Nel progetto di allestimento di un evento culturale si concretizzano le molteplici espressioni degli strumenti comunicativi che rendono comprensibile il soggetto della narrazione; in questo senso l’allestimento rappresenta una piattaforma cui convergono differenti saperi, non esclusivamente esecutivi. Il progetto di allestimento assume il ruolo di catalizzatore dei contenuti sia concettuali (idee, eventi, fatti, etc.) che oggettivi (reperti, documenti, opere, etc.) di una mostra e ad essa propone scelte di carattere strumentale (tecniche e tecnologie che rendono possibili l’atto stesso del mostrare) e narrativo (modalità, tempi e dislocazione delle tracce narrative). L’allestimento è dunque anche occasione di convergenza di culture esattamente come ogni sistema identitario è esso stesso luogo di convergenza di culture; cioè rende il progetto di allestimento uno spazio privilegiato per la rappresentazione di espressioni nazionali e trans-nazionali differenti ed aggiornate. Attraverso gli strumenti del progetto di allestimento, dunque, vengono esplorati, testati e messi a punto differenti linguaggi espressivi: una flessibilità che genera nuove prospettive circa l’idea stessa di identità e la sua rappresentazione. La mostra temporanea si pone, così, come strumento privilegiato di sperimentazione: campo di attuazione e verifica di ipotesi e di conformazione di strutture linguistiche e semantiche che si incaricano di trasmettere il senso di tali congetture. Un processo che ha spinto sempre più l’allestimento verso una dimensione di ‘story-telling’, dove ogni sequenza di spazio, oggetto ed interlocutore è strutturata dalla volontà d’innescare un dialogo immediato: costruzione narrativa e visione attiva del visitatore. I nuovi orizzonti culturali il cui accesso nell’istituzione museale è consentito dalle mostre temporanee tracciano la presenza di sistemi identificativi delle realtà sociali che compongono oggi l’Europa, innescando riflessioni multiple sul senso stesso del museo. Gli allestimenti temporanei, infatti, agiscono come una sorta di “architettura virale”, affiancandosi alle consolidate pratiche espositive dei musei ospitanti (e che, per altro, ne sono spesso gli autori e/o ispiratori), per ampliarne la capacità ricettiva (non tanto intermini di afflussi – parametro peraltro fondamentale –, quanto in termini di sensibilità verso le voci “altre”) e la propensione a rendersi antenna sensibile dei cambiamenti sociali, riattualizzando così il loro ruolo attivo di luogo di inter-scambio.

Form of collecting/Form of hearing

BORSOTTI, MARCO
2013-01-01

Abstract

Nel progetto di allestimento di un evento culturale si concretizzano le molteplici espressioni degli strumenti comunicativi che rendono comprensibile il soggetto della narrazione; in questo senso l’allestimento rappresenta una piattaforma cui convergono differenti saperi, non esclusivamente esecutivi. Il progetto di allestimento assume il ruolo di catalizzatore dei contenuti sia concettuali (idee, eventi, fatti, etc.) che oggettivi (reperti, documenti, opere, etc.) di una mostra e ad essa propone scelte di carattere strumentale (tecniche e tecnologie che rendono possibili l’atto stesso del mostrare) e narrativo (modalità, tempi e dislocazione delle tracce narrative). L’allestimento è dunque anche occasione di convergenza di culture esattamente come ogni sistema identitario è esso stesso luogo di convergenza di culture; cioè rende il progetto di allestimento uno spazio privilegiato per la rappresentazione di espressioni nazionali e trans-nazionali differenti ed aggiornate. Attraverso gli strumenti del progetto di allestimento, dunque, vengono esplorati, testati e messi a punto differenti linguaggi espressivi: una flessibilità che genera nuove prospettive circa l’idea stessa di identità e la sua rappresentazione. La mostra temporanea si pone, così, come strumento privilegiato di sperimentazione: campo di attuazione e verifica di ipotesi e di conformazione di strutture linguistiche e semantiche che si incaricano di trasmettere il senso di tali congetture. Un processo che ha spinto sempre più l’allestimento verso una dimensione di ‘story-telling’, dove ogni sequenza di spazio, oggetto ed interlocutore è strutturata dalla volontà d’innescare un dialogo immediato: costruzione narrativa e visione attiva del visitatore. I nuovi orizzonti culturali il cui accesso nell’istituzione museale è consentito dalle mostre temporanee tracciano la presenza di sistemi identificativi delle realtà sociali che compongono oggi l’Europa, innescando riflessioni multiple sul senso stesso del museo. Gli allestimenti temporanei, infatti, agiscono come una sorta di “architettura virale”, affiancandosi alle consolidate pratiche espositive dei musei ospitanti (e che, per altro, ne sono spesso gli autori e/o ispiratori), per ampliarne la capacità ricettiva (non tanto intermini di afflussi – parametro peraltro fondamentale –, quanto in termini di sensibilità verso le voci “altre”) e la propensione a rendersi antenna sensibile dei cambiamenti sociali, riattualizzando così il loro ruolo attivo di luogo di inter-scambio.
2013
European museum in the 21th century: setting the framework. Vol. 3
9788895194332
Exhibition design, interior spaces, crossing experience, dissemination knowledge; identità culturale
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