Il saggio è stato prodotto in occasione di un convegno di studi avente per oggetto le figure di Agostino Renna e Salvatore Bisogni e di una mostra della loro tesi di laurea del 1964. Il lavoro di Bisogni e Renna si trova al centro di un periodo cruciale della evoluzione del pensiero architettonico e urbanistico italiano e ne rappresenta in modo esemplare le tensioni. Il saggio fa parte di una riflessione pluriennale da parte dell’autore sulle forme del progetto e sulla tradizione della progettazione della città. In esso si sostiene che “Introduzione ai problemi di disegno urbano nell’area napoletana” è un lavoro sperimentale che ha al suo centro una riflessione sul compito e sulle capacità del disegno e che vi si riconoscono indizi di un mutamento dell’immaginario disciplinare all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, con alcune importanti anticipazioni di aspetti cruciali che connotano la concezione della progettazione contemporanea. -Una tensione verso la riformulazione dell’oggetto della progettazione urbana, la costruzione di un nuovo sguardo per circoscriverlo, la definizione di un nuovo linguaggio per descriverlo. -Una insoddisfazione verso il disegno comunemente impiegato e verso le domande alle quali la tradizione urbanistica e architettonica aveva in passato cercato di rispondere attraverso specifiche tecniche di raffigurazione, pertanto i linguaggi verbale e grafico impiegati sono oggetto di una ridefinizione tecnica e categoriale, oltre che di un processo di integrazione con neologismi e locuzioni che devono essere definiti. -L’insieme delle mappe elaborate si presenta come un archivio ibrido dove sono associate fra di loro rappresentazioni di diverso genere: un genere iconico, convenzionale e misto. Essi presentano come l’esito di una continua interrogazione capace di dare forma a situazioni locali e uniche, esito di una osservazione che incrocia in modo “necessario” i caratteri dello spazio naturale con quelli dello spazio antropico e con la dimensione percettiva. L’esito, al di là degli scopi dichiarati dagli autori, sembra essere quello di trasformare, attraverso uno sguardo progettuale, una topografia in una topologia. - Il ruolo del progetto in questa indagine è cruciale. Gli autori intendono superare la dicotomia tra analisi e proposte progettuali, contrastando inoltre la loro supposta successione temporale. Lo sguardo progettuale permette una costante verifica del metodo seguito e le “sonde progettuali” contribuiscono alla formulazione di parametri di valutazione. Il progetto è quindi una forma dell’indagine e di costruzione del problema non problem solving. È riconoscibile un rapporto circolare di determinazione tra descrizione dello stato presente e immaginazione degli stati futuri delle cose. Questi due ambiti non intrattengono fra loro un rapporto cronologico lineare, né, tantomeno, di natura deterministica. L’attività di progettazione è una forma cognitiva che produce un sapere specifico che non ci parla solo del futuro, ma anche del presente, delle sue potenzialità e della sua disponibilità alla modificazione.

Indizi di un mutamento nell’immaginario disciplinare

INFUSSI, FRANCESCO
2016-01-01

Abstract

Il saggio è stato prodotto in occasione di un convegno di studi avente per oggetto le figure di Agostino Renna e Salvatore Bisogni e di una mostra della loro tesi di laurea del 1964. Il lavoro di Bisogni e Renna si trova al centro di un periodo cruciale della evoluzione del pensiero architettonico e urbanistico italiano e ne rappresenta in modo esemplare le tensioni. Il saggio fa parte di una riflessione pluriennale da parte dell’autore sulle forme del progetto e sulla tradizione della progettazione della città. In esso si sostiene che “Introduzione ai problemi di disegno urbano nell’area napoletana” è un lavoro sperimentale che ha al suo centro una riflessione sul compito e sulle capacità del disegno e che vi si riconoscono indizi di un mutamento dell’immaginario disciplinare all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, con alcune importanti anticipazioni di aspetti cruciali che connotano la concezione della progettazione contemporanea. -Una tensione verso la riformulazione dell’oggetto della progettazione urbana, la costruzione di un nuovo sguardo per circoscriverlo, la definizione di un nuovo linguaggio per descriverlo. -Una insoddisfazione verso il disegno comunemente impiegato e verso le domande alle quali la tradizione urbanistica e architettonica aveva in passato cercato di rispondere attraverso specifiche tecniche di raffigurazione, pertanto i linguaggi verbale e grafico impiegati sono oggetto di una ridefinizione tecnica e categoriale, oltre che di un processo di integrazione con neologismi e locuzioni che devono essere definiti. -L’insieme delle mappe elaborate si presenta come un archivio ibrido dove sono associate fra di loro rappresentazioni di diverso genere: un genere iconico, convenzionale e misto. Essi presentano come l’esito di una continua interrogazione capace di dare forma a situazioni locali e uniche, esito di una osservazione che incrocia in modo “necessario” i caratteri dello spazio naturale con quelli dello spazio antropico e con la dimensione percettiva. L’esito, al di là degli scopi dichiarati dagli autori, sembra essere quello di trasformare, attraverso uno sguardo progettuale, una topografia in una topologia. - Il ruolo del progetto in questa indagine è cruciale. Gli autori intendono superare la dicotomia tra analisi e proposte progettuali, contrastando inoltre la loro supposta successione temporale. Lo sguardo progettuale permette una costante verifica del metodo seguito e le “sonde progettuali” contribuiscono alla formulazione di parametri di valutazione. Il progetto è quindi una forma dell’indagine e di costruzione del problema non problem solving. È riconoscibile un rapporto circolare di determinazione tra descrizione dello stato presente e immaginazione degli stati futuri delle cose. Questi due ambiti non intrattengono fra loro un rapporto cronologico lineare, né, tantomeno, di natura deterministica. L’attività di progettazione è una forma cognitiva che produce un sapere specifico che non ci parla solo del futuro, ma anche del presente, delle sue potenzialità e della sua disponibilità alla modificazione.
2016
Agostino Renna. La forma della città-The form of the city
9788884975393
Agostino Renna, imaginary disciplinary, drawing
Agostino Renna, immaginario disciplinare, disegno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1015586
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