L’articolo esamina l’espressione progettuale e morfo-tipologica dei sistemi di facciata applicati alle intelaiature tridimensionali della Città delle Culture a Milano, progettata da David Chipperfield Architects. Lo studio progettuale ed esecutivo dei sistemi di facciata e di rivestimento si manifesta secondo le potenzialità dirette sia al recupero sia alla trasformazione del patrimonio immobiliare dismesso all’interno del tessuto urbano. La “metamorfosi” dell’area industriale si evidenzia principalmente con il nuovo spazio destinato a rappresentare e a manifestare le culture della contemporaneità, mettendo in rilievo l’orientamento metodologico rivolto sia a ridefinire la visione museale, sia a favorire la generazione di un luogo interattivo. L’elaborazione progettuale ed esecutiva della Città delle Culture si configura nei confronti della creazione del corpo centrale, in opposizione all’esterno dell’edificio senza aperture, e, nello specifico, dell’atrio completamente vetrato messo in opera mediante la particolare forma organica con sagoma ondulata. Le chiusure verticali del corpo di fabbrica sono avvolte dalle sezioni di facciata in vetro acidato con superfici paraboliche, tali da accentuare la formulazione del landmark percettivo: costretta su tutti i lati da edifici e da strutture sorte nel tempo per necessità lavorative senza pianificazione urbanistica, l’innesto architettonico si sviluppa sull’introspezione, filtrando la visione attraverso il contrasto tra l’assetto lineare e curvo, coinvolgendo il raccoglimento meditativo. Lo studio dell’apparato di involucro, all’esterno, sostiene l’allineamento delle stereometrie squadrate tramite il rivestimento in zinco-titanio, dalle quali emerge il trattamento delle linee luminose che tratteggiano la struttura quadrilobata dell’atrio di vetro opalescente.

Riqualificazione dell’edilizia industriale e poetica dell’involucro

NASTRI, MASSIMILIANO
2016-01-01

Abstract

L’articolo esamina l’espressione progettuale e morfo-tipologica dei sistemi di facciata applicati alle intelaiature tridimensionali della Città delle Culture a Milano, progettata da David Chipperfield Architects. Lo studio progettuale ed esecutivo dei sistemi di facciata e di rivestimento si manifesta secondo le potenzialità dirette sia al recupero sia alla trasformazione del patrimonio immobiliare dismesso all’interno del tessuto urbano. La “metamorfosi” dell’area industriale si evidenzia principalmente con il nuovo spazio destinato a rappresentare e a manifestare le culture della contemporaneità, mettendo in rilievo l’orientamento metodologico rivolto sia a ridefinire la visione museale, sia a favorire la generazione di un luogo interattivo. L’elaborazione progettuale ed esecutiva della Città delle Culture si configura nei confronti della creazione del corpo centrale, in opposizione all’esterno dell’edificio senza aperture, e, nello specifico, dell’atrio completamente vetrato messo in opera mediante la particolare forma organica con sagoma ondulata. Le chiusure verticali del corpo di fabbrica sono avvolte dalle sezioni di facciata in vetro acidato con superfici paraboliche, tali da accentuare la formulazione del landmark percettivo: costretta su tutti i lati da edifici e da strutture sorte nel tempo per necessità lavorative senza pianificazione urbanistica, l’innesto architettonico si sviluppa sull’introspezione, filtrando la visione attraverso il contrasto tra l’assetto lineare e curvo, coinvolgendo il raccoglimento meditativo. Lo studio dell’apparato di involucro, all’esterno, sostiene l’allineamento delle stereometrie squadrate tramite il rivestimento in zinco-titanio, dalle quali emerge il trattamento delle linee luminose che tratteggiano la struttura quadrilobata dell’atrio di vetro opalescente.
2016
Tecnologia dell'architettura. Sistemi di involucro.
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