In parallelo con la crisi economica, sociale e istituzionale in corso, le città stanno vivendo una nuova stagione di partecipazione e attivismo civico, laddove qualcuno parla di una vera e propria rivoluzione dei modi di vivere e dar forma all’ambiente urbano. Che senso ha, in questo contesto, parlare di “smart city”? Il senso, in questo caso più che mai, è un processo di costruzione collettiva. Se è vero che l’elemento caratterizzante della smart city è la “tecnologia” – e sarebbe ottuso non considerarlo tale, in quanto reale fattore di discontinuità nel nostro modo di vivere la città – è anche vero che la dimensione tecnologica si apre, per sua natura, a declinazioni di uso che disegnano esperienze di cittadinanza potenzialmente molto diverse tra loro. Partiamo da qui per definire una possibile attribuzione di senso alla “città intelligente” che non sia chiusa né esaustiva. Al contrario, si tratta di un esercizio creativo di apertura alle intelligenze che abitano in città a e alle possibilità di incontro, interazione e collaborazione tra di esse. Si tratta di mettere a fuoco e comprendere la radicalità del cambiamento in atto in termini di pratiche ma anche di coscienza urbana, fino a mettertene a fuoco la portata “politica”. Questi sono i temi del ragionamento e degli approfondimenti proposti in questa nota introduttiva, senza alcuna pretesa di esaustività.
Come costruire una Smart City. Esperienze a confronto e nuovi scenari di sviluppo
BOLICI, ROBERTO
2016-01-01
Abstract
In parallelo con la crisi economica, sociale e istituzionale in corso, le città stanno vivendo una nuova stagione di partecipazione e attivismo civico, laddove qualcuno parla di una vera e propria rivoluzione dei modi di vivere e dar forma all’ambiente urbano. Che senso ha, in questo contesto, parlare di “smart city”? Il senso, in questo caso più che mai, è un processo di costruzione collettiva. Se è vero che l’elemento caratterizzante della smart city è la “tecnologia” – e sarebbe ottuso non considerarlo tale, in quanto reale fattore di discontinuità nel nostro modo di vivere la città – è anche vero che la dimensione tecnologica si apre, per sua natura, a declinazioni di uso che disegnano esperienze di cittadinanza potenzialmente molto diverse tra loro. Partiamo da qui per definire una possibile attribuzione di senso alla “città intelligente” che non sia chiusa né esaustiva. Al contrario, si tratta di un esercizio creativo di apertura alle intelligenze che abitano in città a e alle possibilità di incontro, interazione e collaborazione tra di esse. Si tratta di mettere a fuoco e comprendere la radicalità del cambiamento in atto in termini di pratiche ma anche di coscienza urbana, fino a mettertene a fuoco la portata “politica”. Questi sono i temi del ragionamento e degli approfondimenti proposti in questa nota introduttiva, senza alcuna pretesa di esaustività.File | Dimensione | Formato | |
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