I temi dell’urbanistica milanese negli anni del Regno d’Italia (1805-1814) sono stati da tempo oggetto di importanti studi in parte dedicati alla ricerca di un piano modernamente inteso, quale quello dei Rettifili (1807), oppure rivolti a singoli eclatanti episodi come, ad esempio, il progetto di Giovanni Antonio Antolini per Foro Bonaparte. Eppure dalla ricca documentazione conservata negli archivi italiani, francesi e statunitensi, trapelano anche altri interessi manifestati da Napoleone nei riguardi della politica urbana milanese. Sembrerebbe infatti che le priorità reali e, di conseguenza, vicereali siano soprattutto indirizzate verso un immediato disegno degli spazi aperti non più definito dalla sola architettura, ma regolato principalmente dall’utilizzo del verde, come elemento ordinatore e regolarizzatore di una rinnovata immagine urbana, e verso una serie di operazioni puntuali, tra loro simultanee e coerenti. I più importanti progetti avviati dall’amministrazione napoleonica a Milano si rivelano dunque essere gli spazi vuoti che presuppongono una riduzione al minimo del costo dei materiali e delle difficoltà tecniche: la Piazza d’Armi, le passeggiate sui Bastioni, le aree a parco e le piazze. All’interno di questi temi, è possibile poi verificare se le risposte, che gli architetti al servizio dei reali elaborano, rispondano agli ideali dei loro committenti oppure a consolidate tradizioni accademiche, e se, di conseguenza, le iniziative milanesi di Napoleone Bonaparte e di Eugenio di Beauharnais possano o meno essere estese ad un più ampio campo d’azione innovatore. Almeno inizialmente, occorre provare a spostare il centro dell’attenzione dai molti progetti architettonici disegnati su carta e dalle episodiche realizzazioni alle azioni dei reali d’Italia agli ordini di Napoleone prevalentemente rivolti alla creazione di pubblici passeggi.

Paesaggi pubblici e circonvallazioni a Milano durante il Regno d'Italia

REPISHTI, FRANCESCO
2012-01-01

Abstract

I temi dell’urbanistica milanese negli anni del Regno d’Italia (1805-1814) sono stati da tempo oggetto di importanti studi in parte dedicati alla ricerca di un piano modernamente inteso, quale quello dei Rettifili (1807), oppure rivolti a singoli eclatanti episodi come, ad esempio, il progetto di Giovanni Antonio Antolini per Foro Bonaparte. Eppure dalla ricca documentazione conservata negli archivi italiani, francesi e statunitensi, trapelano anche altri interessi manifestati da Napoleone nei riguardi della politica urbana milanese. Sembrerebbe infatti che le priorità reali e, di conseguenza, vicereali siano soprattutto indirizzate verso un immediato disegno degli spazi aperti non più definito dalla sola architettura, ma regolato principalmente dall’utilizzo del verde, come elemento ordinatore e regolarizzatore di una rinnovata immagine urbana, e verso una serie di operazioni puntuali, tra loro simultanee e coerenti. I più importanti progetti avviati dall’amministrazione napoleonica a Milano si rivelano dunque essere gli spazi vuoti che presuppongono una riduzione al minimo del costo dei materiali e delle difficoltà tecniche: la Piazza d’Armi, le passeggiate sui Bastioni, le aree a parco e le piazze. All’interno di questi temi, è possibile poi verificare se le risposte, che gli architetti al servizio dei reali elaborano, rispondano agli ideali dei loro committenti oppure a consolidate tradizioni accademiche, e se, di conseguenza, le iniziative milanesi di Napoleone Bonaparte e di Eugenio di Beauharnais possano o meno essere estese ad un più ampio campo d’azione innovatore. Almeno inizialmente, occorre provare a spostare il centro dell’attenzione dai molti progetti architettonici disegnati su carta e dalle episodiche realizzazioni alle azioni dei reali d’Italia agli ordini di Napoleone prevalentemente rivolti alla creazione di pubblici passeggi.
2012
L'architecture de l'Empire entre France et Italie
9788836622955
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