Il contributo si colloca all’interno della ricerca PRIN ‘Re-cycle’ ITALY. 2013/2016 (Coordinamento nazionale Università IUAV di Venezia) e risponde ad una domanda precisa di rinnovata attenzione ai luoghi dell’abbandono, sempre più presenti nel dibattito architettonico e urbanistico contemporaneo. Collocati sia al centro che nelle periferie, essi testimoniano infatti di un forte ‘cambiamento di rotta’ nei fenomeni di trasformazione in corso, testimoniato da un lato da fattori di decrescita’ inerenti lo sviluppo delle aree urbanizzate, dall’altro dall’attenzione sempre maggiore all’esistente come materiale effettivo della trasformazione attuale degli abitati. A partire da questo osservatorio il saggio orienta l’attenzione su tre luoghi infrastrutturali che negli ultimi anni sembrano essere stati dimenticati sia dalla critica che dagli ‘operatori’ del cambiamento metropolitano, ma che rimangono ‘illesi’ nelle tracce e nella memoria di più di una generazione: ‘La piazza della stazione’, la ‘strada collettiva’ e il ‘casello ferroviario’. Si tratta di tre ‘microcosmi’, secondo le note parole di Claudio Magris, citato nell’articolo, che hanno coinvolto la vita di alcune migliaia di abitanti delle più famose città metropolitane ma anche di località ‘minori’, diventando ogni volta vere e proprie testimonianze di una ‘urbanità’ che va sempre più scomparendo. Oggi questi luoghi, sebbene assorbiti nel grande ‘macrocosmo della globalizzazione’, sembrano tornare all’attenzione non più solo come ‘piccole infrastrutture’ da recuperare, ma come vere e proprie risorse da riattivare e rigenerare secondo i principi di una progettazione attenta, integrata e consapevole, orientata sia alla riqualificazione dei ‘luoghi’, sia alla loro modificazione in senso sociale, culturale e tecnico.
INFRASTRUTTURE A PERDERE
BERTELLI, GUYA GRAZIA MARIA
2016-01-01
Abstract
Il contributo si colloca all’interno della ricerca PRIN ‘Re-cycle’ ITALY. 2013/2016 (Coordinamento nazionale Università IUAV di Venezia) e risponde ad una domanda precisa di rinnovata attenzione ai luoghi dell’abbandono, sempre più presenti nel dibattito architettonico e urbanistico contemporaneo. Collocati sia al centro che nelle periferie, essi testimoniano infatti di un forte ‘cambiamento di rotta’ nei fenomeni di trasformazione in corso, testimoniato da un lato da fattori di decrescita’ inerenti lo sviluppo delle aree urbanizzate, dall’altro dall’attenzione sempre maggiore all’esistente come materiale effettivo della trasformazione attuale degli abitati. A partire da questo osservatorio il saggio orienta l’attenzione su tre luoghi infrastrutturali che negli ultimi anni sembrano essere stati dimenticati sia dalla critica che dagli ‘operatori’ del cambiamento metropolitano, ma che rimangono ‘illesi’ nelle tracce e nella memoria di più di una generazione: ‘La piazza della stazione’, la ‘strada collettiva’ e il ‘casello ferroviario’. Si tratta di tre ‘microcosmi’, secondo le note parole di Claudio Magris, citato nell’articolo, che hanno coinvolto la vita di alcune migliaia di abitanti delle più famose città metropolitane ma anche di località ‘minori’, diventando ogni volta vere e proprie testimonianze di una ‘urbanità’ che va sempre più scomparendo. Oggi questi luoghi, sebbene assorbiti nel grande ‘macrocosmo della globalizzazione’, sembrano tornare all’attenzione non più solo come ‘piccole infrastrutture’ da recuperare, ma come vere e proprie risorse da riattivare e rigenerare secondo i principi di una progettazione attenta, integrata e consapevole, orientata sia alla riqualificazione dei ‘luoghi’, sia alla loro modificazione in senso sociale, culturale e tecnico.File | Dimensione | Formato | |
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