per intendere il senso di L’architettura della città è necessario ricostruire il pun- to di osservazione che aldo rossi sceglie per scrivere il libro. anzitutto è importan- te sottolineare che rossi scrive L’architettura della città come architetto “moderno”. rossi critica il Movimento Moderno in architettura a partire da una compiuta, e in qualche misura persino scontata, esperienza della modernità. Questa modernità “vis- suta” – piuttosto che teoricamente affermata – di rossi dipende dal suo profondo rapporto con la Milano innovativa e cosmopolita degli anni Sessanta1 ed è fonda- mentale per capire il grande ottimismo del libro di rossi. Il cosmopolitismo della città e del mondo intellettuale che la circondano ha immediate conseguenze sul libro. Le fonti di L’architettura della città sono infatti estremamente eterogenee, includendo autori contemporanei estranei all’architettura (anche autori “di moda”, in un certo senso), classici e autori locali riletti alla luce di un’esperienza internazionale. Questo cosmopolitismo di partenza, oltre ad inserire da subito L’architettura della città in un dibattito internazionale, consente una valutazione spassionata della situazione culturale italiana, su cui, per rossi, vale la pena di dare un giudizio articolato, non appiattito in un autoproclamato provincialismo. rossi non si mette mai nella nefasta posizione dell’emarginato, della voce che predica nel deserto. Sa di essere ascoltato. I suoi argomenti sono esposti senza rancore, senza esagerazioni che li possano rendere immediatamente innocui, immediatamente improduttivi.

Che cosa significa "l'architettura della città"?

TAMBURELLI, PIER PAOLO
2014-01-01

Abstract

per intendere il senso di L’architettura della città è necessario ricostruire il pun- to di osservazione che aldo rossi sceglie per scrivere il libro. anzitutto è importan- te sottolineare che rossi scrive L’architettura della città come architetto “moderno”. rossi critica il Movimento Moderno in architettura a partire da una compiuta, e in qualche misura persino scontata, esperienza della modernità. Questa modernità “vis- suta” – piuttosto che teoricamente affermata – di rossi dipende dal suo profondo rapporto con la Milano innovativa e cosmopolita degli anni Sessanta1 ed è fonda- mentale per capire il grande ottimismo del libro di rossi. Il cosmopolitismo della città e del mondo intellettuale che la circondano ha immediate conseguenze sul libro. Le fonti di L’architettura della città sono infatti estremamente eterogenee, includendo autori contemporanei estranei all’architettura (anche autori “di moda”, in un certo senso), classici e autori locali riletti alla luce di un’esperienza internazionale. Questo cosmopolitismo di partenza, oltre ad inserire da subito L’architettura della città in un dibattito internazionale, consente una valutazione spassionata della situazione culturale italiana, su cui, per rossi, vale la pena di dare un giudizio articolato, non appiattito in un autoproclamato provincialismo. rossi non si mette mai nella nefasta posizione dell’emarginato, della voce che predica nel deserto. Sa di essere ascoltato. I suoi argomenti sono esposti senza rancore, senza esagerazioni che li possano rendere immediatamente innocui, immediatamente improduttivi.
2014
Aldo Rossi, La storia di un libro. L'architettura della città, dal 1966 ad oggi.
978-88-7115-851-8
Aldo Rossi, Giorgio Grassi, Adolf Loos, Claude Levi Strauss, Maurice Halbwachs
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1010744
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