Lo studio di Fattibilità, finanziato da Fondazione Cariplo attraverso il bando "Distretti Culturali", riguarda la realizzazione di un Distretto Culturale nell'area dell'Oltrepo Mantovano. Situato nella zona più occidentale della Lombardia, il territorio dell’Oltrepò Mantovano si connota quale “luogo di confine”, spazio della contaminazione tra usi e tradizioni della cultura lombarda ed emiliano-veneta. L’attraversamento del fiume Po ha conformato i caratteri ambientali, paesaggistici e insediativi di questi luoghi, segnando un’identità culturale che ancora permea un’area vasta. Una identità ricca e articolata che si mostra nel permanere di numerose testimonianze fisiche - dalle grandi emergenze monumentali (il “Polirone” e i manufatti degli itinerari gonzaghesco e matildico...), al patrimonio diffuso degli insediamenti rurali (corti, mulini, canali, fossati, rogge, aree golenali, opere idrauliche e di bonifica...) - , ma anche nella realtà degli usi, dei modi del vivere e della memoria collettiva. Il profilo orizzontale “d’acqua” della Bassa Padana, luoghi memori di una difficile transizione dal mondo rurale e artigianale all’economia della produzione industriale: il paesaggio del “Grande Fiume” come “paesaggio del 900”, straordinariamente impresso nella figurazione di autori quali Bacchelli, Celati, Antonioni, Bertolucci, Zavattini, Ligabue, Ghirri... In un territorio così ricco, ma anche gravato oggi dalle criticità indotte da una fase di profonda trasformazione socioeconomica, la definizione di una realtà distrettuale perimetrata su una precisa identità culturale non poteva che fondarsi sull’individuazione di obiettivi e strategie d’azione fortemente condivisi e partecipati dalla comunità locale. Il processo progettuale, articolato per fasi, ha infatti coinvolto una pluralità di soggetti attivi sul territorio (pubbliche amministrazioni, imprese, associazioni di categoria e di volontariato, scuole, ecc.), che hanno cooperato al fine di: 1. individuare ed esprimere una vision in grado di veicolare i valori simbolici e culturali che costruiscono l’identità del Distretto; 2. delineare una strategia di azione, precisando le priorità di intervento in funzione dei valori, delle idee e delle aspettative del territorio; 3. tradurre la strategia in obiettivi e azioni, verificandone la fattibilità; 4. programmare operativamente gli interventi con riferimento alla conservazione per la valorizzazione del patrimonio culturale - tangibile e intangibile - del Distretto, al fine di attivare processi di integrazione socio-economica tra diversi settori produttivi. L’azione progettuale ha accompagnato la comunità locale nella messa a fuoco di una idea guida per la costruzione dell’identità del Distretto: tale vision legge il territorio attraverso l’immagine di “Riserva del ‘900”, selezionando luoghi, paesaggi, inquadrature, manufatti e insediamenti in grado di restituire una fisionomia del territorio fortemente connotata – in alcuni contesti ancora pressoché immutata – dai caratteri della “novecentitudine” dell’Italia agricola e proto-industriale. Priorità strategica del piano d’azione è quindi la “messa in scena del ‘900” in funzione di due obiettivi: • tutelare l’immagine del territorio conservando il patrimonio culturale identitario - materiale e simbolico -, e potenziandone i livelli di accessibilità e fruibilità; • attivare processi integrati di valorizzazione finalizzati a supportare una rivitalizzazione del tessuto socio-economico, anche quale garanzia della sostenibilità dei processi di conservazione.

Studio di Fattibilità Operativa del Distretto Culturale dell'Oltrepo Mantovano

FANZINI, DANIELE;MUSSINELLI, ELENA GERMANA;CASONI, GIORGIO;OPPIO, ALESSANDRA;PERABONI, CARLO;
2009-01-01

Abstract

Lo studio di Fattibilità, finanziato da Fondazione Cariplo attraverso il bando "Distretti Culturali", riguarda la realizzazione di un Distretto Culturale nell'area dell'Oltrepo Mantovano. Situato nella zona più occidentale della Lombardia, il territorio dell’Oltrepò Mantovano si connota quale “luogo di confine”, spazio della contaminazione tra usi e tradizioni della cultura lombarda ed emiliano-veneta. L’attraversamento del fiume Po ha conformato i caratteri ambientali, paesaggistici e insediativi di questi luoghi, segnando un’identità culturale che ancora permea un’area vasta. Una identità ricca e articolata che si mostra nel permanere di numerose testimonianze fisiche - dalle grandi emergenze monumentali (il “Polirone” e i manufatti degli itinerari gonzaghesco e matildico...), al patrimonio diffuso degli insediamenti rurali (corti, mulini, canali, fossati, rogge, aree golenali, opere idrauliche e di bonifica...) - , ma anche nella realtà degli usi, dei modi del vivere e della memoria collettiva. Il profilo orizzontale “d’acqua” della Bassa Padana, luoghi memori di una difficile transizione dal mondo rurale e artigianale all’economia della produzione industriale: il paesaggio del “Grande Fiume” come “paesaggio del 900”, straordinariamente impresso nella figurazione di autori quali Bacchelli, Celati, Antonioni, Bertolucci, Zavattini, Ligabue, Ghirri... In un territorio così ricco, ma anche gravato oggi dalle criticità indotte da una fase di profonda trasformazione socioeconomica, la definizione di una realtà distrettuale perimetrata su una precisa identità culturale non poteva che fondarsi sull’individuazione di obiettivi e strategie d’azione fortemente condivisi e partecipati dalla comunità locale. Il processo progettuale, articolato per fasi, ha infatti coinvolto una pluralità di soggetti attivi sul territorio (pubbliche amministrazioni, imprese, associazioni di categoria e di volontariato, scuole, ecc.), che hanno cooperato al fine di: 1. individuare ed esprimere una vision in grado di veicolare i valori simbolici e culturali che costruiscono l’identità del Distretto; 2. delineare una strategia di azione, precisando le priorità di intervento in funzione dei valori, delle idee e delle aspettative del territorio; 3. tradurre la strategia in obiettivi e azioni, verificandone la fattibilità; 4. programmare operativamente gli interventi con riferimento alla conservazione per la valorizzazione del patrimonio culturale - tangibile e intangibile - del Distretto, al fine di attivare processi di integrazione socio-economica tra diversi settori produttivi. L’azione progettuale ha accompagnato la comunità locale nella messa a fuoco di una idea guida per la costruzione dell’identità del Distretto: tale vision legge il territorio attraverso l’immagine di “Riserva del ‘900”, selezionando luoghi, paesaggi, inquadrature, manufatti e insediamenti in grado di restituire una fisionomia del territorio fortemente connotata – in alcuni contesti ancora pressoché immutata – dai caratteri della “novecentitudine” dell’Italia agricola e proto-industriale. Priorità strategica del piano d’azione è quindi la “messa in scena del ‘900” in funzione di due obiettivi: • tutelare l’immagine del territorio conservando il patrimonio culturale identitario - materiale e simbolico -, e potenziandone i livelli di accessibilità e fruibilità; • attivare processi integrati di valorizzazione finalizzati a supportare una rivitalizzazione del tessuto socio-economico, anche quale garanzia della sostenibilità dei processi di conservazione.
2009
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/693642
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