La promozione della cultura è tra gli obiettivi esposti dal recente statuto della Città Metropolitana di Milano. Non è chiaro se e come questo prefiguri nuove strategie per fare leva su cultura e creatività e per promuovere lo sviluppo dell’area metropolitana. Una recente ricerca condotta da Walter Santagata e noi per l’Osservatorio della Fondazione Cariplo evidenzia i molti aspetti critici, ma anche le grandi opportunità emergenti su questo fronte nel contesto milanese. La regione milanese è una delle aree più produttive e trainanti del nostro paese, anche grazie a una ricca eredità di lungo periodo, capacità d’innovare e una società civile che è stata vivace nell’integrare cultura ed economia locale. Tuttavia cultura e creatività non sono oggi percepite unanimemente e trattate pubblicamente come una priorità d’intervento a scala metropolitana, né come un settore economico di rilievo. Negli ultimi quindici anni ci sono stati pochi progetti culturali che hanno portato l’offerta culturale di Milano a fare un “salto di scala”. Negli ultimi tempi, gli attori più dinamici della cultura e della creatività milanese procedono individualmente, contribuendo poco per volta alla rivitalizzazione di parti di città, perdendo però l’opportunità di coordinare questi effetti con altri, bilanciarli con servizi dedicati (non solo culturali), e guidarne le ricadute territoriali. Salvo poche eccellenze e qualche esperienza in cui gli effetti positivi di sistema sono evidenti (ad esempio Fuorisalone o Festival MITO), il capitale sociale e reputazionale disponibile per il rilancio culturale e creativo di Milano si sta progressivamente indebolendo. L’occasione dell’Expo 2015 ha certamente mobilitato molteplici attori in vista dell’evento, ravvicinando però l’orizzonte temporale della programmazione culturale e riducendo le energie disponibili per altri progetti. Vari operatori del settore riscontrano da un lato una progressiva carenza di visione, energie e di capacità strategica e dall’altro una reazione debole e frammentaria alle numerose emergenze (si pensi ad esempio alla condizione della fotografia a Milano). Il Quaderno analizza varie sperimentazioni di attori pubblici e nonprofit che, negli ultimi quindici anni, hanno cercato di intrecciare progetti per luoghi e attività culturali e processi di sviluppo socio-economico e territoriale. Dopo una stagione di notevole espansione e rigenerazione urbana nella regione milanese, emergono con chiarezza criticità ereditate, meccanismi che non hanno funzionato, sia in termini di generazione di nuovi luoghi e servizi culturali che in termini di consolidamento del settore e delle sue connessioni virtuose. A Milano e nell’hinterland i progetti culturali hanno spesso avuto un legame problematico con la rendita urbana. Negli ultimi quindici anni, non sono infatti mancate le occasioni per realizzare grandi contenitori culturali che avrebbero potuto dare un forte impulso alla vita culturale milanese, alla sua visibilità internazionale e stimolato lo sviluppo di attività complementari, in settori cruciali come la moda, l’arte contemporanea, il design e la ricerca. Cultura e creatività hanno spesso contribuito a legittimare investimenti immobiliari e commerciali che comprendevano importanti facility culturali, questo però ha raramente contribuito a generare e rafforzare un programma culturale e una rete economica e politica di sostegno al progetto stesso. In molti casi i contenitori culturali non sono stati realizzati, oppure hanno generato iniziative culturali di breve durata e piuttosto fragili dal punto di vista gestionale e delle relazioni con le produzioni culturali e creative milanesi.

Progetti culturali e sviluppo urbano. Visioni, criticità e opportunità per nuove politiche nell’area metropolitana di Milano

PONZINI, DAVIDE;
2016-01-01

Abstract

La promozione della cultura è tra gli obiettivi esposti dal recente statuto della Città Metropolitana di Milano. Non è chiaro se e come questo prefiguri nuove strategie per fare leva su cultura e creatività e per promuovere lo sviluppo dell’area metropolitana. Una recente ricerca condotta da Walter Santagata e noi per l’Osservatorio della Fondazione Cariplo evidenzia i molti aspetti critici, ma anche le grandi opportunità emergenti su questo fronte nel contesto milanese. La regione milanese è una delle aree più produttive e trainanti del nostro paese, anche grazie a una ricca eredità di lungo periodo, capacità d’innovare e una società civile che è stata vivace nell’integrare cultura ed economia locale. Tuttavia cultura e creatività non sono oggi percepite unanimemente e trattate pubblicamente come una priorità d’intervento a scala metropolitana, né come un settore economico di rilievo. Negli ultimi quindici anni ci sono stati pochi progetti culturali che hanno portato l’offerta culturale di Milano a fare un “salto di scala”. Negli ultimi tempi, gli attori più dinamici della cultura e della creatività milanese procedono individualmente, contribuendo poco per volta alla rivitalizzazione di parti di città, perdendo però l’opportunità di coordinare questi effetti con altri, bilanciarli con servizi dedicati (non solo culturali), e guidarne le ricadute territoriali. Salvo poche eccellenze e qualche esperienza in cui gli effetti positivi di sistema sono evidenti (ad esempio Fuorisalone o Festival MITO), il capitale sociale e reputazionale disponibile per il rilancio culturale e creativo di Milano si sta progressivamente indebolendo. L’occasione dell’Expo 2015 ha certamente mobilitato molteplici attori in vista dell’evento, ravvicinando però l’orizzonte temporale della programmazione culturale e riducendo le energie disponibili per altri progetti. Vari operatori del settore riscontrano da un lato una progressiva carenza di visione, energie e di capacità strategica e dall’altro una reazione debole e frammentaria alle numerose emergenze (si pensi ad esempio alla condizione della fotografia a Milano). Il Quaderno analizza varie sperimentazioni di attori pubblici e nonprofit che, negli ultimi quindici anni, hanno cercato di intrecciare progetti per luoghi e attività culturali e processi di sviluppo socio-economico e territoriale. Dopo una stagione di notevole espansione e rigenerazione urbana nella regione milanese, emergono con chiarezza criticità ereditate, meccanismi che non hanno funzionato, sia in termini di generazione di nuovi luoghi e servizi culturali che in termini di consolidamento del settore e delle sue connessioni virtuose. A Milano e nell’hinterland i progetti culturali hanno spesso avuto un legame problematico con la rendita urbana. Negli ultimi quindici anni, non sono infatti mancate le occasioni per realizzare grandi contenitori culturali che avrebbero potuto dare un forte impulso alla vita culturale milanese, alla sua visibilità internazionale e stimolato lo sviluppo di attività complementari, in settori cruciali come la moda, l’arte contemporanea, il design e la ricerca. Cultura e creatività hanno spesso contribuito a legittimare investimenti immobiliari e commerciali che comprendevano importanti facility culturali, questo però ha raramente contribuito a generare e rafforzare un programma culturale e una rete economica e politica di sostegno al progetto stesso. In molti casi i contenitori culturali non sono stati realizzati, oppure hanno generato iniziative culturali di breve durata e piuttosto fragili dal punto di vista gestionale e delle relazioni con le produzioni culturali e creative milanesi.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1015798
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