Il testo traccia un percorso teso a definire il ruolo che la disciplina architettonica può assumere nella trasformazione dei contesti posti tra terra e acqua. La natura morfologica e le forme d’uso che nel corso degli anni hanno interessato questi spazi, legati a sistemi infrastrutturali complessi e sottoposti alle dinamiche del mondo vivente, li rendono «paesaggi instabili», marginali, caratterizzati dal rischio e soggetti ad impreviste catastrofi. Ambiti in cui la tendenza alla variabilità è solo apparentemente contrapposta alla forza strutturante del progetto che deve saper riscoprire i suoi strumenti e le sue specificità per rientrarvi in consonanza. In un dialogo indirizzato, oltre che ai cultori della materia, anche a chi si occupa e detiene la responsabilità delle trasformazioni dell’ambiente, il volume indaga i temi della tradizione disciplinare, quelli legati alla necessità, alle modalità e alle pratiche di descrizione, aprendo la strada alla definizione delle strategie attraverso cui l’architettura può contribuire a ri-costruire questi ambiti particolarmente problematici, mediante le sue specificità ed in un proficuo dialogo interdisciplinare. Il progetto diviene nuovamente lo strumento attraverso cui è possibile descrivere, interpretare e curare, assumendo una prospettiva di modificazione consapevole, queste realtà complesse, «instabili» perché conflittuali, contraddittorie, rifiutate e riciclate nel corso dei secoli; spazi oggi nuovamente in attesa di essere riconosciuti come paesaggi e trasformati in luoghi

Paesaggi instabili. Architettura tra terra e acqua

OLDANI, ANDREA
2016-01-01

Abstract

Il testo traccia un percorso teso a definire il ruolo che la disciplina architettonica può assumere nella trasformazione dei contesti posti tra terra e acqua. La natura morfologica e le forme d’uso che nel corso degli anni hanno interessato questi spazi, legati a sistemi infrastrutturali complessi e sottoposti alle dinamiche del mondo vivente, li rendono «paesaggi instabili», marginali, caratterizzati dal rischio e soggetti ad impreviste catastrofi. Ambiti in cui la tendenza alla variabilità è solo apparentemente contrapposta alla forza strutturante del progetto che deve saper riscoprire i suoi strumenti e le sue specificità per rientrarvi in consonanza. In un dialogo indirizzato, oltre che ai cultori della materia, anche a chi si occupa e detiene la responsabilità delle trasformazioni dell’ambiente, il volume indaga i temi della tradizione disciplinare, quelli legati alla necessità, alle modalità e alle pratiche di descrizione, aprendo la strada alla definizione delle strategie attraverso cui l’architettura può contribuire a ri-costruire questi ambiti particolarmente problematici, mediante le sue specificità ed in un proficuo dialogo interdisciplinare. Il progetto diviene nuovamente lo strumento attraverso cui è possibile descrivere, interpretare e curare, assumendo una prospettiva di modificazione consapevole, queste realtà complesse, «instabili» perché conflittuali, contraddittorie, rifiutate e riciclate nel corso dei secoli; spazi oggi nuovamente in attesa di essere riconosciuti come paesaggi e trasformati in luoghi
2016
Maggioli Editore
978-88-916-1835-1
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