Il contributo, frutto di una ricerca negli archivi italiani e francesi condotta per conto dell'amministrazione provinciale di Lucca, prende in esame la consistenza e le trasformazioni in età napoleonica dei Beni della Corona nei dipartimenti toscani del Mediterraneo e dell'Ombrone; un territorio periferico, rispetto ai principali centri del potere di Elisa Baciocchi Bonaparte in Toscana (Firenze e Lucca), ma significativo per analizzare pratiche e procedure di una amministrazione – la Maison de l'Empereur – preposta alla gestione quotidiana del patrimonio mobiliare e immobiliare più che alla concezione di grandi scenari progettuali. Gli interventi programmati e realizzati in questi anni consistono principalmente in opere di manutenzione ordinaria, dettate dall'urgenza di porre rimedio alle situazioni più critiche e condizionate da croniche difficoltà finanziarie. In questo quadro fa però eccezione il Palazzo Reale di Pisa, che vede una riorganizzazione secondo i nuovi standard abitativi (specializzazione dei locali, dotazione di bagni e servizi igienici), grazie anche all'intervento di un architetto, Giuseppe Marchelli, formatosi a Parigi. L'analisi di alcune operazioni edilizie minori – come l'ampliamento o il rinnovamento di edifici rurali destinati all'uso agricolo o all'alloggio del personale – apre poi un interrogativo sul ruolo dell'amministrazione napoleonica nel veicolare nuovi modelli abitativi di matrice francese. I disegni delle Archives Nationales di Parigi, a confronto con quelli del periodo lorenese, rivelano infatti un'attenzione maggiore per gli aspetti distributivi, per la diversificazione funzionale dei locali e per il miglioramento delle condizioni igieniche e dei servizi. Un elemento che interagisce dialetticamente con la sostanziale continuità – in termini di strategie di intervento – che lega l'amministrazione napoleonica in Toscana con le pratiche dell'ancien régime.

Residenze di corte e Fabbriche della Corona nei dipartimenti toscani del Mediterraneo e dell'Ombrone

D'AMIA, GIOVANNA
2004-01-01

Abstract

Il contributo, frutto di una ricerca negli archivi italiani e francesi condotta per conto dell'amministrazione provinciale di Lucca, prende in esame la consistenza e le trasformazioni in età napoleonica dei Beni della Corona nei dipartimenti toscani del Mediterraneo e dell'Ombrone; un territorio periferico, rispetto ai principali centri del potere di Elisa Baciocchi Bonaparte in Toscana (Firenze e Lucca), ma significativo per analizzare pratiche e procedure di una amministrazione – la Maison de l'Empereur – preposta alla gestione quotidiana del patrimonio mobiliare e immobiliare più che alla concezione di grandi scenari progettuali. Gli interventi programmati e realizzati in questi anni consistono principalmente in opere di manutenzione ordinaria, dettate dall'urgenza di porre rimedio alle situazioni più critiche e condizionate da croniche difficoltà finanziarie. In questo quadro fa però eccezione il Palazzo Reale di Pisa, che vede una riorganizzazione secondo i nuovi standard abitativi (specializzazione dei locali, dotazione di bagni e servizi igienici), grazie anche all'intervento di un architetto, Giuseppe Marchelli, formatosi a Parigi. L'analisi di alcune operazioni edilizie minori – come l'ampliamento o il rinnovamento di edifici rurali destinati all'uso agricolo o all'alloggio del personale – apre poi un interrogativo sul ruolo dell'amministrazione napoleonica nel veicolare nuovi modelli abitativi di matrice francese. I disegni delle Archives Nationales di Parigi, a confronto con quelli del periodo lorenese, rivelano infatti un'attenzione maggiore per gli aspetti distributivi, per la diversificazione funzionale dei locali e per il miglioramento delle condizioni igieniche e dei servizi. Un elemento che interagisce dialetticamente con la sostanziale continuità – in termini di strategie di intervento – che lega l'amministrazione napoleonica in Toscana con le pratiche dell'ancien régime.
2004
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