L'unica caratteristica della fascia compresa tra le mura, il Ticino e il Naviglio sembra essere la sua estraneità rispetto alla città murata. Questi luoghi sono utilizzati per ammucchiare oggetti periodicamente necessari, ma distinti dalla città, come i baracconi delle fiere, le giostre, il circo. Eppure l'area possiede alcune innegabili risorse posizionali ed ambientali: è estremamente prossima al centro, si affaccia sul Naviglio e sul Ticino, è in comunicazione diretta con il Parco del Ticino e con gli Orti Borromaici. E proprio la posizione dell'area tra il centro storico ed il parco fornisce la chiave per una sua possibile trasformazione. In questo senso, il nostro progetto si limita a riconoscere ed esporre ricchezze esistenti, facendo attenzione a non trascurare le possibili risorse della città. L'area di concorso consente infatti di immaginare un giardino urbano in immediata connessione con il parco territoriale che si sviluppa lungo il Ticino. Il nuovo giardino urbano, di circa otto ettari, svolgerà una molteplicità di ruoli, sia alla scala della città che a quella del territorio, rendendo nuovamente leggibile il rapporto tra la città murata e la regione agricola che le corrisponde, ristabilendo un contatto diretto tra questi due elementi. Analogamente al Parco Ducale, che aveva nel Castello la sua rappresentanza in città, il nuovo insieme funziona come episodio urbano del Parco del Ticino, definendo un chiaro legame tra la città e il paesaggio agricolo che la circonda. I giardini, i prati ed i campi da gioco del nuovo giardino urbano possiedono l'ampiezza e la semplicità del territorio con cui si misurano: il disegno è ordinato; le scelte formali si confrontano con l'astrazione della pianura, con la sue geometrie quiete, con la precisione di una organizzazione dei suoli non meno artificiale di quella della città. Ogni pezzo di terra viene usato a partire dalla consapevolezza della sua ricchezza, del suo potenziale, alternativo uso agricolo. Il progetto è un atto di misurazione dei luoghi, una pragmatica valutazione delle risorse a disposizione della città. Il giardino urbano è l'anticamera dei 90.000 ettari del Parco del Ticino, capace di attrarre su questo territorio i flussi turistici nazionali e internazionali, che attualmente si rivolgono principalmente alla Pavia compresa entro le mura.

MASTERPLAN AREA EX GASOMETRI PAVIA

TAMBURELLI, PIER PAOLO;
2006-01-01

Abstract

L'unica caratteristica della fascia compresa tra le mura, il Ticino e il Naviglio sembra essere la sua estraneità rispetto alla città murata. Questi luoghi sono utilizzati per ammucchiare oggetti periodicamente necessari, ma distinti dalla città, come i baracconi delle fiere, le giostre, il circo. Eppure l'area possiede alcune innegabili risorse posizionali ed ambientali: è estremamente prossima al centro, si affaccia sul Naviglio e sul Ticino, è in comunicazione diretta con il Parco del Ticino e con gli Orti Borromaici. E proprio la posizione dell'area tra il centro storico ed il parco fornisce la chiave per una sua possibile trasformazione. In questo senso, il nostro progetto si limita a riconoscere ed esporre ricchezze esistenti, facendo attenzione a non trascurare le possibili risorse della città. L'area di concorso consente infatti di immaginare un giardino urbano in immediata connessione con il parco territoriale che si sviluppa lungo il Ticino. Il nuovo giardino urbano, di circa otto ettari, svolgerà una molteplicità di ruoli, sia alla scala della città che a quella del territorio, rendendo nuovamente leggibile il rapporto tra la città murata e la regione agricola che le corrisponde, ristabilendo un contatto diretto tra questi due elementi. Analogamente al Parco Ducale, che aveva nel Castello la sua rappresentanza in città, il nuovo insieme funziona come episodio urbano del Parco del Ticino, definendo un chiaro legame tra la città e il paesaggio agricolo che la circonda. I giardini, i prati ed i campi da gioco del nuovo giardino urbano possiedono l'ampiezza e la semplicità del territorio con cui si misurano: il disegno è ordinato; le scelte formali si confrontano con l'astrazione della pianura, con la sue geometrie quiete, con la precisione di una organizzazione dei suoli non meno artificiale di quella della città. Ogni pezzo di terra viene usato a partire dalla consapevolezza della sua ricchezza, del suo potenziale, alternativo uso agricolo. Il progetto è un atto di misurazione dei luoghi, una pragmatica valutazione delle risorse a disposizione della città. Il giardino urbano è l'anticamera dei 90.000 ettari del Parco del Ticino, capace di attrarre su questo territorio i flussi turistici nazionali e internazionali, che attualmente si rivolgono principalmente alla Pavia compresa entro le mura.
2006
Pavia, Orti Borromaici, pianura padana, Naviglio, Ticino, città romana
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Descrizione: tavole di concorso low res
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1010901
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