L’Agenda urbana nazionale deve prendere le mosse dalle agende delle città: questa è la prospettiva e la proposta di fondo del secondo Rapporto di Urban@it. Solo così si potranno attuare le sollecitazioni dell’Agenda urbana per l’Unione europea (Pact of Amsterdam) e della New urban Agenda dell’Onu (Habitat III di Quito). Molte nostre città versano in una situazione di crisi strutturale, con il rischio di un’ulteriore divisione tra aree e regioni del paese. Ciò nonostante si stanno sperimentando politiche innovative sulla gestione dei fenomeni migratori, la rigenerazione urbana, la resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici, l’innovazione sociale come motore possibile di coesione. Ma, soprattutto nel Mezzogiorno, le sperimentazioni più interessanti non sono ancora in grado di incidere sulle agende urbane per ridefinire il modello di sviluppo, in una fase di drastica riduzione delle risorse per i governi locali e di crescita della fragilità dei territori. Nel giugno 2016 sono andate al voto alcune tra le maggiori città italiane, con un avvicendamento di maggioranze e l’affermazione di rilevanti novità politiche. In un contesto di forte movimento, il Rapporto propone una lettura delle agende urbane articolata su due piani. Nei «ritratti» dedicati a Torino, Milano, Venezia, Parma, Prato, Roma, Napoli e Matera – non solo città metropolitane, ma anche città medie e medio-grandi – vengono narrate e interpretate evoluzioni e prospettive, con la possibilità di trarne considerazioni di carattere generale. Inoltre, i capitoli dedicati a temi trasversali – le Agende trans­nazionali, il riassetto istituzionale dei governi locali, il welfare, le periferie e la rigenerazione urbana, le politiche per la resilienza e i fenomeni migratori – propongono una lettura dei processi di trasformazione che ridefiniscono la cornice stessa dell’azione di governo, sfidando la capacità innovativa delle città.

MIlano: ritorno alla città

PASQUI, GABRIELE;BRIATA, PAOLA GIUSEPPINA;FEDELI, VALERIA
2017-01-01

Abstract

L’Agenda urbana nazionale deve prendere le mosse dalle agende delle città: questa è la prospettiva e la proposta di fondo del secondo Rapporto di Urban@it. Solo così si potranno attuare le sollecitazioni dell’Agenda urbana per l’Unione europea (Pact of Amsterdam) e della New urban Agenda dell’Onu (Habitat III di Quito). Molte nostre città versano in una situazione di crisi strutturale, con il rischio di un’ulteriore divisione tra aree e regioni del paese. Ciò nonostante si stanno sperimentando politiche innovative sulla gestione dei fenomeni migratori, la rigenerazione urbana, la resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici, l’innovazione sociale come motore possibile di coesione. Ma, soprattutto nel Mezzogiorno, le sperimentazioni più interessanti non sono ancora in grado di incidere sulle agende urbane per ridefinire il modello di sviluppo, in una fase di drastica riduzione delle risorse per i governi locali e di crescita della fragilità dei territori. Nel giugno 2016 sono andate al voto alcune tra le maggiori città italiane, con un avvicendamento di maggioranze e l’affermazione di rilevanti novità politiche. In un contesto di forte movimento, il Rapporto propone una lettura delle agende urbane articolata su due piani. Nei «ritratti» dedicati a Torino, Milano, Venezia, Parma, Prato, Roma, Napoli e Matera – non solo città metropolitane, ma anche città medie e medio-grandi – vengono narrate e interpretate evoluzioni e prospettive, con la possibilità di trarne considerazioni di carattere generale. Inoltre, i capitoli dedicati a temi trasversali – le Agende trans­nazionali, il riassetto istituzionale dei governi locali, il welfare, le periferie e la rigenerazione urbana, le politiche per la resilienza e i fenomeni migratori – propongono una lettura dei processi di trasformazione che ridefiniscono la cornice stessa dell’azione di governo, sfidando la capacità innovativa delle città.
2017
Secondo rapporto sulle città. Le agende urbane delle città italiane
9788815267672
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