di bisogno e finalità nel tempo sempre più legate al riconoscimento e alla tutela della propria arte. La Scuola dei Santi Quattro Coronati accolse per oltre tre secoli i lapicidi e gli scultori impegnati nella costruzione del Duomo di Milano, e tra questi anche quelli poi nominati architetti o ingegneri. Il volume è l’esito di una ricerca che, grazie agli atti di convocazione conservati nel fondo Notarile dell’Archivio di Stato di Milano o in copia presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo, ha documentato l’organizzazione del cantiere e quella della Scuola, che non aspirò mai allo status di università o di paratico cittadino, oltre alle presenze dei maestri attivi nella costruzione. Queste vicende descrivono dunque un interessante capitolo di storia economica e di storia delle tecniche costruttive, e rafforzano l’ipotesi che Milano abbia rappresentato un significativo “luogo di passaggio” verso altre regioni italiane e altri stati, soprattutto per gli artisti della “regione dei laghi” che, come apprendisti o maestri affermati, qui si formarono o lavorarono per poi migrare nei più importanti cantieri europei.File | Dimensione | Formato | |
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