L’imposizione illuminista del sistema metrico decimale in sostituzione delle precedenti unità antropometriche viene interpretato come un’affermazione della ragione e della scienza, che riusciva a superare il disordine metrico esistente con l’adozione di un unico riferimento assoluto e universale, derivato da una misura cosmica. Al di là del vantaggio che questo avrebbe comportato per le attività commerciali di un mondo che cominciava a diventare più piccolo grazie al miglioramento delle comunicazioni e dei trasporti, il cambio di misura ebbe un effetto rilevabile sulla geometria dell’architettura, perché il sistema di riferimento è uno strumento concettuale che condiziona l’impostazione e l’articolazione del disegno progettuale. Ad esempio, è stato sottolineato che i sistemi di multipli e sottomultipli in base 12 tipici della metrologia storica erano congegnali alla tripartizione e alle altre scansioni proporzionali dell’architettura, facilitando divisioni con valori interi che sono “impossibili” nei sistemi decimali, che a loro volta sviluppano partizioni diverse. Diventa quindi interessante studiare il ruolo attribuito al numero e alla misura nel momento del passaggio al sistema universale individuato dall’età della ragione e come il cambio ha inciso sull’articolazione del progetto architettonico. Un esempio significativo è costituito dal Cimitero della Villetta a Parma, che presenta alcuni elementi di interesse in un particolare rapporto tra la forma, il numero e la misura. Il confronto del rilievo con i documenti d’archivio testimonia l’elaborazione laboriosa di un disegno complesso che sviluppa un modello capace di conciliare la razionalità illuminista, espressa dall’unità di misura a riferimento cosmico, con riferimenti simbolici molto articolati. L’articolo rielabora i risultati delle ricerche condotte nell’ambito di una ricerca trasversale finalizzata alla messa a punto di strumenti di pianificazione adeguati alla gestione “industriale” di un cimitero monumentale che non ha mai perso la sua valenza originaria di infrastruttura di servizio, basati sulla conoscenza approfondita dell’architettura e dei suoi molteplici valori culturali, tra cui i riferimenti che hanno portato alla elaborazione di un disegno peculiare. Il rilievo evidenzia l’integrazione dei valori materiali e immateriali in un monumento che assume un significato emblematico; l’architettura svela il riferimento simbolico a valori esistenziali espressi dalla forma insediativa, dai numeri dell’articolazione, dalla misura degli elementi architettonici e nella stessa scelta del sistema metrico di riferimento. Il particolare impianto del cimitero, voluto dalla consorte di Napoleone dopo la sua caduta, sottolinea un riferimento importante ai cicli del tempo lunare e solare, rilevando riferimenti molteplici alla morte e alla rinascita. Il disegno diventa l’elemento di equilibrio tra l’eredità laica della stagione napoleonica e la sensibilità religiosa della Restaurazione, che reintrodusse nel ducato le antiche misure locali. Il cimitero, che e fu la prima opera importante promossa dalla nuova duchessa, cela nelle misure l’adozione convinta e ragionata del sistema metrico decimale. La misura diventa la chiave di lettura del concetto che guida il progetto, in contrasto solo apparente con la matrice razionale della cultura illuminista che lo ha generato.

L’altra città. Modelli urbani e riferimenti simbolici tra mondo profano e sacralità

ROSSI, MICHELA
2016-01-01

Abstract

L’imposizione illuminista del sistema metrico decimale in sostituzione delle precedenti unità antropometriche viene interpretato come un’affermazione della ragione e della scienza, che riusciva a superare il disordine metrico esistente con l’adozione di un unico riferimento assoluto e universale, derivato da una misura cosmica. Al di là del vantaggio che questo avrebbe comportato per le attività commerciali di un mondo che cominciava a diventare più piccolo grazie al miglioramento delle comunicazioni e dei trasporti, il cambio di misura ebbe un effetto rilevabile sulla geometria dell’architettura, perché il sistema di riferimento è uno strumento concettuale che condiziona l’impostazione e l’articolazione del disegno progettuale. Ad esempio, è stato sottolineato che i sistemi di multipli e sottomultipli in base 12 tipici della metrologia storica erano congegnali alla tripartizione e alle altre scansioni proporzionali dell’architettura, facilitando divisioni con valori interi che sono “impossibili” nei sistemi decimali, che a loro volta sviluppano partizioni diverse. Diventa quindi interessante studiare il ruolo attribuito al numero e alla misura nel momento del passaggio al sistema universale individuato dall’età della ragione e come il cambio ha inciso sull’articolazione del progetto architettonico. Un esempio significativo è costituito dal Cimitero della Villetta a Parma, che presenta alcuni elementi di interesse in un particolare rapporto tra la forma, il numero e la misura. Il confronto del rilievo con i documenti d’archivio testimonia l’elaborazione laboriosa di un disegno complesso che sviluppa un modello capace di conciliare la razionalità illuminista, espressa dall’unità di misura a riferimento cosmico, con riferimenti simbolici molto articolati. L’articolo rielabora i risultati delle ricerche condotte nell’ambito di una ricerca trasversale finalizzata alla messa a punto di strumenti di pianificazione adeguati alla gestione “industriale” di un cimitero monumentale che non ha mai perso la sua valenza originaria di infrastruttura di servizio, basati sulla conoscenza approfondita dell’architettura e dei suoi molteplici valori culturali, tra cui i riferimenti che hanno portato alla elaborazione di un disegno peculiare. Il rilievo evidenzia l’integrazione dei valori materiali e immateriali in un monumento che assume un significato emblematico; l’architettura svela il riferimento simbolico a valori esistenziali espressi dalla forma insediativa, dai numeri dell’articolazione, dalla misura degli elementi architettonici e nella stessa scelta del sistema metrico di riferimento. Il particolare impianto del cimitero, voluto dalla consorte di Napoleone dopo la sua caduta, sottolinea un riferimento importante ai cicli del tempo lunare e solare, rilevando riferimenti molteplici alla morte e alla rinascita. Il disegno diventa l’elemento di equilibrio tra l’eredità laica della stagione napoleonica e la sensibilità religiosa della Restaurazione, che reintrodusse nel ducato le antiche misure locali. Il cimitero, che e fu la prima opera importante promossa dalla nuova duchessa, cela nelle misure l’adozione convinta e ragionata del sistema metrico decimale. La misura diventa la chiave di lettura del concetto che guida il progetto, in contrasto solo apparente con la matrice razionale della cultura illuminista che lo ha generato.
2016
La Certosa di Ferrara. Una città nella città
978-88-6923-162-9
cimitero; forma e misura; metrologia storica; recinto; simbolo; cultura immateriale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1000316
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