Il dibattito su “Bramantino architetto” si è arricchito negli ultimi anni di nuovi episodi e di nuovi punti di vista che ci suggeriscono una riflessione più ampia sul ruolo di ’‘architetto’ all’inizio del Cinquecento e sul fatto che, a volte e con troppa facilità proiettiamo sul passato semplificazioni proprie della contemporaneità. Può dunque essere utile, per non associare l’attività di Bramantino a quella di un normale architetto e per non far precipitare le ipotesi in certezze, prolungando così quel gioco dove le stesse, vicendevolmente, costituiscono documenti con valore di prova, tentare di ritornare su alcuni dei fatti che la storiografia ha già da tempo evidenziato per accertare questo suo status. I suoi rapporti con il Duomo di Milano appaiono ad esempio funzionali alla nostra analisi perché rappresentano due degli episodi chiamati spesso in causa: nel 1503 Bramantino, pictor, è uno dei giudici nominati per il concorso della nuova porta del transetto settentrionale alla cui competizione, partecipano tre diversi gruppi di ingegneri-scultori. Si tratta di uno degli episodi più belli della storia di questo cantiere che Luca Beltrami ha già magistralmente messo in luce oltre un secolo fa . Nel 1519, Bramantino è invece presente come magister tra gli esperti delle arti e dell’architettura alla riunione nella quale si decide la costruzione di un nuovo modello ligneo del Duomo . Al di fuori di queste due occasioni non possediamo nessuna altra documentazione relativa a incarichi o a pagamenti per opere o per progetti, sia architettonici che artistici; i rapporti tra Bramantino e la più importante Fabbrica milanese sono dunque molto scarsi e questo è un primo dato, certo, già da sé eloquente.

Bramantino e il Duomo di Milano

REPISHTI, FRANCESCO
2017-01-01

Abstract

Il dibattito su “Bramantino architetto” si è arricchito negli ultimi anni di nuovi episodi e di nuovi punti di vista che ci suggeriscono una riflessione più ampia sul ruolo di ’‘architetto’ all’inizio del Cinquecento e sul fatto che, a volte e con troppa facilità proiettiamo sul passato semplificazioni proprie della contemporaneità. Può dunque essere utile, per non associare l’attività di Bramantino a quella di un normale architetto e per non far precipitare le ipotesi in certezze, prolungando così quel gioco dove le stesse, vicendevolmente, costituiscono documenti con valore di prova, tentare di ritornare su alcuni dei fatti che la storiografia ha già da tempo evidenziato per accertare questo suo status. I suoi rapporti con il Duomo di Milano appaiono ad esempio funzionali alla nostra analisi perché rappresentano due degli episodi chiamati spesso in causa: nel 1503 Bramantino, pictor, è uno dei giudici nominati per il concorso della nuova porta del transetto settentrionale alla cui competizione, partecipano tre diversi gruppi di ingegneri-scultori. Si tratta di uno degli episodi più belli della storia di questo cantiere che Luca Beltrami ha già magistralmente messo in luce oltre un secolo fa . Nel 1519, Bramantino è invece presente come magister tra gli esperti delle arti e dell’architettura alla riunione nella quale si decide la costruzione di un nuovo modello ligneo del Duomo . Al di fuori di queste due occasioni non possediamo nessuna altra documentazione relativa a incarichi o a pagamenti per opere o per progetti, sia architettonici che artistici; i rapporti tra Bramantino e la più importante Fabbrica milanese sono dunque molto scarsi e questo è un primo dato, certo, già da sé eloquente.
2017
Bramantino e le arti nella Lombardia francese (1499-1525)
9788857234342
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