Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da una forte e crescente attenzione da parte di ricercatori di numerosi paesi, alle problematiche inerenti l’inquinamento dell’aria indoor nelle strutture ospedaliere. L’aumento costante delle attività di rinnovamento, risanamento ed efficientamento energetico delle strutture ospedaliere sottoposte sempre più al maggior utilizzo di materiali e prodotti contenenti sostanze chimiche, può risultare particolarmente problematico per la salute di degenti e lavoratori. Garantire una buona qualità dell’aria indoor negli ambienti ospedalieri è di fondamentale importanza, dato che sono presenti le categorie più vulnerabili della popolazione a causa delle loro condizioni di salute. A seguito di ciò diverse iniziative sono state attivate in vari paesi per comprendere il ruolo degli inquinanti chimici legate alle attività umane, alle sorgenti interne e alle diverse misure di risparmio energetico. Per una migliore comprensione di quelle che possono essere le problematiche legate al tema della qualità dell’aria indoor, appare interessante distinguere gli ambienti di lavoro professionali in cui si utilizzano sostanze chimiche (es. sale operatorie, sterilizzazione, preparazione antiblastici, ecc.), in cui per le valutazioni del rischio sono già stati definiti e adottati dei valori limite (Valori limite di esposizione professionale - VLEP, Threshold Limit Value - TLV dello Scientific Committee on Occupational Exposure Limits - SCOEL dell’UE o dell’ American Conference of Governmental Industrial Hygienists - ACGIH), da quegli ambienti tipicamente indoor (degenze, spazi ambulatoriali, amministrazione, servizi di prenotazione prestazioni, aree comuni, ecc.), in cui possono essere usati per le valutazioni del rischio, esclusivamente i valori guida o di riferimento presenti nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS indoor air quality.
LA QUALITA’ DELL’ARIA INDOOR NEGLI AMBIENTI OSPEDALIERI: ESPERIENZE DI MONITORAGGIO NELLE DEGENZE
CAPOLONGO, STEFANO;
2016-01-01
Abstract
Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da una forte e crescente attenzione da parte di ricercatori di numerosi paesi, alle problematiche inerenti l’inquinamento dell’aria indoor nelle strutture ospedaliere. L’aumento costante delle attività di rinnovamento, risanamento ed efficientamento energetico delle strutture ospedaliere sottoposte sempre più al maggior utilizzo di materiali e prodotti contenenti sostanze chimiche, può risultare particolarmente problematico per la salute di degenti e lavoratori. Garantire una buona qualità dell’aria indoor negli ambienti ospedalieri è di fondamentale importanza, dato che sono presenti le categorie più vulnerabili della popolazione a causa delle loro condizioni di salute. A seguito di ciò diverse iniziative sono state attivate in vari paesi per comprendere il ruolo degli inquinanti chimici legate alle attività umane, alle sorgenti interne e alle diverse misure di risparmio energetico. Per una migliore comprensione di quelle che possono essere le problematiche legate al tema della qualità dell’aria indoor, appare interessante distinguere gli ambienti di lavoro professionali in cui si utilizzano sostanze chimiche (es. sale operatorie, sterilizzazione, preparazione antiblastici, ecc.), in cui per le valutazioni del rischio sono già stati definiti e adottati dei valori limite (Valori limite di esposizione professionale - VLEP, Threshold Limit Value - TLV dello Scientific Committee on Occupational Exposure Limits - SCOEL dell’UE o dell’ American Conference of Governmental Industrial Hygienists - ACGIH), da quegli ambienti tipicamente indoor (degenze, spazi ambulatoriali, amministrazione, servizi di prenotazione prestazioni, aree comuni, ecc.), in cui possono essere usati per le valutazioni del rischio, esclusivamente i valori guida o di riferimento presenti nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS indoor air quality.File | Dimensione | Formato | |
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