La formazione all’architettura, e la sua pratica, si calano in un dibattito complesso, articolato, in perenne e tormentata evoluzione. “La vera natura dell’architettura è di una Pizia solitaria e inquieta che continua a scrutare il futuro e, da molti segni, sembra stia cercando altre strade che interessandola davvero possa farla ridiventare interessante per chi cerca di ri-comprendere il mondo in modo complessivo e profondo”. L’organismo universitario e la sua attuale organizzazione assolvono una duplice funzione: adeguarsi alla modernità scientifica e integrarla, rispondendo ai bisogni fondamentali di formazione attraverso insegnamenti e conoscenze idonee alle professioni moderne; ma anche, e per certi versi soprattutto, fornire un insegnamento meta-professionale e meta-tecnico, in altre parole una vera e propria cultura. La temibile ipotesi di una tipologia di apprendimento limitatamente specialistica e rigidamente professionalizzante da un lato; contrapposta a una forma di sapere allargata e per sua natura generalista, dall’altra, pone profondi quesiti, tuttora irrisolti, che la società moderna deve sciogliere attraverso una ponderata ricerca di equilibrio tra metodo, sperimentazione e nuove forme pedagogiche d’insegnamento, in linea con una concezione di riforma “non programmatica ma paradigmatica che concerne la nostra attitudine a organizzare la conoscenza”. Nello specifico, la Tecnologia dell’architettura, all’interno del più ampio spettro di saperi che riguardano la disciplina architettonica, sottendendo elevati livelli di articolazione delle competenze e una crescente capacità di dominio delle fasi e degli attori che la caratterizzano, è chiamata a riflettere sui lineamenti contemporanei per il progetto di architettura, sulla sua realizzabilità e difficile gestione. Ciò implica l’abbattimento del muro che per decenni ha separato il fare accademico dall’atteggiamento professionale colto, perseguendo nuove strade d’insegnamento e apprendimento che permettano all’architetto di operare in modo conforme e consapevole nella complessità, contrastando l’aridità di diffusi approcci semplicistici e, al contempo, ritmando il proprio fare tramite forme adeguate a tempi e logiche moderne.

La realtà come motore dell'atto progettuale

FAROLDI, EMILIO
2014-01-01

Abstract

La formazione all’architettura, e la sua pratica, si calano in un dibattito complesso, articolato, in perenne e tormentata evoluzione. “La vera natura dell’architettura è di una Pizia solitaria e inquieta che continua a scrutare il futuro e, da molti segni, sembra stia cercando altre strade che interessandola davvero possa farla ridiventare interessante per chi cerca di ri-comprendere il mondo in modo complessivo e profondo”. L’organismo universitario e la sua attuale organizzazione assolvono una duplice funzione: adeguarsi alla modernità scientifica e integrarla, rispondendo ai bisogni fondamentali di formazione attraverso insegnamenti e conoscenze idonee alle professioni moderne; ma anche, e per certi versi soprattutto, fornire un insegnamento meta-professionale e meta-tecnico, in altre parole una vera e propria cultura. La temibile ipotesi di una tipologia di apprendimento limitatamente specialistica e rigidamente professionalizzante da un lato; contrapposta a una forma di sapere allargata e per sua natura generalista, dall’altra, pone profondi quesiti, tuttora irrisolti, che la società moderna deve sciogliere attraverso una ponderata ricerca di equilibrio tra metodo, sperimentazione e nuove forme pedagogiche d’insegnamento, in linea con una concezione di riforma “non programmatica ma paradigmatica che concerne la nostra attitudine a organizzare la conoscenza”. Nello specifico, la Tecnologia dell’architettura, all’interno del più ampio spettro di saperi che riguardano la disciplina architettonica, sottendendo elevati livelli di articolazione delle competenze e una crescente capacità di dominio delle fasi e degli attori che la caratterizzano, è chiamata a riflettere sui lineamenti contemporanei per il progetto di architettura, sulla sua realizzabilità e difficile gestione. Ciò implica l’abbattimento del muro che per decenni ha separato il fare accademico dall’atteggiamento professionale colto, perseguendo nuove strade d’insegnamento e apprendimento che permettano all’architetto di operare in modo conforme e consapevole nella complessità, contrastando l’aridità di diffusi approcci semplicistici e, al contempo, ritmando il proprio fare tramite forme adeguate a tempi e logiche moderne.
2014
La cultura tecnologica nella scuola milanese
9788891604224
architettura; tecnologia; cultura tecnologica; scuola milanese; formazione; progettazione tecnologica
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