In Italia è ancora all’’architetto o all’’ingegnere ai quali si fa riferimento per i ruoli di coordinatori di progetto, mentre competenze e responsabilità sempre più specifiche richiederebbero l’’ingresso in gioco, appunto, del project manager. Questa nuova - almeno per l’’Italia - figura professionale consentirebbe un più agevole e fluido funziona- mento della macchina edilizia, ruotando intorno ad essa le competenze necessarie: architetti (progettisti, computisti, direttori dei lavori ecc.), ingegneri (strutturali, impiantisti ecc.), esperti di diritto urbanistico, imprese (con le varie figure espresse quali direttore di cantiere, esperti di computazione ecc.). Questo significa strutturare in modo diverso anche gli studi professionali, tentando di invertire il senso di marcia tradizionale del professionismo italiano, e cioè una professione costruita sulla polverizzazione delle competenze in una moltitudine di piccoli studi professionali. Il project manager potrebbe svolgere efficacemente il suo lavoro se al di sotto del proprio ambito avesse un’’organizzazione del lavoro di tipo piramidale: cioè se a sua volta non dovesse coordinare una miriade di figure separate fra loro. Ecco allora il senso, da una parte, delle società di ingegneria che al loro interno esprimono un’’organizzazione del lavoro di tipo verticale, dove tutte le principali competenze vengono riunite sotto lo stesso tetto, mentre in contraddittorio, dall’’altra parte, lavora l’’impresa con tutte le figure industriali e artigianali gestite al di sotto di una stessa direzione.

Nuove procedure del mestiere: cambiamenti veri e falsi

BIANCHI, ALESSANDRO
2005-01-01

Abstract

In Italia è ancora all’’architetto o all’’ingegnere ai quali si fa riferimento per i ruoli di coordinatori di progetto, mentre competenze e responsabilità sempre più specifiche richiederebbero l’’ingresso in gioco, appunto, del project manager. Questa nuova - almeno per l’’Italia - figura professionale consentirebbe un più agevole e fluido funziona- mento della macchina edilizia, ruotando intorno ad essa le competenze necessarie: architetti (progettisti, computisti, direttori dei lavori ecc.), ingegneri (strutturali, impiantisti ecc.), esperti di diritto urbanistico, imprese (con le varie figure espresse quali direttore di cantiere, esperti di computazione ecc.). Questo significa strutturare in modo diverso anche gli studi professionali, tentando di invertire il senso di marcia tradizionale del professionismo italiano, e cioè una professione costruita sulla polverizzazione delle competenze in una moltitudine di piccoli studi professionali. Il project manager potrebbe svolgere efficacemente il suo lavoro se al di sotto del proprio ambito avesse un’’organizzazione del lavoro di tipo piramidale: cioè se a sua volta non dovesse coordinare una miriade di figure separate fra loro. Ecco allora il senso, da una parte, delle società di ingegneria che al loro interno esprimono un’’organizzazione del lavoro di tipo verticale, dove tutte le principali competenze vengono riunite sotto lo stesso tetto, mentre in contraddittorio, dall’’altra parte, lavora l’’impresa con tutte le figure industriali e artigianali gestite al di sotto di una stessa direzione.
2005
Architettura Linee e controlinee
8888461531
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