Il saggio ripercorre l’excursus dell’attività culturale e professionale dello Studio CLS all’interno di quello che viene emblematicamente definito il “laboratorio milanese” del progetto, testimonianza di alcuni dei momenti più significativi dell’evoluzione socio-economica del Paese. Dove la nozione di “laboratorio” esprime la stretta relazione che lega il progetto di architettura, come esito di un lavoro intellettuale, alla produzione edilizia, a sua volta riconnessa alla dimensione sociale. All’interno di questo “racconto critico” si ritrovano le radici culturali, gli intenti politico-sociali, gli strappi e i consolidamenti di acquisizioni precedenti, documentati nella produzione progettuale degli architetti Schiaffonati, Lucchini e Calamida lungo un articolato processo di sviluppo incrementale delle conoscenze e delle esperienze, delle dichiarazioni e delle verifiche, oggi storicizzabile in un ambito culturale e operativo compiutamente identificato. Un processo arricchito poi, per la presenza di Schiaffonati - docente di Tecnologia dell’architettura e figura di indubbio rilievo all’interno della comunità scientifica di area tecnologica -, dal continuo confronto con l’articolata realtà delle scuole di architettura e del mondo della ricerca universitaria. In particolare il saggio, pubblicato su invito del curatore, offre una rilettura - anche autocritica - di quasi trent’anni di confronto scientifico e collaborazione su temi centrali della ricerca e della sperimentazione progettuale in ambito architettonico e urbano. Con un taglio specificamente rivolto agli aspetti del progetto ambientale, così come questi sono emersi a partire dalla fine degli anni ottanta - con l’introduzione delle procedure di valutazione ambientale -, per poi divenire via via sempre più solidi e pervasivi in risposta al mutare delle esigenze sociali e alla crescente cogenza degli apparati normativi e regolamentari. La rivisitazione dell’opera dello Studio CLS è quindi occasione per sviluppare due ordini di riflessioni. La prima, più specifica, si radica nell’esperienza dello Studio così come questa si è evoluta al modificarsi dei dati di contesto: l’abitazione e l’edilizia popolare nella stagione dei grandi programmi di iniziativa pubblica, gli scenari del riassetto delle “grandi funzioni urbane” e della riqualificazione del patrimonio edilizio e delle aree dismesse negli anni novanta, la dimensione strategica dei piani e dei progetti complessi a fronte di una più articolata domanda di governance nella fase più recente. Una storia “milanese” dunque, ma non solo, per l’indubbia valenza sovralocale che la città di Milano ha sempre espresso nel panorama nazionale e internazionale. La seconda riflessione si dilata e si attualizza in funzione di alcuni nodi critici del progetto moderno e contemporaneo, rintracciando nel rigore metodologico, nell’attenzione al contesto (inteso come sito, ma anche come realtà della produzione culturale ed edilizia) e nell’apertura al confronto pluridisciplinare una cifra specifica dell’attività dello Studio capace di fornire indicazioni prospettiche utili per ri-ancorare l’attività del progetto alle ragioni della domanda sociale che lo originano e ai caratteri dei luoghi che lo ospitano. Il percorso descrittivo e interpretativo che struttura il saggio si articola coniugando tre linee: quella cronologica, che ripercorre alcune significative esperienze progettuali dello Studio nell’arco di tre decenni, quella tematica, che focalizza le problematiche della ricerca via via emergenti e quella connessa ai luoghi della sperimentazione: particolarmente importante quest’ultima, che attraversa contesti di riqualificazione di notevole interesse e complessità, molti dei quali ancora oggi irrisolti e quindi ancora oggi al centro del dibattito. La narrazione, infine, si intreccia con quella sviluppata dagli altri contributi che introducono alla lettura dei progetti - i saggi dello stesso Fabrizio Schiaffonati, e quelli di Emilio Faroldi e Aurelio Cortesi -, lungo il dipanarsi di un filo rosso teso tra le ragioni del progetto come “percorso di un processo civile” e il carattere di razionale necessità di ogni opera di architettura.

La ricerca per il progetto

MUSSINELLI, ELENA GERMANA
2014-01-01

Abstract

Il saggio ripercorre l’excursus dell’attività culturale e professionale dello Studio CLS all’interno di quello che viene emblematicamente definito il “laboratorio milanese” del progetto, testimonianza di alcuni dei momenti più significativi dell’evoluzione socio-economica del Paese. Dove la nozione di “laboratorio” esprime la stretta relazione che lega il progetto di architettura, come esito di un lavoro intellettuale, alla produzione edilizia, a sua volta riconnessa alla dimensione sociale. All’interno di questo “racconto critico” si ritrovano le radici culturali, gli intenti politico-sociali, gli strappi e i consolidamenti di acquisizioni precedenti, documentati nella produzione progettuale degli architetti Schiaffonati, Lucchini e Calamida lungo un articolato processo di sviluppo incrementale delle conoscenze e delle esperienze, delle dichiarazioni e delle verifiche, oggi storicizzabile in un ambito culturale e operativo compiutamente identificato. Un processo arricchito poi, per la presenza di Schiaffonati - docente di Tecnologia dell’architettura e figura di indubbio rilievo all’interno della comunità scientifica di area tecnologica -, dal continuo confronto con l’articolata realtà delle scuole di architettura e del mondo della ricerca universitaria. In particolare il saggio, pubblicato su invito del curatore, offre una rilettura - anche autocritica - di quasi trent’anni di confronto scientifico e collaborazione su temi centrali della ricerca e della sperimentazione progettuale in ambito architettonico e urbano. Con un taglio specificamente rivolto agli aspetti del progetto ambientale, così come questi sono emersi a partire dalla fine degli anni ottanta - con l’introduzione delle procedure di valutazione ambientale -, per poi divenire via via sempre più solidi e pervasivi in risposta al mutare delle esigenze sociali e alla crescente cogenza degli apparati normativi e regolamentari. La rivisitazione dell’opera dello Studio CLS è quindi occasione per sviluppare due ordini di riflessioni. La prima, più specifica, si radica nell’esperienza dello Studio così come questa si è evoluta al modificarsi dei dati di contesto: l’abitazione e l’edilizia popolare nella stagione dei grandi programmi di iniziativa pubblica, gli scenari del riassetto delle “grandi funzioni urbane” e della riqualificazione del patrimonio edilizio e delle aree dismesse negli anni novanta, la dimensione strategica dei piani e dei progetti complessi a fronte di una più articolata domanda di governance nella fase più recente. Una storia “milanese” dunque, ma non solo, per l’indubbia valenza sovralocale che la città di Milano ha sempre espresso nel panorama nazionale e internazionale. La seconda riflessione si dilata e si attualizza in funzione di alcuni nodi critici del progetto moderno e contemporaneo, rintracciando nel rigore metodologico, nell’attenzione al contesto (inteso come sito, ma anche come realtà della produzione culturale ed edilizia) e nell’apertura al confronto pluridisciplinare una cifra specifica dell’attività dello Studio capace di fornire indicazioni prospettiche utili per ri-ancorare l’attività del progetto alle ragioni della domanda sociale che lo originano e ai caratteri dei luoghi che lo ospitano. Il percorso descrittivo e interpretativo che struttura il saggio si articola coniugando tre linee: quella cronologica, che ripercorre alcune significative esperienze progettuali dello Studio nell’arco di tre decenni, quella tematica, che focalizza le problematiche della ricerca via via emergenti e quella connessa ai luoghi della sperimentazione: particolarmente importante quest’ultima, che attraversa contesti di riqualificazione di notevole interesse e complessità, molti dei quali ancora oggi irrisolti e quindi ancora oggi al centro del dibattito. La narrazione, infine, si intreccia con quella sviluppata dagli altri contributi che introducono alla lettura dei progetti - i saggi dello stesso Fabrizio Schiaffonati, e quelli di Emilio Faroldi e Aurelio Cortesi -, lungo il dipanarsi di un filo rosso teso tra le ragioni del progetto come “percorso di un processo civile” e il carattere di razionale necessità di ogni opera di architettura.
2014
Renato Calamida, Marco Lucchini, Fabrizio Schiaffonati. Architetti
9788891604514
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/886020
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