Sin dalla metà degli anni 90, la fama di architetti e urbanisti internazionali è divenuta un importante strumento per il marketing urbano e immobiliare, incrementando il credito riconosciuto a queste figure professionali. In particolare, architetti e urbanisti sono stati ritenuti non solo capaci di legittimare politicamente interventi a varie scale e di progettare la rigenerazione fisica e funzionale di grandi aree, ma anche di dotarle di nuovi significati, di trasformarle in luoghi riconosciuti da differenti popolazioni urbane. Anche se non si tratta di un fenomeno nuovo, si deve notare come in quest’ambito sia cresciuta l’importanza della creazione di immagini spettacolari e dirompenti, sia per quanto riguarda le singole architetture che lo spazio urbano. Nel dibattito pubblico così come in quello disciplinare, molti progetti sono stati celebrati, senza tuttavia verificare se le presunte ragioni del successo - spesso incentrate sulla figura dell’architetto star - siano state determinanti anche in altre vicende meno acclamate o in condizioni urbanistiche meno favorevoli o più complesse. In Italia come all’estero, ci si trova ancora oggi poco preparati nell’affrontare le carenze o gli insuccessi di megaprogetti firmati. Ora che nei paesi occidentali le risorse economiche sono minori, i valori immobiliari non crescono come nel decennio scorso, la legittimazione politica attraversa una crisi profonda e la spettacolarizzazione dell’architettura contemporanea migra altrove, sembra ciononostante utile riflettere criticamente sugli assunti e sugli aspetti più problematici di questa tendenza. Sulla base di esempi concreti di megaprogetti firmati in città italiane e straniere, questo capitolo mostra come l’autonomia di intervento del progettista sia spesso molto limitata dal sistema di scelta e di pianificazione urbanistica in cui egli opera e come le attese verso la redistribuzione del valore generato dalla crescita immobiliare siano spesso eccessive.

Architetti star e megaprogetti urbani: uno sguardo critico su logiche e luoghi comuni in tempo di crisi

PONZINI, DAVIDE
2014-01-01

Abstract

Sin dalla metà degli anni 90, la fama di architetti e urbanisti internazionali è divenuta un importante strumento per il marketing urbano e immobiliare, incrementando il credito riconosciuto a queste figure professionali. In particolare, architetti e urbanisti sono stati ritenuti non solo capaci di legittimare politicamente interventi a varie scale e di progettare la rigenerazione fisica e funzionale di grandi aree, ma anche di dotarle di nuovi significati, di trasformarle in luoghi riconosciuti da differenti popolazioni urbane. Anche se non si tratta di un fenomeno nuovo, si deve notare come in quest’ambito sia cresciuta l’importanza della creazione di immagini spettacolari e dirompenti, sia per quanto riguarda le singole architetture che lo spazio urbano. Nel dibattito pubblico così come in quello disciplinare, molti progetti sono stati celebrati, senza tuttavia verificare se le presunte ragioni del successo - spesso incentrate sulla figura dell’architetto star - siano state determinanti anche in altre vicende meno acclamate o in condizioni urbanistiche meno favorevoli o più complesse. In Italia come all’estero, ci si trova ancora oggi poco preparati nell’affrontare le carenze o gli insuccessi di megaprogetti firmati. Ora che nei paesi occidentali le risorse economiche sono minori, i valori immobiliari non crescono come nel decennio scorso, la legittimazione politica attraversa una crisi profonda e la spettacolarizzazione dell’architettura contemporanea migra altrove, sembra ciononostante utile riflettere criticamente sugli assunti e sugli aspetti più problematici di questa tendenza. Sulla base di esempi concreti di megaprogetti firmati in città italiane e straniere, questo capitolo mostra come l’autonomia di intervento del progettista sia spesso molto limitata dal sistema di scelta e di pianificazione urbanistica in cui egli opera e come le attese verso la redistribuzione del valore generato dalla crescita immobiliare siano spesso eccessive.
2014
Città e politiche in tempi di crisi
9788820450762
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