La Cappella della Resurrezione, disegnata e costruita da Sigurd Lewerentz tra il 1921 e il 1925 nell’ambito del progetto per il Cimitero Sud di Stoccolma – divenuto noto come Woodland Cemetery o Skogskyrkogården – rappresenta un edificio chiave nell’esperienza del Classicismo Nordico. In questo recupero del linguaggio classico, cui si assiste nei Paesi nordici nei primi decenni del Novecento, l’elemento rinvenuto nell’Antico e trasportato nel paesaggio nordico dilata il suo valore evocativo e la sua tensione verso un universo ideale, attraverso una discesa alle origini che conduce inaspettatamente alla modernità. La cultura nordica, divisa tra la coscienza di un disegno superiore e la presenza di una natura inospitale, si rivolge ciclicamente al Mediterraneo, con lo sguardo trasversale ma privilegiato di chi osserva il centro da una condizione periferica. I frammenti del passato disegnano una “mappa della memoria” dove parole e segni, appartenuti a un linguaggio codificato, sono rimontati in contrapposizione dialettica. Nella Cappella della Resurrezione questo “classicismo di frontiera” evidenzia la continuità di un metodo compositivo in cui la riflessione sul linguaggio e sulla rappresentatività degli elementi è tesa a costruire architetture nuove, dal carattere riconoscibile. Le molteplici allusioni creano una sequenza non lineare in cui storia e paesaggio convergono nella composizione. Il progetto per questo luogo sacro mantiene così la sua forza e la sua attualità, disegnando una figura urbana eloquente, in cui la collettività si incontra, riconosce il monumento e condivide il senso della memoria.

Classicismo di Frontiera. Sigurd Lewerentz e la Cappella della Resurrezione

TORRICELLI, CARLOTTA
2014-01-01

Abstract

La Cappella della Resurrezione, disegnata e costruita da Sigurd Lewerentz tra il 1921 e il 1925 nell’ambito del progetto per il Cimitero Sud di Stoccolma – divenuto noto come Woodland Cemetery o Skogskyrkogården – rappresenta un edificio chiave nell’esperienza del Classicismo Nordico. In questo recupero del linguaggio classico, cui si assiste nei Paesi nordici nei primi decenni del Novecento, l’elemento rinvenuto nell’Antico e trasportato nel paesaggio nordico dilata il suo valore evocativo e la sua tensione verso un universo ideale, attraverso una discesa alle origini che conduce inaspettatamente alla modernità. La cultura nordica, divisa tra la coscienza di un disegno superiore e la presenza di una natura inospitale, si rivolge ciclicamente al Mediterraneo, con lo sguardo trasversale ma privilegiato di chi osserva il centro da una condizione periferica. I frammenti del passato disegnano una “mappa della memoria” dove parole e segni, appartenuti a un linguaggio codificato, sono rimontati in contrapposizione dialettica. Nella Cappella della Resurrezione questo “classicismo di frontiera” evidenzia la continuità di un metodo compositivo in cui la riflessione sul linguaggio e sulla rappresentatività degli elementi è tesa a costruire architetture nuove, dal carattere riconoscibile. Le molteplici allusioni creano una sequenza non lineare in cui storia e paesaggio convergono nella composizione. Il progetto per questo luogo sacro mantiene così la sua forza e la sua attualità, disegnando una figura urbana eloquente, in cui la collettività si incontra, riconosce il monumento e condivide il senso della memoria.
2014
IL POLIGRAFO
9788871158631
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