Il gioco è una metafora fondamentale, specialmente per comprendere i diversi fenomeni di comunicazione, fra cui la comunicazione progettata. Progettare comunicazione significa progettare giochi sociali, forme di relazione e di azioni finalizzate. Tuttavia, l’idea ancor oggi maggiormente diffusa di comunicazione sembra poggiare su altri presupposti e su altre metafore. Da un lato, veniamo da una tradizione di “alta cultura” come attività elitaria e quindi come attività di pochi rivolta a molti. Dall’altro, la progressiva espansione dei mezzi tecnologici di trasmissione della comunicazione dell’ultimo secolo ha di fatto irrobustito la concezione “monologica” della comunicazione. Concezione che non scompare del tutto nemmeno nell’era del web, perché se è verso che la rete ha una struttura molti-molti, è anche vero che i modelli dei media precedenti non scompaiono del tutto. Così, la persistenza cognitiva del modello uno-molti risulta in gran parte ancora dominante. Ma l’intero sistema culturale, secondo la profonda intuizione di Michail Bachtin (1979), segue un modello alternativo: il modello dialogico. Il quale può essere appunto studiato a partire dalla metafora del gioco. Non esistono giochi monologici, nemmeno i solitari lo sono. A partire dal pensiero, ogni attività cognitiva è dialogica, perché impegna la mente in un continuo dialogo con se stessa: «le nostre comunicazioni interiori sono sempre dialogiche» (Peirce, CP 7.40).

Il gioco dialogico nella comunicazione sociale. Schemi semiotici e casi studio

ZINGALE, SALVATORE
2015-01-01

Abstract

Il gioco è una metafora fondamentale, specialmente per comprendere i diversi fenomeni di comunicazione, fra cui la comunicazione progettata. Progettare comunicazione significa progettare giochi sociali, forme di relazione e di azioni finalizzate. Tuttavia, l’idea ancor oggi maggiormente diffusa di comunicazione sembra poggiare su altri presupposti e su altre metafore. Da un lato, veniamo da una tradizione di “alta cultura” come attività elitaria e quindi come attività di pochi rivolta a molti. Dall’altro, la progressiva espansione dei mezzi tecnologici di trasmissione della comunicazione dell’ultimo secolo ha di fatto irrobustito la concezione “monologica” della comunicazione. Concezione che non scompare del tutto nemmeno nell’era del web, perché se è verso che la rete ha una struttura molti-molti, è anche vero che i modelli dei media precedenti non scompaiono del tutto. Così, la persistenza cognitiva del modello uno-molti risulta in gran parte ancora dominante. Ma l’intero sistema culturale, secondo la profonda intuizione di Michail Bachtin (1979), segue un modello alternativo: il modello dialogico. Il quale può essere appunto studiato a partire dalla metafora del gioco. Non esistono giochi monologici, nemmeno i solitari lo sono. A partire dal pensiero, ogni attività cognitiva è dialogica, perché impegna la mente in un continuo dialogo con se stessa: «le nostre comunicazioni interiori sono sempre dialogiche» (Peirce, CP 7.40).
2015
gioco, dialogo, semiotica, comunicazione, design,
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