Il contributo riguarda la pubblicazione di una ricerca condotta a partire da fonti archivistiche inedite su un progetto poco conosciuto di Gio Ponti (pubblicato solo sulla riviste “Domus”, n. 119, 1937) relativa alla realizzazione nella località di villeggiatura di Castione della Presolana (Bergamo) di due “case sorelle” per i fratelli Remo e Romolo De Bartolomeis. L’esito di questa ricerca è stata l’apposizione da parte della Soprintendenza ai Beni Architettonici e al Paesaggio della Lombardia (ai sensi del DL 42/2004) alle due case unifamigliari, comprensive del grande parco e dell’intero corpus degli arredi originali, fissi e mobili, realizzati ad hoc in legno di noce e di castagno da maestranze locali su disegno dello stesso Gio Ponti. Gli arredi sono stati catalogati e descritti in una apposita scheda. Il contributo inquadra questo progetto nell’ambito del tema della “casa d’evasione” di matrice mediterranea che Ponti stava mettendo a punto proprio in quegli anni - dal prototipo della Casa per vacanze “Domus Nova” per la IV Triennale di Monza (con Emilio Lancia, 1930) allo studio per una “villa alla pompeiana” (1934) - tema che ritornerà nel progetto per un Albergo nel bosco studiato con Bernard Rudofsky a Capri (1938) e che si concretizzerà nelle realizzazione di Villa Marchesano (1937-38) e Villa Donegani (1940) a Bordighera. L’anno precedente all’incarico di Dorga, nel suo ruolo di membro del direttorio della V Triennale (1933) aveva promosso la realizzazione nel Parco di una serie di prototipi di case d’abitazione incentrate sul format prevalente della casa di vacanza destinata al loisir della media borghesia e, sempre alla casa di vacanza dedicherà diversi numeri di “Domus”, declinandola nelle varianti della “casa in campagna”, della “casa al mare” e della “casa in montagna”. Nelle due “case sorelle” di Dorga il riferimento alla “casa mediterranea” è adattato al contesto montano - il patio per esigenze climatiche diventa portico - e i caratteri tratti dalla cultura locale (la muratura portante con inserti in pietra grezza, il tetto a falda con copertura in coppi, gli arredi in legno) coniugati con la semplicità dell’impianto volumetrico intonacato di bianco, il taglio netto delle aperture e l’assenza di decorazioni, conferiscono alle due case un aspetto di “moderna rusticità” che non concede nulla al vernacolare. Il contributo ne approfondisce l’impostazione planimetrica, l’organizzazione degli spazi interni e il sistema degli arredi mettendo in luce gli elementi di continuità rispetto ad altre opere di Ponti e evidenziandone anche le caratteristiche specifiche: a partire da un medesimo schema distributivo - organizzato intorno alla sequenza portico-sala di soggiorno-sala da pranzo - le due case esprimono due possibili variazioni creando quella compenetrazione tra interno ed esterno che qualifica la “casa all’italiana”. Il tema di due “case sorelle” per due fratelli gemelli è, inoltre, declinato da Ponti assegnando a ciascuna un carattere distintivo rafforzato sul piano visivo dallo studio di due precisi motivi figurativi - la losanga e il quadrato - declinati nel design degli arredi. La “progettazione totale” investe anche l’ambito delle arti applicate, dai tessuti (coperte, tovaglie, copriletti, ecc..) ai servizi di piatti in ceramica, prodotti su disegno dalla Richard Ginori. L’urgenza su cui Ponti insiste, e di cui le case di Dorga rappresentano un modello, è quella di dare una risposta concreta al tema del ripopolamento della montagna facendo leva su un turismo di qualità a partire dalla necessità di progettare l’arredo domestico come attrezzattura per una moderna civiltà dell’abitare che sia “italiana” e declinabile con caratteri specifici in relazione ai diversi usi e contesti ambientali.

Castione della Presolana (Bergamo): le due case sorelle di Gio Ponti

CIAGA', GRAZIELLA LEYLA
2015-01-01

Abstract

Il contributo riguarda la pubblicazione di una ricerca condotta a partire da fonti archivistiche inedite su un progetto poco conosciuto di Gio Ponti (pubblicato solo sulla riviste “Domus”, n. 119, 1937) relativa alla realizzazione nella località di villeggiatura di Castione della Presolana (Bergamo) di due “case sorelle” per i fratelli Remo e Romolo De Bartolomeis. L’esito di questa ricerca è stata l’apposizione da parte della Soprintendenza ai Beni Architettonici e al Paesaggio della Lombardia (ai sensi del DL 42/2004) alle due case unifamigliari, comprensive del grande parco e dell’intero corpus degli arredi originali, fissi e mobili, realizzati ad hoc in legno di noce e di castagno da maestranze locali su disegno dello stesso Gio Ponti. Gli arredi sono stati catalogati e descritti in una apposita scheda. Il contributo inquadra questo progetto nell’ambito del tema della “casa d’evasione” di matrice mediterranea che Ponti stava mettendo a punto proprio in quegli anni - dal prototipo della Casa per vacanze “Domus Nova” per la IV Triennale di Monza (con Emilio Lancia, 1930) allo studio per una “villa alla pompeiana” (1934) - tema che ritornerà nel progetto per un Albergo nel bosco studiato con Bernard Rudofsky a Capri (1938) e che si concretizzerà nelle realizzazione di Villa Marchesano (1937-38) e Villa Donegani (1940) a Bordighera. L’anno precedente all’incarico di Dorga, nel suo ruolo di membro del direttorio della V Triennale (1933) aveva promosso la realizzazione nel Parco di una serie di prototipi di case d’abitazione incentrate sul format prevalente della casa di vacanza destinata al loisir della media borghesia e, sempre alla casa di vacanza dedicherà diversi numeri di “Domus”, declinandola nelle varianti della “casa in campagna”, della “casa al mare” e della “casa in montagna”. Nelle due “case sorelle” di Dorga il riferimento alla “casa mediterranea” è adattato al contesto montano - il patio per esigenze climatiche diventa portico - e i caratteri tratti dalla cultura locale (la muratura portante con inserti in pietra grezza, il tetto a falda con copertura in coppi, gli arredi in legno) coniugati con la semplicità dell’impianto volumetrico intonacato di bianco, il taglio netto delle aperture e l’assenza di decorazioni, conferiscono alle due case un aspetto di “moderna rusticità” che non concede nulla al vernacolare. Il contributo ne approfondisce l’impostazione planimetrica, l’organizzazione degli spazi interni e il sistema degli arredi mettendo in luce gli elementi di continuità rispetto ad altre opere di Ponti e evidenziandone anche le caratteristiche specifiche: a partire da un medesimo schema distributivo - organizzato intorno alla sequenza portico-sala di soggiorno-sala da pranzo - le due case esprimono due possibili variazioni creando quella compenetrazione tra interno ed esterno che qualifica la “casa all’italiana”. Il tema di due “case sorelle” per due fratelli gemelli è, inoltre, declinato da Ponti assegnando a ciascuna un carattere distintivo rafforzato sul piano visivo dallo studio di due precisi motivi figurativi - la losanga e il quadrato - declinati nel design degli arredi. La “progettazione totale” investe anche l’ambito delle arti applicate, dai tessuti (coperte, tovaglie, copriletti, ecc..) ai servizi di piatti in ceramica, prodotti su disegno dalla Richard Ginori. L’urgenza su cui Ponti insiste, e di cui le case di Dorga rappresentano un modello, è quella di dare una risposta concreta al tema del ripopolamento della montagna facendo leva su un turismo di qualità a partire dalla necessità di progettare l’arredo domestico come attrezzattura per una moderna civiltà dell’abitare che sia “italiana” e declinabile con caratteri specifici in relazione ai diversi usi e contesti ambientali.
2015
Architettura e paesaggi della villeggiatura in Italia tra Ottocento e Novecento
978-88-917-0749-9
Gio Ponti
Casa all'italiana
Design totale
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