L’occasione di un progetto di riconversione della destinazione funzionale di un edificio diventa pretestuale ad una riflessione globale sull’intero fabbricato sotto il profilo morfo-tipologico. Non si può infatti pensare che un’architettura possa cambiare genere senza incidere profondamente sulle sue membra, anche se la premessa iniziale richiede esplicitamente la permanenza dell’involucro, sorta di scheletro chiamato a rivestirsi di nuova pelle e nuova anatomia interiore. Se nuova vita deve essere data all’edificio, non ci si deve illudere che basti spostare qualche parete negli spogliatoi e trovare una suddivisone interna alla grande sala ora destinata al pattinaggio; non sarebbe sufficiente, e molto probabilmente, anche sotto il profilo della praticità, si incorrerebbe in una serie di difficoltà distributive che renderebbero economicamente svantaggioso l’intervento. Ecco perché il progetto proposto nasce dalla generazione di un nuovo filo conduttore di governo dell’impianto distributivo del centro benessere, una sorta di nastro colorato che, battuto dal vento alpino lungo la discesa per i rapidi pendii, sventola liberamente sul collo dello sciatore. Questo filo connota interno ed esterno dell’edificio mediante morbide curve che segnano i percorsi dei visitatori, mentre i colori che si alternano sugli alzati vogliono sedurre gli osservatori e gli ospiti che, inconsciamente, vengono condotti in una sorta di terapia cromatica di rilassamento.

Nuova SPA a Champoluc: Trasformazione del Palazzetto del ghiaccio in centro benessere - Progetto di concorso

BIANCHI, ALESSANDRO;
2010-01-01

Abstract

L’occasione di un progetto di riconversione della destinazione funzionale di un edificio diventa pretestuale ad una riflessione globale sull’intero fabbricato sotto il profilo morfo-tipologico. Non si può infatti pensare che un’architettura possa cambiare genere senza incidere profondamente sulle sue membra, anche se la premessa iniziale richiede esplicitamente la permanenza dell’involucro, sorta di scheletro chiamato a rivestirsi di nuova pelle e nuova anatomia interiore. Se nuova vita deve essere data all’edificio, non ci si deve illudere che basti spostare qualche parete negli spogliatoi e trovare una suddivisone interna alla grande sala ora destinata al pattinaggio; non sarebbe sufficiente, e molto probabilmente, anche sotto il profilo della praticità, si incorrerebbe in una serie di difficoltà distributive che renderebbero economicamente svantaggioso l’intervento. Ecco perché il progetto proposto nasce dalla generazione di un nuovo filo conduttore di governo dell’impianto distributivo del centro benessere, una sorta di nastro colorato che, battuto dal vento alpino lungo la discesa per i rapidi pendii, sventola liberamente sul collo dello sciatore. Questo filo connota interno ed esterno dell’edificio mediante morbide curve che segnano i percorsi dei visitatori, mentre i colori che si alternano sugli alzati vogliono sedurre gli osservatori e gli ospiti che, inconsciamente, vengono condotti in una sorta di terapia cromatica di rilassamento.
2010
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